La celioscopia

Cos’è la celioscopia

La celioscopia, o laparoscopia o pelvioscopia, è una tecnica diagnostica che permette di visualizzare gli organi pelvici e addominali allo scopo di evidenziare eventuali lesioni dell’apparato genitale femminile che non sono visibili con l’ecografia. La celioscopia permette anche di intervenire sulle lesioni eventualmente riscontrate; nel primo caso si parla di celioscopia diagnostica, nel secondo di celioscopia operativa.

Come si esegue la celioscopia

La celioscopia si esegue attraverso l’introduzione, nella cavità peritoneale, di uno strumento a fibre ottiche denominato laparoscopio o celioscopio. Il laparoscopio viene fatto passare attraverso la parete addominale dopo aver praticato un piccolo foro (di solito all’altezza dell’ombelico) e aver introdotto aria nella cavità addominale.

La laparoscopia

Cos’è la laparoscopia

laparoscopiaLa laparoscopia è una tecnica chirurgico-diagnostica che permette al medico di osservare la cavità addominale e pelvica attraverso uno strumento, il laparoscopio, collegato a una telecamera. Analogamente a quanto abbiamo visto a proposito dell’isteroscopia, anche la laparoscopia può essere usata sia a scopi diagnostici (laparoscopia diagnostica) che terapeutici (laparoscopia operativa) e rappresenta in questo caso una tecnica chirurgica meno invasiva rispetto alla tradizionale chirurgia addominale.

La laparoscopia diagnostica, indicazioni

Si parla di laparoscopia diagnostica quando il medico esegue semplicemente un’osservazione della cavità addominale allo scopo di eseguire appunto una diagnosi o verificare lo stato di una patologia in atto. Questa tecnica è indicata in caso di infertilità e dolori pelvici cronici che possono essere entrambi sintomi di endometriosi.

La laparoscopia operativa

Si parla di laparoscopia operativa quando viene eseguito un vero e proprio intervento chirurgico; questa tecnica è indicata in caso di gravidanza extra-uterina, per la rimozione di fibromi e cisti ovariche, per il trattamento delle lesioni endometriosiche.

La dismenorrea

mestruazioni dolorose

Moltissime di noi accusano durante il ciclo mestruale dei fortissimi dolori all’addome e alla schiena accompagnati da altri sintomi sgradevoli come nausea, vomito e persino diarrea e talvolta il disturbo può farsi così intenso da impedirci di vivere la nostra vita come in tutti gli altri giorni del mese. Si parla in questo caso di dismenorrea. Vediamo quindi di capirci di più:

Cos’è la dismenorrea

Con il termine dismenorrea si indicano le mestruazioni dolorose, disturbo del quale si stima siano affette in maniera particolarmente grave circa il 10% delle donne italiane dall’adolescenza fino ai trenta anni circa. Più precisamente, le mestruazioni cominciano a farsi dolorose all’incirca da sei a ventiquattro mesi dopo la comparsa del menarca (la prima mestruazione); il dolore può precedere di alcuni giorni la comparsa delle mestruazioni stesse per affievolirsi solo con il finire di queste e può essere accompagnato da flusso mestruale molto abbondante (menorraggia), nausea, vomito, diarrea e vertigini.

Endometriosi, aiutiamo la ricerca su questa malattia subdola

200214484-001In questi giorni, precisamente da lunedi’ 5 a domenica 11 aprile 2010 sara’ promossa, attraverso le principali trasmissioni Rai, la Campagna Nazionale della Fondazione Italiana Endometriosi Onlus realizzata con il sostegno del Segretariato Sociale Rai. Questa iniziativa è stata creata per sensibilizzare e dare maggiori informazioni rispetto questa malattia che spesso non viene diagnosticata e che colpisce le donne sin dal loro primo ciclo mestruale, si calcola che in Italia ci siano 3 milioni di casi, 14 milioni in Europa e 150 nel mondo.

Endometriosi, sintomi e cure

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L’Endometriosi è una patologia ancora poco conosciuta che affligge in Italia il 10% delle donne in età fertile (anche se talvolta può persistere dopo la menopausa) ed è rappresentata dalla crescita anomala del tessuto che riveste l’utero, l’endometrio appunto, in altri distretti corporei quali ovaie, vagina, tube, peritoneo ma anche vescica e intestino.

I tessuti uterini cresciuti in sedi anomale rispondono alle mutazioni ormonali che intervengono nel corpo della donna durante il ciclo mestruale esattamente allo stesso modo dell’endometrio che si trova nella propria sede naturale, ossia all’interno dell’utero: si preparano quindi ad accogliere un’eventuale gravidanza attraverso l’aumento delle proprie dimensioni e la modificazione del proprio rivestimento e, nel caso questa non si verifichi, si sfaldano.

Al contrario dell’endometrio uterino però i tessuti e il sangue in eccesso prodotti da questo “endometrio anomalo” non possono essere eliminati attraverso il flusso mestruale e a questa mancata espulsione segue la formazione di cisti e aderenze. I sintomi dell’endometriosi consistono in dolore pelvico cronico, dismenorrea, dolore durante la defecazione e/o l’atto sessuale, affaticamento e, nel 40% dei casi, infertilità, tutti associati più alla sede che all’estensione di tali formazioni che, occorre precisarlo, sono di natura assolutamente benigna.