La medicina ha fatto enormi progressi negli ultimi cinquanta anni. Il parto è più sicuro e si sono moltiplicate a dismisura la cure e le attenzioni rivolte a mamma e bambino nei punti nascita, dal momento del travaglio al post parto. L’epidurale, il cesareo, l’ossitocina hanno cambiato il modo in cui mettiamo i nostri figli al mondo ma un piccolo prezzo da pagare per noi mamme c’è: l’aumento della durata media del travaglio.
fase espulsiva del parto
I Racconti del parto: come è nato il mio primo figlio
Buongiorno mamme, come promesso oggi vi racconterò come è nato il mio primo figlio e spero che la mia storia possa essere di aiuto a qualche panciona in procinto di mettere alla luce il proprio cucciolo. Dunque il mio primo figlio è nato il 6 dicembre del 2005, esattamente a 40 settimane e un giorno, che puntualità! Ma partiamo con il dire che la mia attenzione nelle ultime settimane di gestazione era un pò orientata ad altro infatti il 17 novembre era venuto al mondo il mio primo nipote ed io ero molto concentrata nel conoscerlo e nell’accudirlo in attesa che nascesse mio figlio, devo dire che questo diversivo mi è stato utile per non vivere con ansia le ultime settimane. Ma torniamo a noi, la notte del 6 dicembre ho cominciato a sentire molte contrazioni e soprattutto ho potuto vedere che avevo perso il famoso tappo mucoso, la cosa che però mi ha spaventata è stata che questo tappo era, a dispetto di ciò che mi avevano detto, fatto di sangue rosso vivo e non semplicemente striato di sangue “vecchio”. Spaventata dalla cosa ma sempre con molta calma verso le 4 del mattino io e mio marito eravamo in bagno a farci belli per il nostro primogenito che probabilmente sarebbe nato di li a poco, lui si faceva la barba ed io mi lavavo e stiravo i capelli. Se stai pensando che siamo folli, concordo ma la mente umana a volte da dimostrazione di essere un pò “fuori” soprattutto in certe occasioni.
La manovra di Kristeller
Di seguito troverete descritta la manovra di Kristeller, una delle tecniche più impiegate per facilitare il parto. Sono ben consapevole del fatto che il testo che segue potrebbe suscitare in voi future mamme qualche perplessità e per questo motivo farò una breve premessa che riguarda la mia esperienza di parto: quando è nato mio figlio, a causa di mie difficoltà nella fase espulsiva, il ginecologo ha ritenuto opportuno ricorrere a tale manovra e ha chiesto al collega che gli dava una mano in sala parto di eseguirla. Tutto è avvenuto molto tranquillamente, il medico in questione è stato bravissimo ed anche grazie al suo intervento il mio bambino è nato pochi minuti dopo ed io, perfettamente serena, ho potuto finalmente stringerlo tra le braccia.
La manovra di Kristeller, è una manovra ostetrica che prende il nome dal ginecologo tedesco Samuel Kristeller (1820–1900) che la descrisse per primo nel 1867. Si tratta di una manovra che può essere eseguita nella fase espulsiva del parto per facilitare la fuoriuscita della testa del piccolo e consiste nell’applicazione di una spinta, da parte del ginecologo, a livello del fondo dell’utero in contemporanea con le contrazioni; in altre parole durante la contrazione il ginecologo preme con la mano o con l’avambraccio la parte superiore dell’addome della partoriente per agevolare la nascita del bambino.
La fase espulsiva del parto
Oggi vi voglio parlare della fase finale del parto, la cosiddetta fase espulsiva. E’ il momento più coinvolgente del parto quello in cui tu dovrai essere più attiva e nel quale raccoglierai tutte le forze che nascondi dentro di te per far nascere il tuo bambino.
Il periodo espulsivo avviene dopo che la cervice uterina si trova nel momento di massima dilatazione, ovvero ha raggiunto i dieci centimetri ed il collo è completamente appianato. Questo momento succede appunto alla fase dilatativa e di solito, ma non è una regola, tra le due fase si crea un momento di stop in cui potrai riprendere fiato prima del rush finale. Subito dopo sentirai una fortissima pressione sul retto e avvertirai come un impellente stimolo di andare in bagno e quindi di spingere. A quel punto sarà il tuo corpo a dettare le regole del gioco, tutto avverrà nella maniera più naturale dovrai solo assecondare i messaggi che il tuo fisico ti lancia.
La fase espulsiva ha una durata che varia da un’ora-un’ora e mezzo nel caso si parli di un primo figlio a mezz’ora-un quarto d’ora nel caso si parli di parti successivi. Una variabile fondamentale è rappresentata anche dalla testa del bambino e dal suo peso, più il bimbo è piccolo più sarà facile spingerlo fuori.
Durante la fase espulsiva sfrutterai al massimo la tua muscolatura addominale per effettuare le spinte, sarai attiva e con tutta probabilità farai tutto da sola, perché solo tu sai qual’è il momento migliore.