Educare un bambino è un lavoro faticosissimo. Bisogna fargli capire con chiarezza la differenza tra bene e male, non cadere mai nella sua rete di capricci, ripicche e provocazioni e anche quando si ha la sensazione che la pazienza abbia cambiato indirizzo, stare calmi. Calmi perché i toni non devono mai coprire il contenuto delle parole, calmi perché il bimbo non deve essere investito dalla rabbia e dall’ansia dei genitori, calmi perché è solo nella serenità che ci si può capire.
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Come educare il bambino correttamente? 8 regole per sgridarlo senza traumi
Se crescere per nove mesi un bambino nel pancione può sembrare un’impresa titanica, solo quando arriva il momento dell’educazione ci si rende conto di quanto sia realmente difficile il ruolo di genitore. Non è per nulla semplice dare l’esempio, imporre delle regole e far capire al piccolo la differenza tra giusto e sbagliato, soprattutto se la differenza è fatta di minime sfumature. Lo psichiatra infantile americano Gerard E. Nelson ha elaborato un metodo composto da 8 regole che possono essere d’aiuto.
Bambini: quando picchiano gli altri
Succede spesso che, nonostante gli insegnamenti di mamma e papà, i bambini si lascino andare a comportamenti aggressivi verso gli altri. Questa aggressività, però, pur suscitando le preoccupazioni dei genitori, rappresenta una fase passeggera nel processo evolutivo del bambino del tutto normale. Atteggiamenti aggressivi, come il picchiare, l’urlare o il colpire degli oggetti, costituiscono, infatti, degli importanti strumenti attraverso cui il bambino manifesta i propri stati d’animo. Questo avviene soprattutto durante la prima infanzia ed in particolare verso i 2-3 anni, quando il bambino non sa ancora parlare bene ed esprimere verbalmente le proprie emozioni ed inizia a relazionarsi con gli altri. Con la conquista di una maggiore padronanza del linguaggio, l’aggressività fisica tenderà a diminuire, rimanendo, però, presente fino ai 5 anni di età.
Anche se i comportamenti aggressivi sono piuttosto comuni tra i bambini nei primi anni di vita e rappresentano uno strumento naturale di comunicazione, è bene che i genitori li tengano sempre sotto controllo per valutare eventuali anomalie e distorsioni nella loro normale evoluzione.