Morire di parto sembra impossibile nel 2012. Pensiamo ai nostri ospedali e crediamo di essere in una botte di ferro: è vero, manca spesso la terapia del dolore, ma i riparti di ginecologia e ostetricia sono preparati a qualsiasi complicanza. Invece, non è così. L’Italia è maglia nera per il tasso di mortalità dovuto al parto. Risulta essere tra i più alti d’Europa.
mortalità materna
Afghanistan, partorisce sei gemelli senza saperlo
Una storia a lieto fine: una donna afgana, Sharah di circa 24 anni e proveniente da un piccolo villaggio della provincia di Balk, ha avuto un parto pluri gemellare, dando alla vita qualche giorno fa tre bambini e tre bambine per un totale di ben 6 bebè.
Per lo status delle cure mediche e dell’assistenza ospedaliera in Afghanistan, la vicenda si è svolta nel migliore dei modi, innanzitutto perché la donna era al corrente di essere incinta, ma non di 6 creature, dato che non era stata sottoposta ad alcun trattamento di fertilità.
In secondo luogo perché sia lei che i bambini sono vivi e vegeti, mentre all’interno della nazione esistono da decenni problemi di mortalità infantile e materna.
Prima le mamme e i bambini: congresso a Padova il 5 novembre
Garantire il diritto alla vita e alla salute, ridurre la mortalità materna ed infantile, rendere i servizi sanitari accessibili a tutti e rafforzare i sistemi sanitari nei paesi africani. Sono questi i principali obiettivi di Medici con l’Africa Cuamm (Collegio universitario aspiranti e medici missionari), la prima organizzazione sanitaria non governativa nata in Italia nel 1950. Se ne parlerà domani, sabato 5 novembre, a Padova nel congresso Prima le mamme e i bambini organizzato da Medici con l’Africa Cuamm in occasione del 60° anniversario dell’associazione.
Save the children, il Rapporto sullo stato delle madri
E’ stato diffuso proprio in questi giorni, alla vigilia della Festa della mamma, il dodicesimo Rapporto sullo stato delle madri nel mondo stilato dall’associazione umanitaria Save the children. I dati emersi, registrati su scala globale, sono abbastanza sconfortanti almeno per quanto riguarda la sicurezza e la salute delle mamme e dei bambini, soprattutto nei paesi in via di sviluppo.
Secondo il Rapporto infatti sono ben 48 milioni le donne nel mondo che partoriscono senza l’aiuto di personale medico o ostetrico mentre due milioni lo fanno addirittura in completa solitudine senza neppure un familiare a sostenerle, in conseguenza di ciò ogni giorno mille tra donne e bambini muoiono per complicanze legate al parto e queste morti sarebbero evitabili se ad assisterli ci fosse un’ostetrica.
La pillola allunga la vita e migliora la salute
La pillola ha compiuto 50 anni quest’anno e nonostante sia, ancora oggi, un farmaco molto discusso, ha rivoluzionato la vita delle donne. Inoltre, i nuovi farmaci sono migliorati e non ci sono più rischi per la salute. A sostenere questa tesi è uno studio inglese, durato 39 anni e pubblicato sul British Medical Journal , secondo cui riduce del 12% la mortalità in generale. Soprattutto quella correlata a malattie cardiovascolari e tumori di colon retto, utero e ovaie.
I ricercatori hanno analizzato e studiato i casi di oltre 46 mila donne, verificando ogni eventuale possibilità. Si sono accorti che, tra l’altro, sul lungo periodo diminuiscono le controindicazioni: questa cosa è molto importante soprattutto per quelle signore che utilizzano il farmaco a scopo terapeutico, magari perché hanno l’ovaio micropolicistico o l’endometriosi.
L’Italia è il Paese più sicuro in cui partorire
Secondo una classifica mondiale pubblicata sulla rivista The Lancet negli ultimi trent’anni le morti durante il parto sarebbero scese del 34%, una percentuale importante soprattutto se si considera che, tradotta in cifre si parla di 183.400 casi in meno.
Lo studio, condotto dall’Università di Washington, ha senz’altro reso nota una notizia positiva, alla quale se ne aggiunge un’altra: l’Italia è il posto più sicuro in cui partorire; le cifre parlano chiaro: il Bel Paese, con una media di 3,9 decessi ogni 100 mila nati vivi, è il primo della classifica dei paesi con la minore mortalità. Nella classifica seguono la Svezia, il Lusseburgo e l’Australia, mentre l’Afghanistan è il fanalino di coda.
L’indagine è stata svolta nell’ambito del Millennium Development Goal dall’Institute for Health Metrics and Evaluation diretto dal dottor Christopher Murray su un campione di 181 Paesi, avvalendosi di un data base relativo alla mortalità materna, dei registri anagrafici e dei censimenti popolari.