Dopo il quinto mese il bambino dorme quanto i genitori

Notti in bianco cullando il vostro bambino? Ci sono genitori che non ne hanno dimenticata neanche una e futuri genitori che dormono beati, conviti che presto non potranno chiudere più neanche un occhio. Non è proprio così ed è anche inutile fasciarsi la testa. Secondo un nuovo studio pubblicato su Pediatrics, dopo i primi tre mesi di notti insonni, forse, c’è la possibilità di dormire. Infatti, dopo questa prima fase, il bambino dovrebbe dormire normalmente.

A sostenere questa tesi sono la dottoressa Jacqueline Henderson e i colleghi dell’Università di Canterbury a Christchurch, che hanno scoperto che i bambini seguono ritmi diversi per il sonno notturno. E’ inutile credere che ci siano delle regole fisse, valide per tutti:  c’è il bambino che inizia a dormire regolarmente dopo due mesi, e c’è quello che lo fa dopo tre e, infine c’è quello che ha il sonno leggero e probabilmente non sarà, anche da grande, un gran dormiglione. Questo cosiddetto sonno regolare andrebbe dalla mezzanotte alle cinque del mattino. Cinque ore tirate, quelle che in teoria ha bisogno il corpo umano per essere in forma.

Il sonnambulismo nel bambino

Il sonnambulismo rientra nel novero delle parasonnie, termine con il quale si indicano tutte le anomalie che possono interessare, e disturbare, il sonno del bambino.

Cos’è il sonnambulismo

Il sonnambulismo, altrimenti detto attività automatica nel sonno, è un disturbo che generalmente fa la propria comparsa fra i quattro e gli otto anni di età (più raramente nei primi tre anni di vita) per risolversi spontaneamente durante l’adolescenza. E’ più facile che si verifichi se in famiglia ci sono stati altri casi ed interessa in ugual misura i maschietti e le femminucce. Ciascun episodio di sonnambulismo si protrae per circa dieci minuti, durante questo tempo il bambino può scendere dal letto, girovagare per casa e fare delle cose delle quali al risveglio non ha alcun ricordo.

Il sonnambulismo è un disturbo grave?

Il sonnambulismo del bambino non deve rappresentare un motivo di eccessiva preoccupazione per mamma e papà, come già detto il disturbo si risolverà spontaneamente nel corso dell’adolescenza. Tuttavia, è necessario rendere la casa più sicura possibile (ad esempio sbarrando porte e finestre e chiudendo l’accesso alle scale) per evitare che il piccolo possa farsi male durante un episodio.

La sindrome da eccessiva ingestione di liquidi

Cos’è la sindrome da eccessiva ingestione di liquidi

Con il nome di sindrome da eccessiva ingestione di liquidi si indica un disturbo del sonno tipico del primo anno di vita del bambino. Il disturbo è caratterizzato da frequenti risvegli notturni ai quali segue l’impossibilità da parte del piccolo di riaddormentarsi se non dopo aver assunto liquidi quali acqua, latte, camomilla o tisane. La sindrome si diagnostica quando il piccolo si sveglia per bere almeno tre volte ogni notte e ingerisce una quantità di liquidi pari a 350 ml.

La sindrome da eccessiva ingestione di liquidi, le cause

Quando il bambino mette in atto questo comportamento per prima cosa bisogna accertarsi che alla base del disturbo non ci siano cause organiche. Il fatto che il piccolo si svegli frequentemente in piena notte per bere potrebbe far pensare, ad esempio, che sia affetto da patologie quale il diabete, che può manifestarsi proprio con una intensa sete notturna. Il pediatra prescriverà quindi, se opportuno, le analisi per il controllo della glicemia. Una volta esclusa questa eventualità è probabile che il bambino si svegli per abitudine e per ottenere il liquido che maggiormente gli aggrada.

La sindrome delle apnee ostruttive

Cos’è la sindrome delle apnee ostruttive

La sindrome delle apnee ostruttive è un disturbo che si manifesta durante il riposo notturno ed è caratterizzato dal blocco del respiro per un tempo pari a 5-6 secondi. A risultare preoccupante però non è la durata degli episodi, quanto piuttosto la loro frequenza, ovvero la quantità di volte in cui si presentano nella stessa notte. Il disturbo viene definito sindrome perchè vi si accompagnano segni quali russamento, respirazione dalla bocca, sonno non riposante, eccesso di sudorazione notturna, tendenza a tonsilliti, raffreddori e otiti. La sindrome colpisce una percentuale di bambini compresa fra l’1 e il 3% fra i 2 e i 5 anni di età. In questo caso possono manifestarsi anche ritmo di crescita rallentato, disturbi del comportamento quali iperattività e deficit di attenzione, risvegli notturni frequenti.

