Il paracetamolo in gravidanza è il farmaco più prescritto: si usa per abbassare la febbre e per togliere eventuali dolori, come il mal di testa, perché è considerato il prodotto con minori controindicazioni in questa delicata situazione. Non dobbiamo però dimenticarci che sempre di farmaco si sta parlando. Non è quindi totalmente innocuo, come hanno dimostrato i ricercatori dell’Università di Edimburgo pubblicata sulla rivista Science Translational Medicine.
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Paracetamolo e ibuprofene, siate cauti nella somministrazione combinata
Paracetamolo e ibuprofene sono due farmaci estremamente comuni, definiti da banco perché non hanno bisogno di prescrizione medica, e utilizzati per abbassare la febbre al bambino (in dosaggi diversi anche agli adulti). Molto spesso vengono prescritti dal medico, soprattutto se la febbre non è causata semplicemente da un virus ma da un’infiammazione, come l’otite. Come vanno utilizzati? Uno o l’altro, in modo alternato o insieme.
Il paracetamolo in gravidanza può essere pericoloso per il bambino
Quante volte vi è stato detto di non usare farmaci in gravidanza se non sotto stretto consiglio medico? E quante volte vi hanno ripetuto che il paracetamolo è l’unico prodotto che si può assumere (sia per la febbre sia per i dolori) senza preoccupazioni? Questi sono due punti di riferimento per tutte le donne gravide, peccato che ora uno studio, realizzato dall’università di Aarhus, in Danimarca, e da quella della California a Los Angeles sostengano che il paracetamolo non sia poi così innocuo.
Se il neonato ha la febbre non sempre i farmaci sono necessari
La febbre nel neonato può essere causa di grande angoscia per i genitori, soprattutto quando sono alle prese con il primo figlio. Molto spesso non si sa esattamente cosa fare, quando effettivamente la situazione è preoccupante e quali rischi lo stato febbrile comporta per il nostro cucciolo che ci appare tanto sofferente. Come sempre in questi casi, la regola numero uno è: mantenere la calma. Quindi è necessario attenersi alle indicazioni dei pediatri ad iniziare dalla corretta definizione di febbre.
Il ritorno a scuola dopo le vacanze favorirà il picco influenzale
L’influenza 2013 inizia già a farsi sentire con prepotenza. Tosse, febbre e dolori muscolari hanno già messo a letto un milione di persone. Di queste, secondo i dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità, oltre l’otto per mille sono bambini di età compresa fra 0 e quattro anni, mentre in quattro casi su mille si tratta di bambini tra cinque e quattordici anni. Il peggio, in termini di diffusione del contagio, deve però ancora venire. La riapertura delle scuole, iniziata oggi, farà schizzare alle stelle il numero di casi e si stima che solo questa settimana 250mila persone si ammaleranno per portare il numero di soggetti colpiti dal virus influenzale su tutto il territorio nazionale a quattro-sei milioni. In questo momento però sembra che le regioni maggiormente colpite dall’influenza siano la Sardegna, la Campania e il Piemonte.
Farmaci pediatrici, quali è consigliabile tenere in casa
Quando ci sono bambini in casa è opportuno avere sempre a disposizione una piccola scorta di farmaci; nulla di particolare, solo l’indispensabile per non ritrovarsi costretti a vagare in piena notte per la città alla ricerca di una farmacia di turno.
Vediamo di quali si tratta:
Paracetamolo
I farmaci aventi come principio attivo paracetamolo sono indispensabili in caso di febbre alta. Quelli adatti ai bambini di solito vengono commercializzati sotto forma di suppostine, gocce o sciroppo. Personalmente preferisco tenere in casa le suppostine perchè mio figlio ha sempre mostrato uno strenuo rifiuto per le gocce e poi quando ha la febbre tende a vomitare molto facilmente. La dose va stabilita in base al peso del bambino. Ai neonati più piccoli di tre mesi vanno somministrati solo dopo aver sentito il pediatra.
Bambini e convulsioni, che fare?
Il bambino ha avuto le convulsioni e noi genitori ne siamo terrorizzati. E’ questa una reazione del tutto comprensibile ma che non deve condurci a saltare a conclusioni affrettate. A suggerire come comportarsi ai genitori che hanno vissuto e vivono questa brutta esperienza è il dottor Massimo Mastrangelo, responsabile dell’Unità Operativa di Neurologia Pediatrica all’Ospedale Buzzi di Milano, in una interessante video intervista rilasciata al Corriere della Sera.
Anzitutto, precisa Mastrangelo, con il termine convulsioni si indicano manifestazioni che insorgono improvvisamente e che hanno un inizio e una fine bruschi e una durata variabile da pochi attimi a giorni, alla cui base possono esserci diversi fattori scatenanti. Inoltre, aggiunge l’esperto, comunemente la convulsione è una crisi caratterizzata da un irrigidimento iniziale seguito da un tremore di tutto il corpo o di una parte di esso.
Effetti collaterali del paracetamolo: diminuire il dosaggio nei bambini?
L’uso del paracetamolo nei bambini, principali assuntori di questa sostanza, per curare la febbre e alleviare dolori di vario tipo, è una pratica che da decenni è sotto ricerca dagli enti che se occupano, come l’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) e l’ISS (Istituto Superiore di Sanità).
Meno di un anno fa era stata pubblicata una ricerca neozelandese, che fa capo all’Otago University di Wellington (Nz) e che ha messo in evidenza che asma e allergie nei bambini potrebbero dipendere dall’assunzione di farmaci a base di paracetamolo nei primi mesi di vita.
