Perchè l’acqua del mare è salata

Perchè l’acqua del mare è salata? Se i vostri bambini vi facessero questa domanda voi cosa rispondereste? Forse lo sapete benissimo e soddisfereste prontamente la loro curiosità, forse dovreste rispolverare i vostri vecchi libri di scienza o fare una ricerca sul web…oppure potreste regalare loro un momento di magia e raccontargli una leggenda: Perchè l’acqua del mare è salata.

In un tempo lontano il re di Danimarca, ricco, potente e molto amato dal suo popolo, si angustiava per il solo fatto di possedere, fra  tanti tesori, due enormi macine magiche ma di non riuscire ad utilizzarle. Le macine erano in grado di produrre qualunque cosa il re avesse potuto desiderare. Erano però talmente pesanti che nessuno nel regno aveva la forza per farle girare.

La principessa sul pisello

La principessa sul pisello è un classico della letteratura per bambini del romanziere danese Hans Christian Andersen, universalmente considerato il padre della favola moderna. Le storie di Andersen popolano da sempre l’immaginario dei bambini, eppure non sempre offrono ai giovanissimi lettori un lieto fine; più che un momento di intrattenimento, quindi, rappresentano forse un modo per offrire ai nostri figli una riflessione, per metafora, sulla caleidoscopica complessità dell’esistenza umana.

Non è questo però il caso della favola che raccontiamo oggi, in cui il principe e la principessa infine vissero per sempre felici e contenti.

C’era una volta un principe che voleva sposare una principessa, ma ella doveva essere una principessa vera, una fanciulla di sangue blu. Perciò se ne andò in giro per il mondo cercando la giovinetta dei suoi sogni. Di fanciulle che affermavano di essere vere principesse egli ne trovò moltissime, ma al momento di sposarsi il principe era assalito da un dubbio: “Sarà proprio una principessa di sangue blu, oppure no?”.

Qualcosa, infatti, nel loro modo o nel loro portamento era poco reale e non convinceva del tutto il principe. Egli quindi non si decideva a sceglierne alcuna e, infine, dopo tanto vagare per il mondo, se ne tornò al suo castello, deluso per non aver trovato ciò che desiderava. Una sera si scatenò un temporale: i lampi si incrociavano, il tuono brontolava, cadeva una pioggia torrenziale: non si era mai vista una bufera così! Qualcuno bussò alla porta del castello, e il vecchio re si affrettò ad aprire.

Era una principessa. Ma come l’avevano ridotta la pioggia e il temporale! L’acqua cadeva a rivoli dai suoi capelli e dai suoi vestiti, e le entrava nelle scarpe, uscendone dalla suola. Tuttavia ella si presentò affermando di essere una vera principessa.
“E’ ciò che sapremo presto” pensò la vecchia regina, e senza dire nulla a nessuno entrò in una camera e mise un pisello nel letto che era in mezzo alla stanza.

Favole di Fedro, il Lupo e l’agnello

Fedro è un autore di favole vissuto nell’antica Roma, e attivo sotto gli imperatori Tiberio, Claudio e Caligola. Sembra fosse uno schiavo di origini greche cui l’imperatore Augusto aveva reso la libertà e che abbia scritto un’opera composta da cinque libri di favole; di questa corposa produzione restano però solo novantatre testi anche piuttosto brevi. Gli esperti quindi hanno ragione di credere che l’opera di Fedro sia stata sottoposta a diversi tagli e censure nel corso dei secoli.

Molte mamme magari le conosceranno per averle tradotte dal latino al liceo ma, a parte l’aspetto didattico, la favole di Fedro rappresentano un piacevole intrattenimento da proporre ai nostri bambini magari un attimo prima di metterli a letto per la nanna. Oggi vi racconteremo Il Lupo e l’agnello, che, nelle intenzioni dell’autore, ci mostra quanto sia facile per i prepotenti (in questo caso il lupo) opprimere i più fragili e indifesi (l’agnello) e, ahìnoi, sappiamo bene quanto sia vero tutto questo ancora oggi, a secoli di distanza dal tramonto dell’epoca imperiale.

Il principe Ranocchio

La favola che vi raccontiamo oggi forse non è notissima in questa versione, tuttavia può essere considerata a pieno titolo un classico. Chi infatti non ha mai sentito del principe che trasformato in ranocchio riprende le sue sembianze una volta baciato dalla principessa? Certo la protagonista della nostra favola è un po’ più schizzinosa, però….buona lettura!

