Come ben sappiamo lo svezzamento segna il passaggio, nell’alimentazione del bambino, dall’unico alimento che ha conosciuto nel corso della sua breve esistenza, ovvero il latte, ai cibi solidi. Ciò ovviamente deve avvenire molto gradualmente testando, poco alla volta, gli ingredienti man mano introdotti per constatare l’eventuale presenza di intolleranze o allergie. Lo svezzamento non dovrebbe avvenire prima del 4° mese, prima di questo momento infatti i neonati non sono ancora in grado di digerire cibi diversi dal latte e di mangiare con l’ausilio del cucchiaino.
guida svezzamento
Autosvezzamento, ovvero l’alimentazione complementare a richiesta
Mamme, se state impazzendo tra papponi biologici, creme di cereali, liofilizzati ed omogeneizzati, probabilmente non sapete che l’ultima tendenza in fatto di svezzamento si chiama autosvezzamento, o, più propriamente, alimentazione complementare a richiesta.
Già il nome, di per sé, è allettante: auto-svezzamento, quindi il bambino fa tutto da solo? In un certo senso, sì. Ma vediamo in che cosa consiste, nel dettaglio, questo nuovo approccio.
Fare gli omogeneizzati in casa
Quando il pediatra, intorno al sesto mese di vita di mio figlio, mi diede il via libera per lo svezzamento, l’idea di far seguire alla crema di riso con il brodino vegetale gli omogeneizzati preparati da me mi stuzzicò subito. Non perchè io non mi fidassi della genuinità di quelli già pronti ma mi piaceva l’idea di essere io stessa a preparare la pappa per il mio cucciolo e di scegliere e controllare tutti gli ingredienti. Inoltre, forte dell’esperienza positiva di una mia cara amica, sapevo che preparare gli omogeneizzati in casa mi avrebbe permesso anche di risparmiare un bel po’ di soldini; fu così quindi che, dopo avere acquistato un piccolo omogeneizzatore (costo circa 40 euro), ed essermi procurata diversi barattolini di vetro dotati di tappo ermetico mi misi all’opera:
Per prima cosa pulì e sterilizzai barattoli e tappi facendoli sobbollire in acqua per una quarantina di minuti, quindi, una volta pronti, li asciugai con un panno di cotone pulitissimo e li misi da parte su un ripiano.
Preparai il brodo vegetale con carote, sedano, cipolle e patate (secondo consiglio del pediatra) e vi misi a bollire dentro un bel pezzo di carne di vitello acquistato dal mio macellaio di fiducia. Non aggiunsi nè sale, nè dado.
Lo svezzamento del bambino dai 4 ai 6 mesi: la frutta e la prima pappa
Lo svezzamento dai 4 ai 6 mesi
Eccoci qui finalmente ad iniziare la nuova guida allo svezzamento, in questo primo appuntamento parleremo dell’inizio delle svezzamento e dunque dell‘introduzione della frutta e della prima pappa.
Quando e come iniziare a dare il vasetto di frutta durante lo svezzamento?
Molti pediatri concordano nel fissare il momento del vasetto di frutta all’inizio del quarto mese di vita del piccolo, la prima frutta infatti serve per abituare il piccolo alle nueve consistenze, ai nuovi sapori ma soprattutto per fargli prendere dimestichezza con l’amato/odiato cucchiaino. La frutta con cui iniziare è la pera poiché è quella con meno potere allergizzante, successivamente si passa alla mela. Di solito si inizia con un assaggio, poi si passa a 20 grammi al giorno per poi arrivare a dare un vasetto intero (80-100 grammi) da mangiare tutto in una volta oppure frazionato durante la giornata. Meglio scegliere le marche di omogeneizzati che non aggiungono zuccheri alla frutta per evitare di iniziare da subito con le ipercalorie.
Quando il bambino è allattato esclusivamente al seno e la crescita è buona il pediatra potrebbe decidere di slittare il momento della frutta a cinque mesi mentre nel caso si tratti di un bambino che soffre di reflusso gastroesofageo questo momento potrebbe essere anticipato al terzo mese e mezzo.