L’Endometriosi è una patologia ancora poco conosciuta che affligge in Italia il 10% delle donne in età fertile (anche se talvolta può persistere dopo la menopausa) ed è rappresentata dalla crescita anomala del tessuto che riveste l’utero, l’endometrio appunto, in altri distretti corporei quali ovaie, vagina, tube, peritoneo ma anche vescica e intestino.
I tessuti uterini cresciuti in sedi anomale rispondono alle mutazioni ormonali che intervengono nel corpo della donna durante il ciclo mestruale esattamente allo stesso modo dell’endometrio che si trova nella propria sede naturale, ossia all’interno dell’utero: si preparano quindi ad accogliere un’eventuale gravidanza attraverso l’aumento delle proprie dimensioni e la modificazione del proprio rivestimento e, nel caso questa non si verifichi, si sfaldano.
Al contrario dell’endometrio uterino però i tessuti e il sangue in eccesso prodotti da questo “endometrio anomalo” non possono essere eliminati attraverso il flusso mestruale e a questa mancata espulsione segue la formazione di cisti e aderenze. I sintomi dell’endometriosi consistono in dolore pelvico cronico, dismenorrea, dolore durante la defecazione e/o l’atto sessuale, affaticamento e, nel 40% dei casi, infertilità, tutti associati più alla sede che all’estensione di tali formazioni che, occorre precisarlo, sono di natura assolutamente benigna.