E’ una svolta alla lotta al tumore al seno, con la tecnica blocca ovaie sarà possibile preservare la fertilità molto spesso irrimediabilmente compromessa dalla chemioterapia e dai farmaci. Sostanzialmente si mette a riposo le ovaie in modo che la funzione riproduttiva rimane intatta evitando la menopausa precoce, che colpisce 4 pazienti su 10.
La scoperta, tutta italiana, è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista Jama. La coordinatrice della ricerca dell’Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova, la dr.ssa Lucia del Mastro ha spiegato:
Il tumore del seno colpisce sempre più precocemente, 6 volte su 100 prima dei 40 anni, parliamo di ben 2.300 donne l’anno nel nostro Paese. In questi casi è per noi prioritario salvaguardare la loro possibilità di diventare madri. La menopausa precoce è un’eventualità che le spaventa e nel 29% dei casi influenza addirittura la decisione riguardo ai trattamenti. Questa ricerca è un fondamentale passo avanti per garantire loro una vita come prima dopo la malattia, gravidanza compresa.
Lo studio è stato condotto dal 2003 al 2008 ed ha arruolato 281 donne in 16 centri aderenti al Gruppo Italiano Mammella (GIM).
Tra gli autori della ricerca, il prof. Marco Venturini, presidente eletto dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e primario di Oncologia Medica all’ Ospedale Sacro Cuore – Don Calabria di Negrar (VR), che ha dichiarato:
Il nostro obiettivo era capire se una sospensione temporanea della funzionalità ovarica, ottenuta attraverso la somministrazione della triptorelina, un ormone analogo dell’Lhrh, permettesse di preservare le ovaie dagli attacchi dei chemioterapici: 30 giorni di terapia con questi farmaci equivalgono in media ad un anno e mezzo di vita fertile in meno. Ebbene, nel gruppo trattato appena l’8,9% è andato incontro a menopausa precoce rispetto al 25,9% di chi aveva ricevuto le cure standard, con una differenza assoluta del 17%. E non solo, all’ultimo controllo (ottobre 2010) 3 donne seguite con il nuovo approccio terapeutico avevano avuto una gravidanza. Ci auguriamo quindi che a oggi questa strategia diventi di routine per tutte le donne giovani che si trovano ad affrontare un tumore del seno.
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