Il tema è tornato nuovamente alla ribalta perchè l’ente americano per il controllo sui farmaci, la Food and drug Administration (Fda) ha invitato le aziende farmaceutiche a limitare il dosaggio del paracetamolo, dopo alcune segnalazioni di danni al fegato.
Mucolitici vietati per i bambini sotto i 2 anni
Raffreddori, vie respiratorie intasate, tosse e bronchite. Sono i classici malanni di stagione, che colpiscono i bambini e non solo, soprattutto in inverno. I farmaci più utilizzati per questi disturbi sono i mucolitici. Come abbiamo detto qualche tempo fa per il paracetamolo, bisogna fare molta attenzione alla somministrazione. A lanciare l’allarme è l’Agenzia italiana del farmaco e Altroconsumo ha ripreso la notizia mettendo in guardia i genitori, soprattutto con piccoli con un’età inferiore ai due anni.
L’Agenzia italiano del farmaco ha imposto lo stop, perché si sono verificati gravi casi di ostruzione respiratoria e peggioramento rilevante delle malattie respiratorie. Meno rari, invece, gli effetti come aumento della tosse e delle secrezioni bronchiali o il peggioramento della bronchiolite, vomito viscoso e difficoltà di respirazione. Insomma, sono tutte situazioni molto gravi.
L’asma nei bambini può dipendere dall’abuso di paracetamolo
Per curare la febbre il farmaco più usato è il paracetamolo. Purtroppo però i genitori abusano un po’ troppo di alcuni prodotti terapeutici non rispettando esattamente la prescrizione o le dosi. Il paracetamolo, infatti, andrebbe somministrato solo in caso di febbre alta e non per una banale influenza o magari ai primi sintomi di raffreddamento. Questa brutta abitudine ha delle conseguenze gravi, come l’asma e le allergie.
A dare l’allarme è stato uno studio della University of Otago Wellington che ha dimostrato che nei bambini con meno di 15 anni una somministrazione sbagliata di paracetamolo può triplicare il rischio di sviluppare asma e allergie molto gravi, oltre al fatto che il corpo ha bisogno della febbre per attivare le sue difese immunitarie che, invece, possono essere “soppresse” dall’utilizzo erroneo di questo farmaco.
Tachipirina o Nureflex? I medicinali per la febbre
Quando si ha un bambino piccolo è sempre bene tenere in casa una piccola ma fornita farmacia, sicuramente i primi medicinali da acquistare e da tenere a portata di mano sono gli antifebbrili o antiepiretici da somministrare al piccolo nel caso abbia la febbre. Ma quali sono i farmaci di prima scelta per far scendere la febbre? Ce n’è uno migliore o che fa effetto prima?
La scelta rispetto agli antifebbrili per bambini è molto ristretta, infatti sono solo due i principi attivi innocui e ben tollerati dai più piccoli, e sono il paracetamolo e l’ibuprofene, da dare in dosi proporzionate al peso.
Bambini e farmaci, attenzione al fai da te
Bambini e farmaci, per alcune mamme questo è un argomento davvero complesso, sia perché non si sa mai come e quando somministrarle sia perché in alcuni casi convincere i piccoli a prenderle è un impresa impossibile. Prima di dare qualcunque tipo di medicinale, sia esso da banco o sotto prescrizione, è necessario sempre consultare il medico prima di proporlo al piccolo, l’unico prodotto che di solito noi mamme possiamo pensare di dare senza problemi è il paracetamolo in caso di febbre, rispettando sempre un tempo di 4-6 ore tra una dose e l’altra e dando il dosaggio giusto.
Quando il nostro piccolo ha febbre persistente per diversi giorni il dubbio è quello se dare oppure no l’antibiotico, in un caso del genere devi assolutamente chiamare il pediatra che analizzando l’evoluzione della malattia potrà darti indicazioni certe ed eventualmente prescrivertelo. Solitamente l’antibiotico viene prescritto quando c’è un forte mal di gola con presenza di placche, quando si sviluppa una otite, quando la febbre è dovuta ad una infezione delle vie urinarie oppure quando la febbre persiste da molti giorni per coprire l’organismo da eventuali complicazioni.
Quali farmaci tenere in casa in presenza di bambini
In presenza di bambini esistono alcuni farmaci che i genitori dovrebbero tenere sempre nell’armadietto; armadietto che deve comunque sia essere sempre ben chiuso e lontano dalla portata dei bambini.
Ricordatevi di non somministrare mai di vostra iniziativa antibiotici ai bambini anche se in passato lo avete fatto: in questi casi dovete sempre prima sentire il parere del vostro pediatra.
La guida della gravidanza: 9a settimana
LA NONA SETTIMANA DI GRAVIDANZA
Eccoci alla nona settimana, si avvicina sempre di più la fine del primo trimestre e tu non vedi l’ora di tirare un sospiro di sollievo. Stai aspettando con ansia di sentirti meglio e di sapere che il periodo più delicato della gravidanza sia passato.
Se sei stanca di girarti e rigirarti nel letto la notte senza trovare la posizione giusta, ecco alcuni consigli: cerca di evitare di dormire prona o supina, può causarti problemi di digestione, respirazione e circolazione. Dormire su un lato è il metodo migliore per riposare, specialmente sul lato sinistro, dato che metterti su questo lato permetterà che un maggior quantitativo di sangue e nutrienti vada alla placenta e quindi al tuo bambino. Inoltre prova a mettere un cuscino tra le gambe, vedrai che ti aiuterà a stare più comoda.