I videogiochi un’ora la giorno aiutano la socializzazione

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Per anni abbiamo messo sotto processo l’uso dei videogiochi, considerati dannosi per il bambino. Intendiamoci, l’opinione generale non è cambiata ma è bene non esagerare. Come sempre lo strumento in sé non è pericoloso, ma è l’uso che se ne fa a necessitare un certo controllo. Secondo uno studio condotto su 5 mila ragazzi tra i 10 e 15 anni dalla Oxford University (Gb) e pubblicato sulla rivista ‘Pediatrics’, un’ora al giorno non fa male.

Cartoni veloci? Bambini più lenti!

I cartoni in cui i protagonisti si muovono troppo velocemente rallentano le capacità esecutive dei bambini. Ad affermarlo è un gruppo di studiosi dell’Università della Virginia che ha effettuato uno studio, pubblicato su Pediatrics, su un campione di 60 bimbi di appena quattro anni di età.

In particolare, sembra che dopo soli nove minuti passati a guardare un noto cartone i cui personaggi si muovono cinque volte più veloce del normale, i bambini non erano in grado di eseguire in maniera adeguata un test di disegno perchè, ad esempio, incapaci di seguire le indicazioni che venivano date loro.

Gli stessi bambini poi si mostravano troppo impazienti di portare a termine il compito che era stato loro assegnato o, quel che è peggio secondo me, si mostravano poco motivati ad eseguirlo.

Internet “in famiglia”

I bambini sono bravissimi con la tecnologia: scrivono in chat, “smanettano” con internet, giocano ai videogames con una facilità e una disinvoltura che molto spesso stupisce i genitori, i quali magari si sentono impacciati di fronte ad una tastiera o ci hanno impiegato diverso tempo per prenderci dimestichezza.

Il problema è che, specialmente nei periodi di maggiore entusiasmo per il “nuovo giocattolo“, si ha a che fare con le ricadute negative di questi fenomeni. Va da se, che per prevenire e/o risolvere i danni dell’abuso della tecnologia, bisogna conoscerli.

Proprio per questo Vodafone ha lanciato Infamiglia, un progetto per colmare il gap generazionale sull’uso dei nuovi media (gap testimoniato dalla ricerca “Bambini e Nuovi Media” condotta da People con Terres des Homes Italia Onlus, per cui solo il 18% dei genitori si trova a suo agio con la gestione del rapporto tra i figli e i nuovi media).