Proprio ieri abbiamo parlato della scelta del papà di stare in sala parto. Ho notato che su Facebook c’è stata molta partecipazione e quindi oggi cerchiamo di fare insieme un passo in più. Se sceglie di essere presente alla nascita, come si deve comportare? È molto importante, infatti, non solo esserci, ma esserci nel modo giusto.
papà in sala parto
Il papà in sala parto
Nonostante pubblicità e film non facciano altro che propinarci l’immagine del papà felice che esce dalla sala parto comunicando orgoglioso a parenti e amici l’avvenuta nascita del proprio erede, sembra che la presenza del padre in sala parto sia meno comune di quanto si crede. Sono in molti infatti a rinunciare ad assistere la propria compagna nel momento più significativo della vita della coppia.
In particolare, secondo quanto ho appreso leggendo una rivista specializzata, sembra che si possano individuare quattro categorie di comportamenti messi in atto dai futuri padri durante la gravidanza e al momento del parto: quelli che hanno meditato per nove mesi sull’opportunità di assistere al parto e che, giunto il momento fatidico, si sono fiondati accanto alla propria compagna senza esitare, quelli che nonostante tutte le buone intenzioni all’ultimo minuto fanno retro front e fuggono via, quelli che si sono sempre detti contrari ad assistere alla nascita del proprio figlio ma alla fine non se la sentono di lasciare sola la propria compagna e, infine, quelli che si sono sempre detti contrari e restano fedeli alla propria posizione.
Il papà in sala parto è (forse) una presenza inutile
Papà in sala parto sì oppure no? Come si sa accanto a uomini coraggiosi che decidono di restare con la compagna anche in sala parto ci sono altri che preferiscono non entrare. E spesso si è discusso in merito alle eventuali conseguenze di questa presenza maschile in sala parto. Qualche mese fa il ginecologo francese Michael Odent ha dichiarato che la presenza in sala parto del proprio compagno potrebbe allungare tutta l’operazione e far aumentare il ricorso a taglio cesareo. C’è di più: secondo lui l’ambiente perfetto per dare alla luce un figlio dovrebbe essere privo di figure maschili.
Ora però è arrivata una nuova ricerca che mette un po’ tutto in discussione. Infatti, secondo i medici dell’Associazione tedesca di ginecologia e aiuto alla nascita (Dggg) la presenza del papà in sala parto non sarebbe né positiva né negativa: è “semplicemente” inutile. La sua presenza insomma non incide sul bisogno di dover somministrare alla mamma farmaci anti-dolorifici, sul rischio di eventuali complicazioni o sulla durata del parto.
Il papà in sala parto: cosa deve fare e cosa non deve fare
Vediamo insieme cosa dovrebbe fare e cosa invece dovrebbe evitare il papà che decide di assistere la compagna in sala parto.
Da fare
Cerca di parlare con la tua compagna e di tranquillizzarla.
Dille che se la sta cavando egregiamente.
Aiutala a trovare la posizione ideale affinché possa sentire meno dolore possibile.
Se dovesse avvertire male alla schiena puoi farle un massaggio.
Se si tratta del primo figlio, come abbiamo visto il travaglio può durare molte ore. Ecco perché potresti portare un libro da leggere e qualcosa da mangiare.
Il parto si avvicina: a cosa potresti pensare?
La data presunta del parto si sta avvicinando e nella vostra mente cominceranno a susseguirsi dubbi, domande, preoccupazioni e perplessità. Quali?
Ad esempio potrete chiedervi quanto durerà il vostro parto e comincerete a tampinare le vostre amiche; parlare con qualcuno che ha già vissuto la meravigliosa esperienza del parto vi potrà essere di grande aiuto ma ricordatevi sempre che ogni gravidanza è diversa dall’altra. Anche la stessa durata del parto varia da donna a donna; in linea generale si può dire che l’intero processo di nascita dura circa 10 ore per le donne primipare. La durata diminuisce quando si parla del secondo figlio.