Durante e subito dopo la gravidanza, la mamma ed il bebè sono i protagonisti assoluti di una delle esperienze più emozionanti facenti parte della vita. Ma spesso dimentichiamo come anche i papà, che passano in secondo piano, rivestano un ruolo di grande importanza. Non tutti di fronte l’arrivo del bebè, reagiscono allo stesso modo. C’è a chi, ad esempio, venga del tutto naturale approcciarsi al piccolo e chi invece abbia bisogno del tempo per affrontare questa nuova situazione familiare. Creare un legame con il nuovo arrivato non è poi così difficile, però. Ecco qualche consiglio utile.
papà e cura del neonato
Sindrome di Calimero per l’80% dei papà italiani
Il rapporto tra la mamma e il neonato è esclusivo, per certi versi simbiotico. Il bambino percepisce ogni cosa: il nervosismo, l’amore, la stanchezza e si sente protetto solo tra le braccia della madre. Come dargli torto? Per nove mesi sono stati un’unica cosa e dopo la nascita ci vuole un po’ perché il bimbo si renda conto di essere al mondo e di essere circondato da tante persone importanti, una tra tutte il papà.
Coinvolgere il partner nella gravidanza lo rende un papà migliore e più responsabile
Il papà ha sempre ha avuto un ruolo importante in famiglia. Negli anni però è decisamente evoluto: da capo famiglia si è trasformato in compagno e in alcune coppie divide la gioia della maternità al 50 percento. La sua figura è indispensabile sin dal primo giorno. Non voglio sembrare retorica, ma sono numerosi gli studi che dimostrano che le donne appoggiate dal fidanzato/marito in gestazione sono delle mamme più serene dopo, che più raramente inciampano in quella che è la depressione post partum.
Mamma lavoratrice e papà casalingo? I bambini sono più liberi
Il numero dei mammi, ovvero dei papà che restano a casa ad occuparsi dell’accudimento dei figli e, si spera, delle faccende domestiche è in costante aumento, almeno nei paesi anglosassoni. A dirlo è uno studio pubblicato sullo statunitense Journal of Consumer Research secondo il quale nell’ultimo decennio è più che raddoppiato il numero di uomini che cedono il titolo di genitore lavoratore alla consorte. Certo il fenomeno non è ancora di massa ma pare che il numero degi papà casalinghi sia già sufficiente per delinearne un identikit.
Com’è cambiato il ruolo dei padri?
Manca poco alla festa del papà: il 19 marzo i padri potranno essere festeggiati, com’ è giusto che sia, per il loro impegno, il loro amore e la loro presenza. È cambiato moltissimo il loro ruolo all’interno della famiglia. Sono ancora molti gli ostacoli culturali da superare e ognuno nel suo nido ha sicuramente i suoi problemi, ma la maternità sta diventando qualcosa che coinvolge in egual misura padri e madri. E forse è questo il vero successo della nostra generazione.
Pannolini e stereotipi di genere
Indovinello. Leggete questa frase: “L’azienda xxx (sostituisci con una marca di pannolini a tua scelta) augura un buon 2012 a tutte le mamme!”. Cosa c’è che non va in questa, apparentemente innocua, espressione beneaugurale?
Testosterone, calo drastico per i neopapà
Vuoi per renderli più amorevoli e meno aggressivi, vuoi per renderli meno “vogliosi” e più attenti alle esigenze affettive della famiglia, madre natura abbassa il testosterone ai neo papà. A dimostrarlo è una ricerca pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences.
Lo studio si è svolto fra il 2004 e il 2009 ed ha coinvolto un campione di 624 uomini filippini, tutti piuttosto giovani. All’inizio, solo il 16 per cento di essi era sposato e padre, mentre con il passare del tempo, la percentuale di soggetti ammogliati e con figli è salita fino a circa il 50 per cento.
Quando il papà vuol fare la mamma
Molte donne, una volte divenute madri, rimproverano al proprio compagno di non aiutarle abbastanza con il bambino e vorrebbero che fosse più partecipe e attivo provvedendo anche lui alla preparazione del biberon, al cambio del pannolino e così via. Tuttavia, sembra che quando avviene il contrario, quando cioè il papà è sin troppo partecipe, le mamme non gradiscano affatto e vivano questa presenza come un ostacolo fra sè e il proprio figlio.
Il superpapà sarebbe quindi uno di quei sogni che una volta realizzatisi non piacciono più; a causa sua infatti la neomamma si sentirebbe in qualche modo spodestata dal proprio ruolo prioritario di accudimento del bambino e finirebbe, anche inconsciamente, per volerne al proprio compagno sfogando il proprio rancore verso di lui con litigi e rimproveri che turbano irrimediabilmente la pace familiare. Meglio invece un papà che sostiene la mamma e risponde alle sue richieste d’aiuto senza però volersi mai sostituire a lei e/o invaderne gli spazi.
Il congedo di paternità
All’interno di Gazzetta del Lavoro, il blog dedicato al lavoro ci siamo occupati già del congedo di paternità. Come ben sappiamo nel caso in cui la madre fosse impossibilitata ad occuparsi del piccolo, il padre può astenersi dal lavoro.
Ma non solo. Infatti secondo una recente norma il papà ha diritto al congedo anche nel caso in cui la madre sia casalinga.
Rivediamo i principali punti.
L’INPS ha accolto la sentenza del Consiglio di Stato (n. 4293 del 09.09.2008, Sezione VI) che ha esteso la norma dei riposi giornalieri anche al padre anche nel caso in cui la madre è casalinga e risulti impegnata in attività che la distolgano dalla cura del neonato. A questo scopo la madre casalinga è considerata alla stregua della “lavoratrice non dipendente”