Niente più film in 3D per i bambini al di sotto dei tre anni, ovvero quelle pellicole che prevedono, per la visione, l’utilizzo degli speciali occhialini, come ad esempio “Avatar” o “Alice”. Anche per gli adulti, gli esperti consigliano un uso limitato di questi speciali occhialini che, comunque, dovranno essere sempre forniti in versione monouso.
A deciderlo è stato il Consiglio Superiore di Sanità dopo la richiesta del Codacons sui rischi legati agli occhiali per la visione dei film in 3D; l’associazione aveva sollevato già qualche settimana fa il problema degli effetti collaterali visivi legati agli occhiali, aveva denunciato ai Nas l’assenza del marchio CE sui sopporti, e aveva fatto notare come gli occhialini passassero da uno spettatore all’altro senza controllo igienico.
A questo si aggiunge il caso di una bambina di 3 anni di Milano, alla quale è stata diagnosticata un’infiammazione ad un occhio dopo aver visto con questi occhialini il film “Alice”. Niente allarmismi, però; in una nota gli esperti del Ministero della Salute spiegano:
Non sussistono controindicazioni cliniche all’utilizzo degli occhiali 3D purché condizionato a moderati periodi di tempo, da programmare prevedendo l’interruzione della proiezione del filmato proporzionalmente alla sua durata complessiva; ma il limite per i bambini viene consigliato perché «qualche disturbo di ordine funzionale», senza determinare danni o patologie irreversibili, può insorgere in tenera età.
Di tutt’altro parere sono ovviamente gli esercenti cinematografici; Paolo Protti, presidente dell’Associazione Nazionale Esercenti Cinematografici dice:
La salute dei nostri clienti è il nostro primo impegno. Per quanto riguarda l’utilizzo sconsigliato ai bambini al di sotto dei 6 anni di età, già noi sconsigliavamo l’utilizzo ai minori di tre anni.