Genitori si diventa, ma come imparare?

Il professore Enrico Alleva, etologo e neuroscienzato, ha affermato, in occasione di un convegno sull’interpretazione del sorriso del bambino, che le famiglie attuali, molto meno unite di quelle di una volta, specie di quelle di tradizione contadina, sono più inesperte ad affrontare l’educazione del bambino. Prima, le nonne e i nonni tramandavano le loro conoscenze ai figli e ai nipoti ed educare era un compito in qualche maniera più distribuito tra i componenti della famiglia.

Le madri e i padri di oggi sono invece sostanzialmente più soli nel ruolo di genitori.

In quest’ottica si comprendono maggiormente le iniziative quali Genitori si diventa.

Castigo, è un provvedimento giusto per i bambini?

Si vocifera da più parti che la nostra sia una generazione di genitori (ed educatori) permissivi. Non facciamo altro che parlare di quanto sia importante la disciplina e di quanto i nostri figli ne siano carenti; qualcuno si chiede anche se non sarebbe auspicabile tornare al rigore dei nostri genitori, eppure si discute ancora su quanto sia opportuno mettere i bambini in castigo.

Quello che le mamme non “osano” ammettere

La perfezione non esiste e lo sappiamo bene. Una cosa tipica delle donne, soprattutto quando si diventa mamma, è la paura dei giudizi degli altri, di non apparire all’altezza del ruolo. Non se avete notato, ma è pieno di signore che sanno sempre come risolvere la situazione e cosa è meglio per il vostro bambino. Un tempo c’erano le amiche, le nonne (la suocera per l’esattezza) o le vicine di casa, pronte a fornire i loro fantastici consigli non richiesti, oggi ci si è messa anche la tv, con i programmi con le tate a farci capire quante cose sbagliamo.

A 15 mesi i bambini sanno già distinguere tra bene e male

 

Il bambino non ha la percezione del pericolo e di cosa sia giusto e cosa no. Questo è quello che pensano molti genitori ansiosi, ma non è totalmente vero. Ci tengo a mettere l’accento sulla parola “totalmente” perché lo studio di cui sto per parlarvi sostiene che i piccoli a 15 mesi abbiano già abbastanza chiara la differenza tra bene e male. Sono però dell’idea che queste teorie, come sempre, vadano prese con le pinze e non debbano farci calare la soglia di attenzione.

In carcere per uno schiaffo al figlio, storia di un italiano a Stoccolma

In carcere per un ceffone. E’ successo a Giovanni Colasante, consigliere comunale di Canosa di Puglia, che, durante una vacanza in Svezia, è finito in manette con l’accusa di aver maltrattato il figlio dodicenne a pochi minuti dall’imbarco su un battello che avrebbe dovuto condurli, con il resto della famiglia, in crociera tra i fiordi.

Sembra infatti che l’uomo, al culmine di un aspro rimprovero, abbia mollato una sberla al bambino causando così la reazione dei passanti i quali avrebbero chiamato la polizia, che, subito intervenuta, lo ha addirittura arrestato. E si, arrestato. Perchè in Svezia è difficile che un gesto simile passi del tutto inosservato, dal momento che schiaffeggiare i bambini, come qualunque altra forma di lieve violenza (sculacciate e compagnia) verso i figli, è considerata reato.

I mancini sono più felici: mai correggere i bambini

Scrivere con la mano sinistra un tempo non era una bella cosa. I bambini venivano corretti e obbligati a scrivere con la destra. Per fortuna, la situazione è cambiata e oggi si guarda a mancinismo con positività, come qualcosa di naturale. Sono state superate quelle teorie (piene di superstizione) che associavano l’uso della sinistra (la mano del diavolo) alla sfortuna e alla negatività.

Mamme “bugiarde” per il loro bambino

 

Dire qualche bugia per coprire il proprio bambino. Chi non lo ha fatto? Capita a tutte le mamme di omettere qualche dettaglio per far apparire il proprio piccolo come il bimbo più perfetto del mondo. Non lo si fa neanche consapevolmente o con malizia, è un comportamento istintivo, da mamma.

