L’autoipnosi potrebbe sostituire l’epidurale

Il dolore del parto mette in crisi tutte le donne. Non è un caso che avvicinandosi alla data del termine, aumenti la paura. Prossimamente in Gran Bretagna, circa 800 mamme parteciperanno a un esperimento per verificare l’efficacia di un trattamento di autoipnosi per alleviare il male. Se dovesse funzionare, forse, potremmo dire addio all’epidurale.

L’ipnosi è già abbastanza collaudata come tecnica per inibire il dolore. Alcune donne partoriscono totalmente ipnotizzate. Qui la cosa è parzialmente diversa. L’esperimento, guidato da Soo Downe, specialista della Central Lancashire University, punta a testare questo metodo come alternativa all’anestesia epidurale e ai farmaci antidolorifici, ma la donna resta perfetta cosciente durante tutto il percorso di “nascita”.

Parto sicuro, le nuove linee guida del Ministero

Partorire in sicurezza in Italia, nonostante i fatti di cronaca, è ancora possibile, anzi vantiamo un eccellente servizio sanitario, tra i migliori al Mondo. Per continuare però a migliorare la qualità, Ministero della Salute ha articolato dieci indirizzi d’azione, che vanno a completare le linee guida per la gravidanza che abbiamo presentato qualche giorno fa.  Queste nuove “regole” saranno avviate congiuntamente a livello nazionale, regionale e locale.

Il documento contiene indicazioni sui principali aspetti della gestazione allattamento, screening ed esami diagnostici – e il tipo di assistenza da offrire.  Ecco i 10 indirizzi per il parto sicuro:

  • Misure di politica sanitaria e di accreditamento:  l’obiettivo è quello di ridurre in tre anni i punti nascita con parti inferiore ai mille l’anno.
  • Carta dei servizi per il percorso nascita: le aziende sanitarie in cui è attivo un punto nascita devono sviluppare una carta dei servizi specifica per il percorso nascita, in cui siano contenute le informazioni generali sulla operatività dei servizi.

Partorire senza dolore: l’uso dell’epidurale

epidurale

Il pensiero principale di ogni donna in gravidanza è quella di trovare un modo per non sentire dolore durante il parto, ma attualmente non esistono metodi efficaci per ridurlo del tutto. La partoriente può contare sull’appoggio di alcune tecniche di rilassamento e sul possibile uso di tre farmaci: l’epidurale, gli oppiacei somministrati per via endovenosa e la respirazione di protossido d’azoto, anche se quest’ultima possibilità viene usata raramente.

L’epidurale è sicuramente il sistema antidolorifico più usato e viene praticata da un anestesista; con questa tecnica si elimina il dolore del travaglio ma non si impedisce alla partoriente di muoversi e di restare sveglia durante il processo.

L’epidurale viene praticata introducendo un ago attraverso due vertebre lombari fino a raggiungere uno spazio che si trova tra la colonna vertebrale e una delle meningi intorno al midollo spinale, chiamata dura madre; una volta raggiunto questo spazio, è possibile iniettare l’anestetico in due modi: o in un’unica soluzione, oppure posizionando un piccolo catetere che permette di somministrarlo in piccoli dosi in caso di necessità. Non appena le contrazioni diventano più dolorose il medico procede con l’anestesia, che dopo 10 o 15 minuti inizia a fare effetto, e quindi, diminuisce il dolore.