Le Terapie Intensive Neonatali italiane devono essere aperte ai genitori, nel 90 percento dei casi. Le mamme e i papà hanno diritto di stare accanto ai loro piccoli e al tempo stesso la loro presenza sarà sicuramente di grande conforto e stimolo ai bimbi ricoverati. È per questo motivo che la Sin Società Italiana di Neonatologia si dichiara favorevole al Disegno di Legge, presentato nei mesi scorsi, volto a istituzionalizzare la presenza dei familiari dei neonati, purtroppo ancora non riconosciuta dalla normativa vigente.
La proposta perché è così importante? Perché consente ai genitori di stare vicini ai propri piccoli anche nelle situazioni critiche, ribadendo l’utilità di fattori non solo strettamente sanitari nella cura dei pazienti più gravi. Ricordiamo, per esempio, che è stato dimostrato che il contatto con la madre può servire al piccolo più di un’incubatrice, soprattutto ai prematuri. Paolo Tagliabue, Direttore dell’Unità Operativa di Neonatologia e terapia intensiva neonatale della Fondazione MBBM-Monza, ha dichiarato:
La vicinanza dei genitori e il contatto fisico pelle a pelle (la marsupioterapia o kangaroo care) consente un miglioramento delle funzioni vitali (frequenza cardiaca e respiratoria) dei neonati altamente pretermine. Ciò ha spinto i Neonatologi a proseguire su questa strada e a incoraggiare la presenza e la partecipazione dei familiari alle cure.
Le terapie intensive devono essere pensate come piccole stanze uni-bifamigliari dove un genitore alla volta può soggiornare per collaborare con il personale medico e paramedico nella cura del bambino. La struttura in “single family rooms” è una realtà, che pur presentando alcune criticità organizzative, si sta rivelando una valida e moderna alternativa alla versione architettonica tradizionale. Oggi sono spesso degli open space dove non c’è la giusta privacy. Insomma, i passi da fare in questa direzione sono ancora molto, ma il disegno di legge presentato alla Commissione Sanità del Senato è davvero una svolta importante.