Cocoonababy, la rivoluzione per far dormire i neonati

cocoonababy_whiteCare mamme oggi voglio presentarvi un prodotto che anche una mamma navigata come me ancora non conosceva, domenica sono andata a trovare una coppia di miei cari amici che hanno avuto un bambino, sono entrata nella stanza dove era il cucciolo e nella culla c’era uno strano materassino che all’apparenza sembrava un riduttore, da brava investigatrice delle novità mi sono subito informata e mi è stato detto che in realtà questo strano oggetto si chiama Cocoonababy ed è come un nido dove far riposare i neonati fino a 4 mesi.

Mi sono subito messa su internet ed ho capito meglio di cosa si trattasse, Cocoonababy nasce dall’idea di dare al neonato un luogo dove dormire che ricordi in tutto e per tutto l’utero materno, sia per la mordibezza sia per la possibilità di ritrovare le posizioni e i movimenti prenatali. Questo prodotto nasce dall’esperienza del reparto neonatale del Nord Hôpital a Marsiglia, in Francia, dove sono stati osservati i bambini prematuri e le loro esigenze, dove si è capito che i classici lettini creavano solo problemi, non erano confortevoli e potevano creare disturbi a livello motorio. La chiave del successo del nido Cocoonababy è proprio nel fornire la giusta postura al neonato dandogli il tempo di adattarsi comodamente al nuovo ambiente e di sviluppare la motricità e allo stesso tempo limitando l’insorgere di problemi che possono disturbare i bambini nei loro primi mesi di vita.

I ritmi del sonno, come cambiano nel bambino

ritmi sonno veglia bambini

Come per gli adulti anche nei bambini il ritmo sonno-veglia varia da persona a persona e si modifica con il passare del tempo: alcuni bambini dormono sin dalla nascita più di altri che invece hanno bisogno di meno ore di riposo per ricaricarsi. Con la crescita però tutti i bambini cominciano a necessitare di meno ore di sonno fino ad arrivare a ritmi più vicini a quelli di noi adulti.

Ma come cambia in media il numero di ore di sonno di un bambino da 0 a tre anni? Vediamo:

Dalla nascita ai tre mesi

In questo arco di tempo un bambino può dormire dalle 8 alle 16-17 ore su 24; dipende soprattutto da quanti pasti fa e da eventuali altri fattori che possono recare disturbo (eventuali piccoli malesseri o temperatura inadeguata in casa).

Dai tre ai sei mesi

Il numero di pasti, notturni soprattutto, si riduce, il piccolo giunge nella gran parte dei casi a dormire anche 8 ore a notte.

Disturbi del sonno nel bambino, come prevenirli

disturbi del sonno nel bambino

Che il proprio figlio riesca ad addormentarsi da solo e a dormire per tutta la notte è il sogno più agognato da tutti i genitori. Alcuni bambini arrivano più presto al traguardo, mentre per altri ci vuole un pò più di pazienza: è frequente infatti che i bambini da 1 a 5 anni presentino difficoltà nell’addormentarsi o continuino a svegliarsi anche più volte durante la notte. Vediamo cosa fare per superare la situazione:

Anzitutto, anche se alcuni genitori non hanno alcun problema rispetto al fatto che i bambini vadano a letto insieme al resto della famiglia, a qualunque ora questo accada, in realtà è una buona abitudine stabilire un orario preciso in cui i propri figli, soprattutto piccoli, devono andare a nanna e rispettarlo sempre.

Fondamentale anche stabilire alcuni comportamenti da tenere arrivati a una certa ora (ad esempio già dalla mezz’ora precedente all’orario stabilito): primo fra tutti evitate di coinvolgere il bambino in giochi eccitanti, come rincorrersi, ed elaborate un cosiddetto rito della buonanotte fatto di una successione di eventi che dovranno ripetersi sempre uguali ogni sera: ad esempio fate loro  il bagnetto, dategli la cena, coccolateli, o leggetegli una storia per qualche minuto, e poi metteteli a letto ancora svegli.