Nei tempi antichi, quando desiderare serviva ancora a qualcosa, c’era un re, le cui figlie erano tutte belle, ma la più giovane era così bella che perfino il sole, che pure ha visto tante cose, sempre si meravigliava, quando le brillava in volto. Vicino al castello del re c’era un gran bosco tenebroso e nel bosco, sotto un vecchio tiglio, c’era una fontana. Nelle ore più calde del giorno, la principessina andava nel bosco e sedeva sul ciglio della fresca sorgente. E quando si annoiava, prendeva una palla d’oro, la buttava in alto e la ripigliava; e questo era il suo gioco preferito.

Ora avvenne un giorno che la palla d’oro della principessa non ricadde nella manina ch’essa tendeva in alto, ma cadde a terra e rotolò proprio nell’acqua. La principessa la seguì con lo sguardo, ma la palla sparì, e la sorgente era profonda, profonda a perdita d’occhio. Allora la principessa cominciò a piangere, e pianse sempre più forte, e non si poteva proprio consolare. E mentre così piangeva, qualcuno le gridò: “Che hai, principessa? Tu piangi da far pietà ai sassi.” Lei si guardò intorno, per vedere donde venisse la voce, e vide un ranocchio, che sporgeva dall’acqua la grossa testa deforme. “Ah, sei tu, vecchio ranocchio!” disse, “piango per la mia palla d’oro, che m’è caduta nella fonte.” 

Fiabe celtiche per bambini

Le fiabe, ormai si sa, aiutano i bambini a crescere e a scoprire il mondo che li circondano. Alcune, ed in particolare le fiabe dal mondo, offrono ai bambini la possibilità di entrare in contatto con tradizioni e culture diverse. Le fiabe celtiche, ad esempio, narrano di antiche popolazioni dell’Europa centro-occidentale, i celti.

La Volpe e l’Oca

Una volpe aveva catturato una bella oca grassa che dormiva accanto a un specchio d’acqua.
Mentre l’oca starnazzava e fischiava, la volpe la schernì:
«Sì sì, schiamazza pure», disse la volpe, «ma se invece di essere io a tenere in bocca te, fossi tu a tenere me, cosa faresti?»
«Be’», disse l’oca, «è facile a dirsi. Congiungerei le mani, chiuderei gli occhi, reciterei una preghierina di ringraziamento e ti mangerei».
La volpe congiunse le mani, fece una faccia solenne, chiuse gli occhi e recitò la preghierina di ringraziamento.
Ma mentre lo faceva l’oca spalancò le ali e se la filò, allontanandosi sull’acqua.
«Ne farò una regola di vita», borbottò la volpe, leccandosi le labbra rimaste asciutte, «non pronùncerò mai più una preghiera di ringraziamento fino a che non avrò la preda nella pancia».

Favole per bambini di Leonardo da Vinci

Scrittore, pittore, scienziato e artista italiano, Leonardo da Vinci è considerato uno dei più grandi geni dell’umanità. Tra la miriade dei suoi lavori, Leonardo ci ha lasciato anche diverse favole. Protagonisti delle sue fiabe sono soprattutto animali ed elementi della natura. Quelle di Leonardo da Vinci sono favole semplici che ben si adattano ai piccoli lettori e che, care mamme, potete leggere o far leggere ai vostri bambini.

Il granchio

Un granchio si accorse che molti pesciolini, anziché avventurarsi nel fiume, preferivano aggirarsi prudenti intorno ad un masso. L’acqua era limpida come l’aria, e i pesci nuotavano tranquilli godendosi l’ombra e il sole. Il granchio attese la notte, e quando fu sicuro che nessuno lo avrebbe visto, andò a nascondersi sotto il masso.

Favole per bambini: A toccare il naso del re di Rodari

Scrittore e pedagogista italiano, Gianni Rodari ci ha lasciato moltissimi scritti per bambini: favole, filastrocche, poesie, etc.. L’obiettivo principale delle opere di Rodari è quello educativo che grazie alle favole e alle filastrocche diventa allegro e divertente anche quando si trattano temi importanti e seri.

Oggi, care mamme, voglio proporvi una bella favola dello scrittore italiano tratta dalla sua opera  Favole al telefono.

