Quanti esami in gravidanza! Sono tutti utili e necessari? Chi sceglie di farsi seguire da un ginecologo privato mediamente fa un’ecografia al mese, una a controllo. Secondo le nuove linee guida, in via di pubblicazione, elaborate dal Royal College of Obstetricians and Gynaecologists, non bisognerebbe fare un’ecografia fetale prima della decima settimana. Come mai? Secondo gli esperti gli ultrasuoni mettono i piccolino a rischio.
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Ecografia di secondo livello: cos’è e quando si fa
Tra gli esami facenti parte della diagnosi prenatale c’è anche l’ecografia di secondo livello. Nonostante l’alta percentuale dei bambini sani alla nascita, che si quantifica intorno al 96%, può accadere, purtroppo, che in 1 caso su 100 il neonato presenti dei difetti congeniti. Alla base della maggior parte delle malformazioni ci sono diverse possibili cause, quelle principali comunque sono di natura genetica ed ambientale. Grazie all’ecografia in oggetto è possibile individuare un’alta percentuale di tali malformazioni, variabile tra il 50 ed il 70 %. Ma scopriamo nello specifico che cos’è e quando si fa l’ecografia di secondo livello.
Il terzo mese di gravidanza, cosa aspettarsi?
Giunti al terzo mese di gravidanza ormai la donna ha maturato la consapevolezza di essere incinta, anche se non ne avverte ancora i sintomi. Credo proprio che la sensazione “ok, sto per avere un bambino” nasca in noi un po’ alla volta, magari con la prima ecografia o le prime nausee. Il terzo mese è comunque un periodo di gioia ma anche dell’ annuncio.
Usa, donne obbligate a guardare l’ecografia prima dell’aborto
Questo è un tema molto delicato. L’aborto divide tantissimo l’opinione pubblica: ci sono persone a favore, persone contrarie, persone che vorrebbero che anche il resto del mondo fosse contrario e persone che non ammettono l’aborto, ma partono dal presupposto che sia una scelta privata. Sono sicura però di una cosa, qualsiasi sia la fazione c’è un fattore condiviso: il rispetto della donna.
Esami radiologici in gravidanza, rischi e precauzioni
Tutte quante noi ci auguriamo di no ma potrebbe accadere a chiunque di aver bisogno di effettuare un esame radiologico mentre si è in gravidanza. In alcuni casi è possibile rimandare mentre in altri la futura mamma deve necessaraimente sottoporsi a questo tipo di accertamento. Ma i rischi sono davvero così elevati? E cosa si può fare per ridurli al minimo?
Aborti spontanei; quando è detta l’ultima parola?
Nella maggior parte dei casi l’aborto spontaneo, ovvero l’interruzione prematura e non voluta di una gravidanza, si verifica nel corso del primo trimestre di gestazione. In genere, quando accade durante le primissime settimane, si assiste alla completa espulsione di placenta ed embrione accompagnata da sintomi quali emorraggia e dolori al basso ventre che scompaiono nel giro di pochi giorni. In alcuni casi invece l’aborto spontaneo è incompleto poichè embrione e placenta non vengono completamente espulsi e il dolore e il sanguinamento continuano fino all’intervento del ginecologo.
L’ecografia mammaria
Cos’è l’ecografia mammaria
L’ecografia mammaria, o ecografia senologica, è un accertamento diagnostico che viene svolto utilizzando ultrasuoni e non radiazioni ionizzanti, coma abbiamo visto a proposito della mammografia. E’ un esame piuttosto semplice e non invasivo, del tutto simile a qualunque altro tipo di ecografia.
Come si svolge l’ecografia al seno
Una volta giunta in ambulatorio il medico ti farà stendere su un lettino da visita. Una volta scoperto il torace, la parte da esaminare viene cosparsa con un po’ di gel che serve a far passare meglio gli ultrasuoni, quindi viene fatta scorrere sulla superficie del seno una sonda collegata ad una apparecchio, l’ecotomografo. Durante l’ecografia, che dura in genere poco più di un quarto d’ora, non si prova alcun fastidio; inoltre prima che venga eseguita non vengono somministrati farmaci e non viene praticata anestesia. Le immagini del tessuto mammario rilevate attraverso la sonda vengono trasmesse ad un ecografo e sono immediatamente visibili sul monitor.