Sculacciare i bambini li rende più bugiardi

Avete mai dato una sculacciata al vostro bimbo? Capita a molti genitori di sgridare il proprio figlioletto e ogni tanto dare una pacca, magari sul pannolino. Poi ci sono purtroppo adulti che considerano le sberle un metodo educativo. Ovviamente, la violenza non deve e non può essere accettata come strumento per insegnare al piccolo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

consigli per mamme di gemelli

Gemelli, istruzioni per l’uso

consigli per mamme di gemelli

Se la nascita di un bambino è, a detta di tutti i genitori, uno sconvolgimento epocale nella propria vita, quando la cicogna consegna un pacco doppio (o triplo, o di più!) la sfida diventa davvero impegnativa. Da mamma di gemelli che si è confrontata molto e a lungo con altri genitori nella stessa situazione, voglio passarvi le mie  5 regole d’oro, augurandomi che siano utili a voi come lo sono state, e lo sono, per me.

Come insegnare al bambino ad essere ordinato

Insegnare l’ordine ai bambini non è una cosa semplice, purtroppo. I piccoli hanno le loro inclinazioni caratteriale e correggerle a volte può essere davvero un’impresa, ciò che conta però è non rimandare. Vi assicuro che continuare a ripetere: “Aspettiamo che sia più grande”, non è la scelta giusta. Per insegnare a riordinare le proprie cose, è necessario fingere che tutto sia un gioco.

Abituare i bambini a trovare tutte le loro cose in un posto preciso regala un senso di familiarità. È rassicurante sapere che nel cesto ci sono i lego, sul letto i pupazzi, nel primo cassetto le macchine e sulla mensolina i libretti colorati. Crea un ambiente piacevole per i piccolini, ma anche un luogo, dove possono muoversi con senso pratico.

Le dita nel naso, come correggere questo vizio?

È davvero un vizio poco carino quello di mettersi le dita nel naso. Ci sono però bambini che esplorano molto serenamente le loro narici, in qualsiasi momento della giornata. Care mamme, non imbarazzatevi perché una cosa molto normale. Purtroppo la buona educazione dice che certi atteggiamenti non dovrebbero essere manifestati in pubblico. Ma come spiegarlo al bambino?

Anche questa cosa fa parte dell’educazione che il genitore, con tanta fatica, deve impartire al piccolo. La cosa fondamentale è non trasformare un gesto istintivo come in qualcosa di proibito, ottenendo così l’esatto opposto. Non è una novità che i piccoli per provocazione facciano il contrario di ciò che viene loro vietato.

Il bambino si tocca spesso il pisellino, perché?

Ci sono dei comportamenti un po’ imbarazzanti per gli adulti, ma per i bambini tutto è lecito e soprattutto spontaneo. Un gesto considerato “poco opportuno” dal galateo è quello di toccarsi il pisellino, soprattutto davanti agli altri. Affronto quest’argomento dopo aver passato un pomeriggio in compagnia di mio nipote (5 anni di vivacità assoluta) e aver ascoltato sua madre ripetere diverse volte: “Togli quella manina da lì”.  Perché questo gesto e così ripetuto?

I motivi possono essere diversi. Prima cosa: un fastidio ai genitali, magari dovuto a una piccola irritazione causata da una mutandina un po’ troppo stretta o dal pannolino (per i più piccoli), altrimenti anche dall’istinto di dover far pipì. Ci sono bambini che pur di non interrompere il gioco, preferiscono tenere lo stimolo. Hanno paura di perdersi un momento magico. È bene quindi premurarsi di capire se il gesto rientra in queste due variabili. Nel primo caso, chiedete al pediatra un consiglio e sicuramente vi darà una pomata o magari è sufficiente cambiare biancheria intima o marca di pannolini, nel secondo invece dovete assolutamente forzare il bimbo ad andare in bagno.

Come insegnare ai bambini a non urlare quando parlano

Il vostro bambino ha il brutto di vizio di urlare? Non vi preoccupate, non è un vizio solo suo. I piccoli attraversano una fase in cui tendono ad alzare tantissimo la voce e per rivolgersi ai genitori e per giocare. Fanno talmente rumore che è difficile parlare al telefono o intrattenere una conversazione serena con altri adulti.  Lo so, cari genitori: non è facile insegnare a moderare la voce. Forse, è uno degli scogli più complicati, ma bisogna intervenire.

La prima cosa da fare è non ignorarli. Ci sono persone convinte che non dando attenzione al bambino, questo possa imparare a capire da solo che il suo atteggiamento è sbagliato. Mi spiace, ma non è così. E questa regola vale per le parolacce o per tutti quei comportamenti provocatori. I piccoli sono delle persone e vanno stimolati al ragionamento.