Molto spesso, per aggiornarvi sulle notizie che riguardano le mamme e i loro bambini, siamo costrette a riportare fatti di cronaca che vorremmo piuttosto non fossero mai accaduti: l’ultimo, in ordine di tempo, è l’agghiacciante svolta nelle indagini a proposito della morte per annegamento del bimbo di 16 di mesi, questa estate, nelle acque della Feniglia, morte per la quale qualche giorno fa è stata arrestata la madre del piccolo.
Oggi però voglio raccontarvi una storia a lieto fine, la storia di una mamma che, per la seconda volta, ha donato la vita alla propria figlia: insomma, una storia d’amore.
È accaduto il 5 ottobre scorso all’Ospedale Bambino Gesù di Roma dove, per la prima volta nel Lazio, è stato effettuato un trapianto pediatrico di fegato da vivente.
La bambina protagonista della vicenda di cui parliamo era infatti malata di cirrosi biliare, una malattia terminale del fegato contro la quale si può agire soltanto sostituendo l’organo. La piccola, 18 mesi, avrebbe quindi dovuto mettersi in coda a una lunga lista d’attesa per aspettare, come da prassi, di ricevere l’organo da una persona deceduta. Un’attesa che sarebbe potuta durare mesi, mentre le condizioni della piccola peggioravano di giorno in giorno.
È stata la sua mamma, una donna di 24 anni, a salvarle la vita: la madre ha infatti donato alla figlia il secondo e il terzo segmento del suo fegato (su otto totali), corrispondenti al lobo epatico sinistro, in un intervento durato ben 10 ore. L’operazione si è conclusa con successo e le due pazienti ora stanno bene e potranno riprendere una vita normale.
Spiegano dal Bambin Gesù:
Recenti studi epidemiologici hanno confermato da un lato la sicurezza della donazione da vivente, dall’altro la superiorità del trapianto da vivente, in termini di qualità funzionale e di sopravvivenza dell’organo a lungo termine, rispetto a quello da donatore non vivente.
[Fonte: ANSA]