A toccare il naso del re

Una volta Giovannino Perdigiorno decise di andare a Roma a toccare il naso del re. I suoi amici lo sconsigliavano dicendo: “Guarda che è una cosa pericolosa. Se il re si arrabbia ci perdi il tuo naso con tutta la testa”.
Ma Giovannino era cocciuto. Mentre preparava la valigia, per fare un po’ di allenamento andò a trovare il curato, il sindaco e il maresciallo e toccò il naso a tutti e tre con una prudenza e abilità che non se ne accorsero nemmeno.

Il Canto di Natale, Sgrooge incontra Marley

Il Canto di Natale è tra le opere più note di Charles Dickens, scrittore inglese vissuto nell’800; questo grazie anche alla deliziosa trasposizione cinematografica della Walt Disney che ne fece un cortometraggio della durata di 24 minuti nel lontano 1983.

Il Canto di Natale narra la storia di Ebenezer Sgrooge, uomo d’affari avaro e scontroso (che neanche a dirlo nel cartone Disney è impersonato da zio Paperone), il quale decide di cambiare la propria vita e maturare “buoni sentimenti” verso il prossimo dopo una tumultuosa notte di natale in cui riceve la visita di quattro fantasmi che, in modo del tutto particolare, lo inducono a riflettere sulla propria esistenza arida di affetti e sentimenti: il primo è il suo l’ex socio e malfattore Marley (Pippo), ormai finito in catene all’inferno, che gli preannuncia la visita di altri tre spiriti durante la notte: lo spirito del natale passato (il Grillo parlante), lo spirito del natale presente (Willie il gigante) e lo spirito del natale futuro (un terribile Pietro Gambadilegno).

Un classico indimenticabile che bisogna assolutamente riproporre ai nostri bambini, magari raccontandogli di quella volta che mamma, ancora bambina, andò a vederlo al cinema. Dopo il salto i primi dieci minuti del film d’animazione Disney

Una fiaba araba: il principe serpente

Il mondo arabo è ricco di luoghi e tradizioni affascinanti e magici. Nelle fiabe arabe si ritrovano molti dei tratti tipici di questo mondo:  personaggi e ambientazioni che esprimono appieno la ricchezza e le sfumature delle culture e dei popoli arabi. Oggi, ho scelto di condividere con voi una fiaba persiana dal titolo Il principe serpente.

C’erano una volta un re ed un visir che erano vecchi amici. Un giorno le loro mogli scoprirono di aspettare un bambino e tutti insieme decisero che se fossero venuti al mondo un bambino e una bambina li avrebbero fatti sposare.
Ma al momento del parto, la moglie del re partorì un serpente, mentre la moglie del visir una bambina molto bella. Il serpente e la bambina, nonostante tutto,crebbero insieme: la bambina era felice del suo strano amico, per lei, infatti, il serpente non era un animale brutto e viscido.
Un giorno, quando erano grandicelli, i due stavano giocando insieme quando all’improvviso la pelle del serpente si ruppe, cadde a terra e uscì un bellissimo ragazzo.

La piccola fiammiferaia di Andersen

C’era una volta una piccola e povera bambina che camminava a piedi nudi per la città. Erano gli ultimi giorni dell’anno e fuori faceva molto freddo. La mamma aveva dato alla bimba un paio di pantofole ma erano troppo grandi e la piccola le aveva perse per strada ed un bambino un po’ monello ne rubò una. La piccola bambina aveva nelle tasche del vecchio grembiule che indossava tantissimi fiammiferi che doveva vendere. In giro, però, c’era poca gente perchè tutti erano impegnati con i preparativi delle feste e la piccola bambina non aveva guadagnato nemmeno uno spicciolo. Stanca e infreddolita la bambina si sedette per terra nella neve: non voleva tornare a casa perchè aveva paura che il papà la pichiasse vedendola tornare senza un soldo. La piccola fiammiferaia aveva molto freddo e le sue mani erano congelate. Per questo pensò di scaldarsi con i fiammiferi che aveva: ne prese uno dalla tasca e lo sfregò contro il  muro. Una piccola fiamma si accese e la bambina immaginò di essere seduta accanto ad una stufa. Le mani ed i piedi della bimba iniziarono a scaldarsi ma presto la fiamma si spense e la stufa scomparve.

