La manovra di Kristeller è una sorta di incubo per molte donne incinte, che hanno sentito più volte le loro madri o le amiche parlare di questa famigerata e dolorosa pressione che può essere applicata sul pancione al momento del parto per velocizzare la nascita del bambino. Fa davvero male? In che cosa consiste esattamente? Vediamo insieme l’abc di questa manovra.
parto vaginale
Distocia di spalla: cause e complicanze
In un parto normale e senza complicazioni, il feto in posizione cefalica compie un tratto in discesa dapprima effettuando una rotazione della testa e – una volta affiorata – compiendo una nuova rotazione corporea con la quale fuoriesce prima una spalla e dopo l’altra. Quando la seconda rotazione non si compie o non sortisce l’espulsione, il bambino rimane praticamente “incastrato” tra il canale di parto e il mondo esterno, perchè la spalla anteriore che dovrebbe uscire per prima non agevola la manovra.
Si parla dunque di distocia di spalla ed ha un’incidenza tra lo 0,2 e il 2% dei parti vaginali. Le cause? Principalmente tre: le dimensioni del feto, lo svolgimento della gravidanza e le circostanze del parto stesso.
Il parto vaginale dopo il cesareo (VBAC)
La prima volta che avete partorito avete fatto il taglio cesareo: il bambino era troppo grosso, era in una posizione sbagliata o ci potevano essere dei rischi troppo grandi. Ora però siete incinta di nuovo e vi chiedete: sarà possibile partorire in modo naturale? La risposta è sì. Si chiama VBAC (vaginal birth after cesarean), parto vaginale dopo il cesareo. Molte scelgono nuovamente il cesareo per sicurezza ma nulla vieta un parto vaginale. Anzi, andrebbero incoraggiati.
È ovvio che per qualsiasi problema, il vostro ginecologo potrà tornare indietro, rinunciare al parto vaginale e sottoporvi a un taglio cesareo d’urgenza. Si parla di travaglio di prova, che avviene con sicurezza nel 50% dei casi, ed equivale alla verifica che si possa proseguire con la nascita del vostro bimbo con metodo non chirurgico.
In Italia si ricorre troppo spesso al parto cesareo
O.N.Da (Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna) nel corso di una tavola rotonda organizzata a Napoli ha lanciato un pericoloso allarme relativo ai parti cesarei; secondo i dati che hanno fornito in Italia si ricorre troppo spesso al cesareo.
O.N.Da come si legge all’interno del sito
con il supporto dell’OMS, sta portando avanti una iniziativa con due obiettivi: 1) sensibilizzare le Istituzioni regionali sulle azioni da intraprendere per un appropriato ricorso al parto con taglio cesareo; 2) informare la popolazione sui vantaggi e sugli svantaggi di questa modalità di parto
Ecco qualche dato emerso:
nel 2007 i parti cesarei sono arrivati 39% delle nascite; si tratta del tasso più alto registrato in Europa, a fronte del 15% raccomandato fin dal 1985 dall’Organizzazione mondiale della Sanità e del 20% chiesto dal ministero della Salute