Quello è un lavoro da uomo, quella è una facoltà da donna. Quante volte ci siamo sentite dire frasi di questo genere. Purtroppo le prime etichette vengono attaccate da bambini e i nostri figli crescono con degli stereotipi che possono inibire le loro ambizioni e il loro sviluppo. Secondo uno studio i preconcetti possono danneggiare il rendimento scolastico delle nostre piccoline.
problemi a scuola
Bocciare alle elementari, è giusto?
Oggi vorrei partire da un recente fatto di cronaca per affrontare con voi una riflessione: è giusto bocciare un bambino che frequenta ancora la scuola elementare?
Avrete probabilmente letto del caso dei due fratellini senegalesi bocciati in prima e seconda elementare alla scuola “Locatelli” di Bergamo. Il padre, un anno fa, dovette rimandarli in Senegal e li ha riportati in Italia solo a gennaio: i bambini avevano accumulato numerose assenze, ma secondo il padre, al loro rientro, i piccoli sarebbero stati vittime di un “clima sfavorevole” che è culminato nella bocciatura, annunciata fin da marzo.
La dispersione scolastica nelle Superiori italiane
La dispersione scolastica è una piaga dolorosa della scuola dell’obbligo. Per fortuna, però, i dati che emergono dal secondo Rapporto sulla qualità nella scuola, realizzato da Tuttoscuola, la rivista dedicata agli insegnanti, evidenziano un miglioramento generale, che tocca soprattutto gli istituti del Sud e del Mezzogiorno, dove l’abbandono di solito è più alto. Ovviamente sono stati presi in esame diversi parametri oltre alla dispersione, come il valore del patrimonio delle scuole, il precariato, il numero di alunni per classe e le mense scolastiche.
La dispersione si è ridotta del 2,2% a livello nazionale in tre anni. Le regioni in cui i numeri sono ancora elevatissimi sono Campania, Basilicata, Calabria e Puglia. Quindi non arrivano al diploma il 30,3% degli studenti che si sono iscritti alle superiori. Al Nord Ovest si perde per strada il 32,1%. Tre anni prima erano entrambe al 34% (34,9% nel Nord Ovest, 34,3% al Sud).
Copiare a scuola, l’arte che s’impara da piccoli
Copiare a scuola. Tutti almeno una volta hanno tentato di fare i furbi tra i banchi di scuola. Oggi però sembra una tendenza dilagante. Dai bambini delle scuole elementari a quelle delle università, i ragazzi italiani si stanno dimostrando un popolo “di copiatori”, i maschi – come sempre – sono più esperti delle femmine. I dati? Due studenti su tre si fanno passare i compiti, di cui il 69% dei bambini contro il 59% delle bambine. Specializzati in questo campo, gli alunni dell’istituto tecnico agrario, dove confessa di copiare spesso il 45,1 per cento degli allievi, contro l’11% dei classici.
Anche nelle altre scuole, il trend non è molto diverso: al liceo artistico solo il 13% sostiene di non copiare mai. A raccontare la scuola in questa nuova veste è il libro “Ragazzi, si copia“, che esce domani per il Mulino, con una prefazione di Ilvo Diamanti, e scritto dal sociologo Marcello Dei.
Problemi di condotta e traumi nei bambini
Sono state trovate correlazioni tra i disturbi della personalità legati a comportamenti indifferenti nei bambini e i problemi di socializzazione e di adattamento negli adulti, attraverso uno studio condotto dall’American Academy of Child & Adolescent Psychiatry e dall’American Academy of Child & Adolescent Psychiatry.
Ma cosa intendono gli studiosi con comportamento indifferente? I ricercatori sembrano definirlo semplicemente sulla base degli effetti che provoca nella vita stessa del bambino: la presenza del carattere insensibile-emotivo (così come viene nominato dagli psicologi dell’Academy) è quello che dimostra già dall’infanzia di avere problemi di condotta (per es. iperattività e/o disturbi dell’attenzione) a scuola, nello sport e negli altri ambienti che generalmente frequenta.