Soffrire di ansia in gravidanza non solo è normale, ma è assolutamente umano. Parola di mamma. Tutte ci chiediamo se il nostro cucciolo, che cresce dentro di noi sta bene, si sta sviluppando correttamente, sarà un bimbo sereno. Possiamo fare tutti gli esami, affidarci ai medici migliori, ma non possiamo controllare ogni cosa. Circa il 15% delle donne negli Stati Uniti soffre di disturbi d’ansia e di depressione durante il periodo della gravidanza, e molti sono gli antidepressivi prescritti.
gravidanza e antidepressivi
La dolce attesa riduce l’efficacia dei farmaci contro disturbo bipolare
Un nuovo studio condotto dalla Northwestern Medicine proverebbe che le donne in dolce attesa colpite da disturbo bipolare avrebbero necessità di aumentare la dose dei farmaci contro tale patologia, in quando la gravidanza ridurrebbe la loro efficacia. Il disturbo bipolare altro non è che una malattia mentale che provoca significativi sbalzi di umore alternando inoltre momenti depressivi a momenti di natura maniacale. Secondo lo studio in oggetto la gravidanza altererebbe l’efficacia dei farmaci assunti a tale scopo facendo perdere loro efficacia. Il fulcro del discorso sarebbe legato al cambiamento del metabolismo delle donne che varia durante il periodo gestazionale.
Antidepressivi in gravidanza? Aumentano rischio di emorragia post partum
Soffrire di depressione durante la gravidanza non è così insolito. Nonostante si tratti di un periodo caratterizzato dalla gioia in vista del nuovo arrivato, è anche vero che alcuni fattori possano rendere tale momento, allo stesso tempo, denso di emozioni contrastanti, tra le quali paura e tristezza. Per combatterla, nei casi in cui il medico lo ritenga necessario, molte donne assumono degli antidepressivi. Il loro utilizzo però, secondo uno studio pubblicato sul British Medical Journal, potrebbe aumentare il rischio di emorragia post partum.
Gravidanza, gli antidepressivi non pregiudicano la crescita dei neonati
La gravidanza costituisce un’esperienza unica nella vita di una donna, un momento particolare ricco di aspettative ma anche di ansie, dubbi e precauzioni. Durante questo periodo la preoccupazione principale consiste nel proteggere il bebè, e questo anche attraverso particolare cura nell’assunzione dei farmaci. Ed a proposito degli antidepressivi? Quali sono i rischi legati alla loro assunzione? Secondo un nuovo studio condotto da uno studio della Northwestern Medicinee pubblicato sull’American Journal of Psychiatry in Advance, il consumo di antidepressivi durante la gravidanza non influirebbe sulla crescita dei bebè.
Allattamento al seno, le neo mamme depresse spesso non allattano
Allattare al seno il proprio bimbo è una decisione scontata per molte donne. Tuttavia ve ne sono alcune per le quali non è affatto così. Sono le donne affette da depressione, quelle per le quali tutto è più difficile, incluso fare una scelta che per altre è la più naturale del mondo. E quando tentano di curarsi assumendo farmaci le cose si complicano ancora di più.
Antidepressivi in gravidanza? Attenzione alla salute del nascituro!
L’assunzione di antidepressivi in gravidanza è associata al rischio che il neonato sviluppi un’ipertensione polmonare respiratoria, disturbo che comporta un’insufficienza respiratoria causata dal ridotto afflusso di sangue dal cuore ai polmoni. A sostenerlo è uno studio condotto da un team di ricercatori svedesi del Karolinska Institutet i cui esiti sono stati pubblicati sul British Medical Journal.
Antidepressivi in gravidanza e (forse) problemi motori nei bambini
Oggi vi parlo di antidepressivi e di uno studio danese che ha coinvolto ben 81000 bambini; dai risultati sembrerebbe che i piccoli, e in modo particolare i maschietti, nati da mamme che nel corso del secondo o terzo trimestre di gestazione hanno fatto ricorso a antidepressivi abbiano difficoltà più grandi sia nello stare seduti che nel camminare rispetto ai bambini nati da mamme che non hanno invece fatto uso di antidepressivi.
Tuttavia, come precisano i ricercatori
nonostante questi ritardi, il progresso rientrava ancora entro i limiti del “normale” sviluppo e non si sa se questa situazione sia temporanea o permanente
I piccoli in media riuscivano a stare seduti con 16 giorni di ritardo e a camminare con circa un mese di ritardo.