Le transaminasi sono enzimi i cui valori a livello ematico sono spie del buon funzionamento del fegato. Un leggero aumento dei loro livelli è un evento piuttosto comune durante la gravidanza, soprattutto nel corso dell’ultimo trimestre. Questo fenomeno può essere legato a molti fattori tra cui qualche eccesso alimentare (e questo è normale anche quando non si è in gravidanza) o ad uno stato di affaticamento del fegato dovuto alle variazioni ormonali.
Solo in alcuni casi, l’aumento delle transaminasi in gravidanza può essere sintomo di colestasi gravidica una patologia a carico del fegato indotta proprio dalla gravidanza e legata alle variazioni ormonali cui facevamo cenno. Quando si arriva alla colestasi gravidica però questo accade perchè il fegato, per motivi non noti, non riesce più a fare da filtro e la bile finisce per ristagnare al suo interno e suoi sali si disperdono nel sangue e nei tessuti.
Ne consegue una sensazione di prurito diffusa su tutto il corpo e la comparsa di piccoli puntini rossi. La diagnosi non si basa però sulla sola valutazione dei livelli di transaminasi attraverso le analisi del sangue ma è necessaria anche un’ecografia della colecisti materna. La cura di solito consiste nell’adozione di una dieta in bianco e nell’assunzione di almeno un litro e mezzo di acqua al giorno. In caso di sofferenza per l fegato il medico può prescrivere farmaci protettivi.
Solo se le secrezioni biliari si diffondono fino a raggiungere la placenta causando sofferenza fetale, si ricorre al parto indotto o cesareo.
Quando il problema delle transaminasi alte interessa i bambini, questo può manifestarsi con sintomi quali ittero, sensazione di amaro in bocca e dolori addominali. Anche in questo caso le cause possono essere molteplici: epatiti virali o batteriche, celiachia, abuso di farmaci (come il paracetamolo) ma anche obesità e disturbi del tubo digerente.
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