Dopo il parto il piccolo nuovo arrivato catalizza tutta l’attenzione su di se. Non si vorrebbe altro che andare subito a vederlo, specie nel caso in cui si sia dei parenti o degli amici stretti. Così facendo, però, si può incorrere nel pericolo di risultare un po’ troppo invadenti, specie nei confronti della nuova famiglia, mamma in primis, reduce non certo da una passeggiata. E allora come comportarsi rispetto le visite al bambino dopo la nascita? Ecco cosa prevede il galateo.
nascita bambino
Nascite ai minimi storici: in Italia si fanno sempre meno bambini
L’Italia è un Paese destinato a diventare sempre più vecchio. Il motivo? Sono in netto calo le nascite. È un calo netto e che tutta la popolazione, per la prima volta, infatti, anche le mamme straniere. Nel 2014 ci sono state cinquemila neonati in meno rispetto all’anno. Questo è quanto denuncia l’Istat in un rapporto in cui sono stimati gli andamenti nel 2014 e in cui si sottolinea che il tasso di natalità è «insufficiente a garantire il necessario ricambio generazionale».
Neonati, in arrivo la tutina hi tech per il monitoraggio dei parametri vitali
Come ben sappiamo, durante le sue prime ore di vita, un neonato dovrebbe essere tenuto sotto controllo con tanto di monitoraggio dei parametri vitali fin dalla venuta al mondo. Ciò per garantire un’assistenza perfetta e scongiurare la presenza di qualsiasi tipo di complicazione. Ciò però non sempre viene messo in atto, preferendo il contatto fisico immediato tra mamma e bambino, altrettanto importante per favorire fin da subito il legame unico che ne caratterizza il rapporto, dalla nascita del bebè e per tutta la sua vita.
I costi del primo anno del bambino
Avere un bambino è una gioia, ma anche un impegno. Non parliamo oggi di impegno fisico e mentale, ma economico. Avete mai fatto i conti di quanto costi un bimbo nel suo primo anno di vita? A fare una stima è stata Federconsumatori, che è partita sommando la primissima spesa, quella per il test di gravidanza. Il risultato? Cifre davvero molto impegnative.
Foto d’autore in sala parto, nuova tendenza negli Stati Uniti
Già da qualche anno è diffusa la consuetudine di riprendere o fotografare il momento del parto. Nel nostro paese sono i neo papà in genere a prendersi la briga di compiere questa impresa e fino a qualche tempo fa era così anche negli Stati Uniti. Adesso però le future madri americane hanno compiuto un passo avanti e sono sempre più numerose quelle che decidono di farsi immortalare mentre partoriscono addirittura da un fotografo professionista.
Depressione post parto. Un problema anche dei papà?
Più che di depressione post parto forse in questo caso sarebbe opportuno parlare di depressione post-natale. Ciò a cui facciamo riferimento, infatti, è uno stato depressivo che affligge, secondo gli studiosi dell’Università di Oxford, una percentuale compresa fra il 4 e il 5 per cento dei neo papà. Ansia, tristezza, scarsa fiducia nelle proprie capacità di accudimento sembra non siano più solo appannaggio delle neo madri come avveniva un tempo, anche gli uomini, purtroppo per loro, sperimentano questo tipo di vissuto..
Vademecum per i papà in sala parto
Proprio ieri abbiamo parlato della scelta del papà di stare in sala parto. Ho notato che su Facebook c’è stata molta partecipazione e quindi oggi cerchiamo di fare insieme un passo in più. Se sceglie di essere presente alla nascita, come si deve comportare? È molto importante, infatti, non solo esserci, ma esserci nel modo giusto.
In Italia nascono pochissimi bambini, nel 2010 tasso di natalità ai minimi
Che le donne italiane non fossero particolarmente prolifiche lo sapevamo; già da diversi anni infatti nel nostro paese nascono pochi bambini. La notizia è che mentre fino a qualche tempo fa ci pensavano le donne provenienti da altri paesi ad innalzare i numeri francamente deprimenti dell’italico tasso di natalità, adesso non è più così e lo stop alle nascite sta assumendo dimensioni preoccupanti.
Questo secondo i dati diffusi di recente dall’Istat attraverso il “Bilancio demografico nazionale 2010”, che denuncia, nell’anno in questione, il tasso di natalità più basso del decennio con settemila nuovi nati in meno rispetto agli anni precedenti. La contrazione delle nascite sarebbe legata, ma è solo un’ipotesi, alla crisi economica che ha investito il paese e che sarebbe alla base anche della diminuzione delle unioni matrimoniali e dell’aumento delle coppie di fatto.
Aborto spontaneo, il trauma segna psicologicamente la donna
Soffrire di depressione dopo la nascita di un bambino è un disturbo, purtroppo, abbastanza diffuso, così come avere difficoltà a superare emotivamente il dolore di un aborto spontaneo o la nascita di un bambino morto. È così profonda la ferita che molte donne restano colpite da questo trauma per anni e in alcuni casi anche la nascita di un bambino sano non porta alcun sollievo. Non è con una nuova gravidanza che si supera lo choc di quella passata.
Questo almeno quanto sostengono i ricercatori dall’University of Rochester Medical Center researchers dopo un’analisi approfondita del tema. La nascita di un bambino sano non risolve i problemi di salute mentale che molte donne hanno avuto in seguito a un aborto spontaneo.
E’ nato! E adesso?
La nascita di un figlio è senza dubbio uno degli eventi più sconvolgenti nella vita di una donna; ai cambiamenti fisici della gravidanza appena trascorsa, fatta peraltro di attese, aspettative, ansie e persino timori, segue la consapevolezza di una nuova, grande, eppure meravigliosa, responsabilità: quella della vita di un esserino piccolo e indifeso al quale dobbiamo garantire il meglio di noi stesse.
Per fortuna nella gran parte dei casi la gioia ha il sopravvento ed anche se nessuno ci ha mai insegnato a farlo ci catapultiamo con grande entusiasmo nell’impegnativo ruolo di neo-mamma ed affrontare poppate, ruttini, cambi di pannolino, bagnetto. Spesso nelle prime settimane di vita però è normale cercare nei nostri affetti più cari, la mamma, ma anche il nostro compagno, un pò di sostegno: perchè ci diano qualche suggerimento o ci sostituiscano nella cura del piccolo in alcuni momenti della giornata. Tutto questo è giusto e normale, guai a non chiedere aiuto e supporto, anche morale, quando se ne avverte la necessità.