Bambini abbandonati in ospedale, un trend in crescita

Separarsi dal proprio bambino, per necessità o perché non ci si sente pronte a diventare mamme. Sono tantissime le donne che scelgono di non abortire, ma che abbandonano il loro piccolo in ospedale, sperando sia accolto e accudito da persone qualificate e, soprattutto, possa avere una famiglia che lo ami. Ogni anno, queste situazioni si verificano con una certa frequenza: pensate, che solo a Roma sono circa 60 i casi.

È un trend decisamente in crescita perché nella capitale, fino a qualche anno fa, gli orfanelli in ospedale non superavano i 40/50 casi. È anche il segno di una società in continuo mutamento: non esistono più, per fortuna, gli aborti illegali e molte donne, soprattutto le immigrate, non sanno a chi rivolgersi per mettere fine alla loro gravidanza. La soluzione? Rivolgersi a una struttura pubblica e poi scappare. Quello di queste donne è comunque un gesto d’amore: di solito sono mamme giovanissime, senza mezzi per crescere un figlio. È questo forse il sacrificio più grande.

Da Save the Children i paesi sì e quelli no per diventare madre

Paesì sì e paesì no per diventare madre

Se per i paesi industrializzati diventare mamma e crescere un bambino è abbastanza semplice (ma se l’Italia si colloca tra questi paesi perché un milione di mamme vive in povertà? Qualcosa che non funziona deve quindi esserci) ci sono paesi nel mondo in cui diventare madre, allevare (vivere e far sopravvivere) un bambino è una vera e propria impresa.

Save the Children, che come è ben noto si occupa dell’infanzia ha stilato una vera e propria classifica, chiamata “Report Mother Index” dei posti migliori e di quelli peggiori in cui essere madre.

Ed ecco la top ten dei paesi sì:

1) Norvegia
2) Australia
3) Islanda
4) Svezia
5) Danimarca
6) Nuova Zelanda
7) Finlandia
8 ) Olanda
9) Belgio
10) Germania