Come scegliere il corredino, rosa o blu? E la cameretta? Sono molti i genitori che desiderano sapere il sesso del loro bimbo in arrivo, per organizzare il benvenuto e poi perché è bello fantasticare su questo “esserino” che, miracolosamente, cresce dentro di noi. Inoltre, è molto più comodo, per avere tempo, per scegliere il nome giusto. Non è ovviamente per tutti così.
Ci sono genitori che preferiscono la sorpresa: “E’ importante che sia sano, maschio o femmina non conta nulla”, e attendono incuriositi per tutti i nove mesi. Insomma, non c’è una regola, almeno per noi in Occidente. Se si viaggia verso Est, invece, determinare con un certo anticipo il sesso del nascituro è molto importante, perché le bambine “valgono” meno e costano di più e, per questo motivo, molte coppie indiane scelgono l’aborto selettivo.
Abbiamo già affrontato questo tema in passato, parlando proprio di discriminazione di genere. È un comportamento vergognoso, che tra l’altro ha proprio delle ripercussioni anche sulla popolazione. Pensate che in India le bambine sono a rischio estinzione. Riprendiamo quest’argomento perché in questi giorni è rimbalzata sui giornali la notizia di un nuovo test del sangue per determinare nel primo trimestre il sesso.
Sono anni che quest’analisi è allo studio, perché gli strumenti utilizzati fino ad oggi sono complessi, rischiosi e non sempre di facile lettura. La maggior parte delle persone, per esempio, scopre se “bimbo o bimba” con l’ecografia, ma bisogna attendere la formazione dei genitali e che il giovanotto abbia voglia di mettersi in mostra. Si può altrimenti scoprire il mistero del genere con la villocentesi o l’amniocentesi, che però espongono anche al rischio d’aborto.
In questo senso un semplice test del sangue sarebbe veramente il massimo, almeno per i più curiosi. C’è da dire che il suo utilizzo in alcuni paesi potrebbe però rendere la discriminazione di genere ancor più estrema: un esame ematico costa meno (e non è un dettaglio da poco in una Paese molto povero) e può avvenire a poche settimane dal concepimento, rendendo meno pericoloso l’aborto.