Depressione

La depressione in gravidanza aumenta il rischio che il bambino da adolescente sia depresso

Depressione

La depressione post partum è una malattia o forse una moda? La mia è una domanda provocatoria. È da circa 10 anni che si parla con una certa insistenza di baby blues e soprattutto si affronta il tema senza vergogna. In realtà, questo stato di malessere, profondo e davvero complesso da elaborare, è qualcosa che la mamma matura probabilmente negli anni che precedono la gravidanza e che durante i famosi nove mesi, ricchi di emozioni e di ansia, fa uscire senza controllo e una reale rielaborazione.

Depressione post partum, gli omega 3 riducono il rischio

La depressione post partum colpisce molte donne (25%), alcune in modo lieve e altre in modo davvero molto invalidante, tanto da diventare una minaccia per sé e per il bambino. Come si può prevenire questa patologia? Secondo i ricercatori dell’University of Connecticut School of Nursing (Usa), l’olio di pesce può ridurre le probabilità di baby blues. Una bella notizia per molte future mammine, che sono spaventate da quest’eventualità.

Per giungere a questa tesi, ovviamente, c’è stato uno studio, che ha coinvolto 52 donne incinte, suddivise poi a caso in due gruppi. Alle gravide del primo gruppo è stata fatta assumere una capsula contenente olio di pesce con 3.000 mg di Dhea, a partire dalla 24ma settimana di gravidanza fino al giorno del parto. Alle donne del secondo gruppo – quello di controllo – è stata data una pillola di placebo.

Depressione post partum: si può combattere con esercizio fisico

l'esercizio fisico combatte la depressione post partum

Torniamo nuovamente a parlare di depressione post partum, un disturbo che si calcola colpisca il 13% delle neomamme e che se trascurato può purtroppo portare anche a terribili gesti.

A quanto sembra un gruppo di ricercatori dell’Università di Melbourne sarebbero arrivati alla conclusione che con un po’ di esercizio fisico e colloqui con esperti la depressione post partum si possa evitare. Per arrivare a questo risultato hanno esaminato 161 pazienti; li hanno divisi in tre gruppi. Dopo il parto 62 hanno fatto esercizi fisici con il bambino per circa un’ora e mezz’ora di educazione parentale con una terapista per due mesi; a 73 pazienti invece hanno consegnato della documentazione cartacea su quegli stessi argomenti mentre 26 non hanno ricevuto nulla.