Sono parecchie le donne che negli ultimi anni hanno scelto, per il proprio parto, quello in acqua. Si tratta, in sostanza, di dare alla luce il proprio bambino in apposite vasche o piscine create a tale scopo, di dimensioni adatte per consentire un travaglio ed un parto sereno e il più confortevole possibile. Si stima addirittura che una donna su 10 opti attualmente per tale tipologia di parto e che lo scelga sostanzialmente per favorire una nascita il più naturale e meno dolorosa possibile. Ma come al solito non sono tutte rose e fiori, ecco quali sono i pro ed i contro.
parto in acqua
Facebook censura le immagini di una mamma che partorisce-Tutte le foto
Le immagini di donne senza veli pullulano sul web così come in tv, ma evidentemente non tutte vengono apprezzate allo stesso modo. E se Kim Kardashian da giorni fa bella mostra delle sue grazie sulle pagine di Facebook, la foto di una mamma che mette al mondo il proprio bambino fa scandalo evidentemente, almeno secondo il social network, che l’ha censurata. Il motivo? Violerebbe gli «standard della comunità» e non sarebbe idonea alla pubblicazione sulle proprie pagine.
Parto in acqua, come avviene e cosa si prova
Abbiamo parlato spesso del parto in acqua, del concetto di naturalità e di come la vasca crei una dimensione sia più soft per la donna e per il bambino. Nel nostro Paese, però, sono ancora pochissime le donne che scelgono, durante la fase espulsiva, questa tipologia di parto. Ricordiamo che l’acqua ha un effetto analgesico e le gravide in travaglio sono invitate a sfruttarne i benefici o con una bella doccia tiepida o con un bel bagno, al fine di rendere più sopportabili le doglie. Stare in acqua però durante l’espulsione è un’altra cosa e sicuramente non è per tutte.
Un nido per tre, la prima sala parto familiare del Centro-Sud Italia
Scegliere l’ospedale o la clinica in cui partorire è uno degli step più importanti della gravidanza. Non tutte le mamme in attesa, però, hanno questa fortuna, a volte per mancanza di strutture, a volte perché si è domiciliati in comuni isolati o mal collegati con il resto d’Italia. È portante quindi, per le donne del Centro-Sud, sapere che è stata inaugurata la prima sala parto familiare. Dove? Alla Clinica Mediterranea di Napoli.
Il parto in casa è sicuro quanto quello in ospedale
Partorire in casa un tempo era la norma. Arrivato il momento clou, papà, o la nonna correvano a chiamare quella che un tempo veniva definita levatrice e il miracolo della vita si ripeteva nell’intimità delle stanze della propria casa. Negli ultimi diecenni però la nascita, il parto, così come l’intera gravidanza sono divenuti sempre più medicalizzati al punto da far ritenere ai più che l’ospedale e la clinica siano i luoghi in assoluto più idonei per mettere al mondo un bambino. E’ questo è senz’altro un bene. Partorire in ospedale ci garantisce delle sicurezze che in casa non avremmo per lo meno in talune circostanze “difficili”. Il parto in casa però andrebbe rivalutato e dovrebbe far parte delle opzioni nascita che si presentano alla futura madre.
Il settimo mese di gravidanza, cosa aspettarsi?
Il settimo mese di gravidanza segna ufficialmente l’inizio dell’ultimo trimestre e, in teoria, l’ultimo mese di lavoro prima della maternità. È inutile fare dei sorrisini felici, la parola “ultimo” indica anche il periodo più delicato della gestazione. È abbastanza comune per una mamma in attesa vivere questo momento mescolando diverse emozioni: da una parte la voglia di conoscere il bimbo, dall’altro il nervosismo per la pancia e ciò che comporta e poi le solite ansie pre-parto.
Il corso di preparazione al parto in acqua
Per affrontare il parto in acqua bisogna essere preparate, ma questa regola vale un po’ per tutti i parti. Infatti, esiste un corso di preparazione – davvero molto utile – durante cui viene spiegato che cosa accade nella fase del travaglio e ovviamente al parto. Molti centri ormai lo chiamano corso di accompagnamento, perché serve alle future mamme e ai futuri papà (che partecipano) a sviluppare una certa serenità anche di carattere psicologico.
La magia del parto in acqua e la sua controversa storia
Torniamo oggi a riflettere sul parto in acqua, argomento che abbiamo parzialmente toccato questa settimana, tentando di capire il tema della naturalezza. Spesso la medicina viene sponsorizzata come fosse un prodotto da vendere. Non è un caso l’utilizzo della parola “naturale”. Dà un senso di tranquillità, di controllo della situazione perché biologicamente corretto.
Scegliere il parto naturale significa scegliere di soffrire?
Avete mai pensato quale parto avreste voluto provare? Magari siete mamme in attesa e avete già dato indicazioni specifiche per affrontare quel momento in modo speciale? Ci sono mamme che desiderano il cesareo, per evitare sofferenze e perché convinte che sia meno rischioso, mamme che invece stanno vagliando l’opportunità del parto in casa e del parto in acqua.
Il parto in acqua: come e perché
Quante volte hai riflettuto sul momento del parto e hai pensato: non so cosa darei per affrontare un parto sereno e più naturale possibile. Diciamo che questo è il sogno di ogni mamma in attesa ma c’è da dire che qualora ce ne siano i presupposti il parto in acqua è ciò che più si avvicina ad esaudire questo tuo desiderio. Anche se non ancora molto diffusa in Italia, la pratica del parto in acqua è di riconosciuta validità e viene scelta sempre da un numero maggiore di donne.
Ma in cosa consiste il parto in acqua e quali sono i suoi vantaggi?
Il parto in acqua si svolge in una vasca di vetroresina (materiale altamente igienizzabile) dalle dimensioni standard di 2 x 1,5 metri con una profondità di 80 centimetri. La temperatura dell’acqua è la stessa con la quale si fa il bagnetto ai neonati, 37 gradi, temperatura che viene mantenuta costante durante l’intera fase del travaglio e dell’espulsione. Ovviamente per mantenere pulita l’acqua è necessario che la vasca abbia un meccanismo che le permetta di ricambiare continuamente il liquido per eliminare le sostanze organiche che possono essere perse durante tutti i momenti del parto.