Proprio ieri abbiamo parlato della scelta del papà di stare in sala parto. Ho notato che su Facebook c’è stata molta partecipazione e quindi oggi cerchiamo di fare insieme un passo in più. Se sceglie di essere presente alla nascita, come si deve comportare? È molto importante, infatti, non solo esserci, ma esserci nel modo giusto.
È un momento così coinvolgente che diventa difficile stabilire un vademecum applicabile, perché ognuno di noi davanti alle difficoltà o alle situazioni complicate ha una reazione diversa. Ci sono però delle cose che i papà devono tenere a mente, per questo commentiamo insieme le 10 regole, elaborate dal professore Riccardo Ingallina, nuovo Responsabile della U.O. di Ostetricia e Ginecologia della casa di cura Villa Pia.
Non sono delle vere e proprie regole, quanto dei consigli per i papà durante il travaglio e il parto stesso. Prima cosa, bisogna aiutare la partoriente a seguire le indicazioni del personale. Il dolore, l’ansia o l’emozione possono far perdere di vista alla futura mammina le cose importanti. I padri poi devono simulare con il partner la respirazione imparata al corso pre-parto (ci siete andate vero?). Sono importanti i gesti di tenerezza, come accarezzare la fronte e idratare le labbra della partoriente.
Ci sono poi delle cose tecniche, come sorvegliare la flebo e il monitoraggio CTG (con lui ci sarà l’ostetrica per dargli le giuste indicazioni) e, infine, togliersi quando il personale lo richiede. Il professore Riccardo Ingallina ha poi ricordato quelle che sono le cose che invece non fare:
Troppe e inopportune domande alla partoriente e al personale di assistenza, trasmettere ansia contagiosa, spostarsi continuamente dal posto assegnatogli, deconcentrarsi dal compito di occuparsi solo e unicamente con tanto affetto della partoriente, abbandonare la neomamma dopo aver visto il/la neonato/a come se il suo compito fosse finito lì.
L’ultimo consiglio, tra l’altro, è forse quello più importante. Una donna che diventa mamma ha bisogno di cure e attenzioni. Spesso siamo lasciate sole, sia dal personale medico sia dal partner, concentrato sul bambino (atteggiamento più che comprensibile). E’ proprio in quell’istante, però, cari papà, che abbiamo più bisogno di voi.
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