I bambini che dormono poco sono meno creativi

I bambini dormono poco. Sì sa, è una cosa ormai nota, ma quando nelle nostre case entra un bebè insonne diventa un incubo. Chi non prova personalmente questa tortura (perché di tortura si tratta) non può capire di che cosa si stia realmente parlando e di quanto posso essere fisicamente invalidante. Purtroppo non un “guaio” solo per mamma e papà, ma anche per i bambini, perché la mancanza di sonno non fa bene a nessuno.

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Notti insonni per le neomamme, cosa fare?

Il sonno è un fattore fondamentale nella vita di ogni uomo. Durante le ore di sonno, infatti, l’organismo si riposa e il sistema nervoso riordina ed organizza tutte le informazioni raccolte durante il giorno. Con la nascita di un bambino, dormire diventa spesso un optional e a lungo andare la stanchezza si fa sentire a discapito dell’equilibrio psico-fisico delle neomamme. Studi scientifici hanno dimostrato che il 55% delle mamme appare più emotivo e suscettibile a causa della privazione forzata del sonno, mettendo spesso a dura prova anche la vita di coppia.

Ecco per voi, care mamme, alcuni suggerimenti per cercare di sopravvivere alle temibili notti in bianco.

  • Riposate quando il bambino dorme: approfittate di quando il vostro bambino dorme per recuperare qualche oretta di sonno. Lasciate tutto in secondo piano e dedicatevi al vostro riposo per una dose di carica mentale e fisica indispensabile per affrontare la giornata.

Insonnia, nei bambini aumenta il rischio obesità

I bambini, soprattutto quelli più piccoli, insonni e che dormono poco o male durante la notte sono maggiormente esposti al rischio obesità. Ad affermarlo è un recente studio americano pubblicato sulla rivista Archives of Pediatrics and Adolescent Medicine. I ricercatori delle Università di Washington e della California, negli Stati Uniti, infatti, hanno dimostrato che il sonno nei bambini è una condizione indispensabile per il loro corretto sviluppo psicofisico e per il loro benessere. Nello specifico, gli scienziati americani hanno studiato 1.930 bambini di età compresa tra 0 e 13 anni, monitorando la loro salute in due momenti distinti: nel 1997 e nel 2002. I ricercatori hanno suddiviso i bambini in due gruppi: il primo composto dai bambini tra 0 e 59 mesi di età ed il secondo, invece, composto da bimbi di età compresa tra i 60 e i 154 mesi.