Il brutto anatroccolo è, tra le fiabe di Hans Christian Andersen, quella che amo di più. Sin da quando ero bambina il suo messaggio mi è sempre stato chiarissimo e mi riempiva di sollievo e di speranza; forse perchè allora mi sentivo proprio come il pennuto protagonista della storia. Da allora per fortuna sono cambiate molte cose ma quella sensazione di calore che provavo leggendola o ascoltandola è rimasta invariata.
L’estate era iniziata; i campi agitavano le loro spighe dorate, mentre il fieno tagliato profumava la campagna. In un luogo appartato, nascosta da fitti cespugli vicini ad un laghetto, mamma anatra aveva iniziato la nuova cova. Siccome riceveva pochissime visite, il tempo le passava molto lentamente ed era impaziente di vedere uscire dal guscio la propria prole….finalmente, uno dopo l’altro, i gusci scricchiolarono e lasciarono uscire alcuni adorabili anatroccoli gialli.