Gestire la maternità non è una cosa semplice, soprattutto per le mamme lavoratrici. Rientrare in ufficio per conservare il proprio posto di lavoro ha davvero tanti ostacoli da superare: la spesa di un nido o di una baby sitter, i permessi speciali per stare a casa quando il piccolo non sta bene o riuscire a utilizzare le ore di allattamento (senza che l’azienda le voglia per forza pagare).
Il governo, come abbiamo detto tempo fa, sta lavorando per sviluppare una serie di agevolazioni per le mammine. L’ultima, in ordine di tempo, sono i voucher baby sitter che le donne possono richiedere dalla fine della maternità obbligatoria per i successivi 11 mesi. Ovviamente, si possono utilizzare in alternativa al congedo facoltativo di maternità e sono erogati dall’Inps.
Che cosa sono? Sono dei buoni del valore di 10 euro e servono per retribuire il lavoro occasionale delle baby sitter, per aiutare le mamme a rientrare al lavoro e favorire l’occupazione femminile. Secondo quanto si apprende dal sito dell’Inps, per ottenere questi ticket ci saranno dei controlli sul reddito. L’importo complessivo, infatti, sarà stimato in base al retribuzione (e ai parametri Isee della famiglia). Sul sito dell’Inps si evince:
Il valore nominale è comprensivo della contribuzione (pari al 13%) a favore della gestione separata Inps, che viene accreditata sulla posizione individuale contributiva del prestatore; di quella in favore dell’ Inail per l’assicurazione anti-infortuni (7%) e di un compenso al concessionario (Inps), per la gestione del servizio, pari al 5%. Il valore netto del voucher da 10 euro nominali, cioè il corrispettivo netto della prestazione, in favore del prestatore, è quindi pari a 7,50 euro. Il valore netto del buono ‘multiplo’ da 50 euro, cioè il corrispettivo netto della prestazione, in favore del lavoratore, è quindi pari a 37,50 euro.
Inoltre, hanno una durata di circa 24 mesi. Ciò vuol dire che li potete usare con tutta calma, decidendo quanto e quando ne avete necessità. È ovvio che per far fronte alle esigenze della maternità c’è ancora moltissimo da lavorare. Ricordiamo però che qualcosa si sta muovendo: non è passato molto tempo dalla proposta di mobilità dei nonni per le mamme con lavoro autonomo.
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