Un test predice l’arrivo della pubertà nei maschietti con un anno di anticipo
Il nostro bambino sta crescendo bene? Ormai è già un ometto, ma le preoccupazioni sono sempre le stesse. Diventerà un adulto sano e forte, sarà alto e starà bene di salute? Sono le classiche preoccupazioni di mamme e forse un nuovo test potrà togliere qualche ansia. Sono infatti stati individuati i marker nel sangue in grado di predire la pubertà degli uomini con un anno di anticipo rispetto alla comparsa dei segnali clinici noti, come l’aumento del volume testicolare e la crescita in altezza dei ragazzi, conseguente l’attivazione delle ghiandole ipotalamica, pituitaria e gonadica.
A fare questa scoperta sono stati gli esperti del Dipartimento di fisiopatologia medica dell’università di Roma ‘La Sapienza’ e hanno ricordato che esistono alcuni segnali ormonali a scandire con largo anticipo la crescita: il testosterone cresce parallelamente all’altezza e le gonadotropine aumentano due semestri prima dell’aumento del volume dei testicoli. Conoscere il momento dello sviluppo non è solo un capriccio di mamma, ha implicazioni importanti sulla salute.
Esami ecografici: l’isterosonografia
La salute dell’apparato genitale femminile è fondamentale per preservare la fertilità di una donna. Per questo, sono numerose le metodologie impiegate dalla medicina per analizzare l’apparato genitale femminile, formulare eventuali diagnosi e individuare il corretto approccio terapeutico. Gli esami ecografici rappresentano, in tal senso, il principale strumento per il controllo dell’utero e dell’apparato riproduttivo in generale. Si va dalla semplice ecografia pelvica o transvaginale ad esami più complessi come l’isterosalpingografia, l’isterosonografia, l’isteroscopia e la laparoscopia.
Cosa è l’isterosonografia?
L’isterosonografia (o sonoisteroscopia) è un esame ecografico della cavità uterina che consente di individuare con una certa precisione la presenza di anomalie. Si differenzia dalla classica ecografia transvaginale grazie all’utilizzo di un mezzo di contrasto che viene iniettato nella cavità uterina.
Ipertensione e gravidanza: la gestosi
Cosa è la gestosi e come si presenta?
La gestosi è una patologia che si manifesta nel terzo trimestre di gravidanza e rappresenta un fattore di pericolo sia per la madre che per il bambino. I sintomi tipici della malattia sono l’ipertensione, la proteinuria (perdita di proteine con le urine) e l’edema (gonfiore agli arti inferiori).
Quali sono i fattori che possono provocare la gestosi?
La gestosi può presentarsi più frequentemente nelle donne che già soffrono di ipertensione e che in gravidanza subiscono un peggioramento di una condizione preesistente. Nelle donne che invece non hanno mai manifestato sintomi di pressione alta, la gestosi viene provocata da alterazioni della placenta, la quale inizia a liberare sostanze tossiche che determinano l’innalzamento della pressione arteriosa e il rilascio di proteine nelle urine.
Le ecografie da eseguire in gravidanza
Il numero di ecografie fissato dal protocollo del Ministero della Salute che una futura mamma dovrebbe eseguire nel corso di una gravidanza normale (cioè senza rischi) è di 3. Sono prestazioni di tipo gratuito sempre che vengano effettuate presso strutture pubbliche.
La prima ecografia va eseguita entro il primo trimestre e permette di stabilire l’età dell’embrione (permettendo in questo modo, se necessario, anche di spostare la data presunta del parto), se si tratta di un parto gemellare ed è in grado di stabilire se sussistono alcune condizioni patologiche come la cosiddetta gravidanza extra uterina. Inoltre, grazie alla valutazione della traslucenza nucale c’è anche la possibilità di individuare la presenza o meno di alcune patologie cromosomiche (come la Sindrome di Down).