La zanzara ed il leone

Esopo è uno scrittore greco vissuto nel VI sec. a.C. Nella sua vita scrisse numerose favole i cui personaggi sono per lo più animali. Oggi vogliamo proporvi uno dei suoi racconti dal titolo La zanzara ed il leone.

C’era una volta una piccola zanzara molto furba e sicura di se. Un giorno, stanca di giocare sempre con le solite amiche decise di andare dal Re della foresta e sfidarlo. Andò, così, alla ricerca del leone e dopo averlo trovato lo salutò con un bell’inchino. Il leone, che in quel momento si trovava sulla riva di un fiume e stava facendo uno dei suoi più bei pisolini, rispose, sbadigliando, all’inchino della zanzara con un semplice «Buongiorno!».  La zanzara allora disse al leone: «Maestà, sono venuta qui davanti a Voi per lanciarvi una sfida!». Il leone, incuriosito dalla cosa, si fermò ad ascoltare. «Voi, caro leone -continuò la zanzara- credete di essere il più forte degli animali eppure io sono sicura che se facessimo un duello riuscirei a sconfiggervi!»

Cappuccetto Rosso

C’era una volta una bella bambina che tutti chiamavano Cappuccetto Rosso perchè sul capo portava sempre un cappuccetto di velluto rosso che le aveva regalato la sua nonna. Una mattina la sua mamma le chiese di portare una bottiglia di vino e una focaccia alla nonna che viveva in una bella casetta di legno aldilà del bosco raccomandandole di fare presto e di non lasciare mai il sentiero.

Fu così che la piccola Cappuccetto Rosso si mise in cammino e, ormai giunta a metà strada, incontrò un grosso lupo. La bimba però non aveva idea che si trattasse di animale tanto pericoloso e rispose gentilmente al suo saluto: “Buongiorno, Cappuccetto Rosso, dove vai così di buon mattino?”“Vado a trovare la mia nonna che è tanto malata”“E cosa le porti di buono?”“Una bottiglia di vino e una focaccia”“E dove abita la tua dolce nonnina?”“In una casetta non lontano da qui, sotto le tre querce aldilà del bosco”.

Le favole aiutano i bambini a crescere

L’abitudine di raccontare una favola ai bambini prima d farli addormentare è un vero toccasana per grandi e piccini. Le favole, infatti, oltre ad essere un momento di relax, rappresentano un elemento fondamentale per lo sviluppo educativo e formativo del bambino. Le storie, attraverso i vari personaggi e le loro vicende che rimangono impresse nella fantasia del bimbo, spiegano a livello simbolico la realtà e i suoi problemi. Il bambino, in questo modo, riesce ad interiorizzare facilmente, guidato dall’immaginazione, concetti e situazioni. Grazie al racconto, inoltre, il bambino apprende regole, valori e modi di comportarsi che lo aiuteranno nella vita di tutti i giorni.

Il  momento della favola aiuta a rafforzare il legame tra il bambino ed i genitori. La lettura della fiaba, infatti, crea un’atmosfera magica ed intima e permette ai genitori di ritagliarsi un momento tutto loro per stare con i propri figli. Per questo, è importante che mamma e papà si alternino nella lettura delle favole per rafforzare ciascuno il proprio rapporto con il piccolo.

Il lupo e il cane

Il lupo e il cane è una favola scritta dallo scrittore latino Fedro. In questo racconto, con grande originalità, Fedro inverte i tradizionali ruoli dei due animali, facendo del cane l’emblema del servilismo e del lupo un eroe della libertà. Ecco di seguito per voi il racconto liberamente tratto dal testo originale di Fedro.

C’era una volta un lupo molto magro ed affamato che incontrò casualmente un cane cicciottello. Dopo essersi salutati, il lupo disse al cane: «Come fai ad essere cosi bello grasso? Io, che sono molto più forte di te, sto morendo di fame». «Anche tu -rispose il cane- potresti star bene come me se solo riuscissi a trovare un padrone da servire come faccio io!». «E come?» disse il lupo. «Sorvegliando e proteggendo la sua casa giorno e notte». «Lo farei volentieri- disse il lupo- perchè non ce la faccio più a sopportare pioggia, neve e vento e a vagare senza meta per i boschi. Preferirei avere un tetto sulla testa e tanto cibo caldo senza far niente». «Allora – gli disse il cane- seguimi!».