La sindrome dell’ovaio policistico, o policistosi ovarica, è una disfunzione ormonale che colpisce in Italia un milione di donne di età compresa tra 15 e 44 anni. Si manifesta con sintomi quali mestruazioni irregolari o assenti, irsutismo su viso e corpo, acne, sovrappeso e presenza di cisti nelle ovaie dovute all’accumulo di follicoli immaturi, cioè follicoli che non sono “esplosi” durante la fase ovulatoria del ciclo e non sono quindi stati espulsi.
La sindrome rappresenta infatti una delle principali cause di infertilità anovulatoria, dovuta cioè a mancanza di ovulazione e spesso le donne che ne sono affette ricevono la diagnosi proprio nel momento in cui si mettono, invano, alla ricerca di una gravidanza. Tuttavia, nonostante le cisti ovariche siano tanto comuni in questo disturbo gli esperti dello statunitense National Institute of Health ritengono che la denominazione con cui lo conosciamo andrebbe modificata.
Questo perchè focalizza l’attenzione sulla presenza di formazioni cistiche le quali però non rappresentano un criterio necessario e sufficiente per porre la diagnosi di questo tipo di disturbo e questo può essere di ostacolo alla diagnosi e alla cura dello stesso. Le donne con ovaio policistico infatti sono molto spesso affette da altre problematiche legate a quella che viene definita sindrome metabolica ovvero diabete, obesità o sovrappeso, ipertensione, colesterolo alto, cardiopatia o, più in generale, corrono maggiori irschi di insorgenza per una di queste patologie.
Inoltre, le cause della policistosi ovarica non sono ancora note e, secondo gli studiosi statunitensi, è fondamentale condurre studi approfonditi circa il ruolo dei sintomi diversi dalla presenza di cisti ovariche per capire se questi intervengano nell’aggravare una predisposizione genetica causando l’insorgenza della sindrome.
Solo così potranno essere messi in campo interventi terapeutici mirati ai sintomi principali che restano l’infertilità e il sovrappeso.
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Per saperne di più:
Ovaio micropolicistico e sindrome metabolica.