Dal 5 al 9 ottobre è in programma la settimana europea dedicata alla dislessia, disturbo specifico dell’apprendimento che colpisce il 3% dei bambini italiani. Spesso oggetto di dubbi e preoccupazioni, l’iniziativa mira ad aumentare la consapevolezza rigurdante il disturbo grazie ad una serie di incontri ed eventi. Ciò che preme sottolineare è come la dislessia non abbia a che fare con l’intelligenza.
dislessia nei bambini
Il rischio di dislessia può essere previsto da una risonanza al cervello
La dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento. Secondo uno studio, basato su una ricerca del Massachusetts Institute of Technology di Boston e pubblicata sul Journal of Neuroscience, una risonanza del cervello sarebbe in grado di prevedere la comparsa della dislessia in età prescolare. Ciò sulla base di evidenti differenze strutturali in alcune zone del cervello nelle quali risiedono le capacità linguistiche.
Editouch, il tablet per i bambini dislessici
Nonostante la resistenza opposta da alcune mamme è sempre più frequente che i bambini si dilettino con strumenti tecnologici come smartphone e tablet. Se questi vengono utilizzati solo per giocare o visualizzare (ahinoi) contenuti sul web è senz’altro opportuno limitarne l’utilizzo perchè non si sviluppi una sorta di dipendenza e non ne derivi un danno al loro sviluppo relazionale ma se possono avere una valenza didattica e aiutare addirittura i bambini affetti da un disturbo specifico dell’apprendimento a migliorare il proprio rendimento scolastico allora ben vengano!
Dislessia bambini, i videogiochi aiutano
Molto spesso i genitori si trovano a dover imporre ai propri figli un uso limitato dei videogiochi. A lungo andare rischiano di creare dipendenza, favoriscono la sedentarietà, a volte anche l’indolenza. Come per tutti gli oggetti però a mio avviso non possono essere demonizzati a prescindere e molto dipende dall’uso che se ne faccia. In base ad un recente studio condotto dall’Università di Padova si sarebbe scoperto che giocare ai videogiochi può essere di un certo aiuto ai bambini dislessici, ed aiuterebbe anche la risoluzione del disturbo.
Dislessia in aumento tra i bambini, spesso le diagnosi sono sbagliate
Ci sono delle malattie che sembrano moderne, nel senso che caratterizzano il nostro secolo, come celiachia, l’intolleranza al glutine, che fino a 15 anni fa era quasi sconosciuta, e la dislessia. Prima i bambini erano definiti disordinati e disattenti, oggi invece appena si nota una pigrizia nell’imparare a leggere o una fatica particolare a prestare attenzione scatta la diagnosi per dislessia. È importante fare una precisazione: si tratta di un disagio, non di una malattia.
Dislessia, un problema sopravvalutato?
In Italia si fanno troppe diagnosi di dislessia. A sostenerlo è il direttore dell’Istituto Italiano di Ortofonologia, Federico Bianchi di Castelbianco, che ha presentato, nei giorni scorsi, i risultati di un’indagine condotta nell’ambito del progetto “Ora si” secondo i quali se è vero che un bambino italiano su cinque presenta disturbi dell’apprendimento non è affatto certo che si tratti sempre di dislessia o di altri disturbi specifici dell’apprendimento.
Dislessia, perchè alcuni bambini guariscono più in fretta di altri?
La dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento che consiste nella difficoltà di lettura corretta e fluente; nel nostro paese si stima che ne sia affetto il 4% dei bambini. Il problema emerge solitamente intorno ai 5-6 anni di età, ovvero quando il piccolo fa il proprio ingresso alle scuole elementari e mostra per la prima volta evidenti difficoltà di apprendimento legate a lettura e scrittura pur presentando uno sviluppo emotivo ed intellettivo del tutto nella norma.
Il bambino affetto da dislessia specifica infatti non mostra alcun deficit intellettivo ma un differente funzionamento delle capacità cognitive legate alle abilità di lettura e scrittura. Inoltre, contrariamente a quanto si credeva un tempo, la dislessia non origina da disagi di tipo psichico nè, meno che mai, è da attribuire a pigrizia o svogliatezza; pare piuttosto sia legata ad alterazioni neurobiologiche a carico delle aree cerebrali coninvolte nei processi di lettura.
La dislessia nei bambini
La dislessia è una malattia che fa parte dei cosiddetti Disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa), e che consiste nella difficoltà da parte del bambino a leggere in modo corretto e fluente; spesso, insieme alla dislessia, si manifestano anche la disortografia, ovvero la difficoltà a scrivere, e la discalculia, cioè la fatica a fare i calcoli.
Questi disturbi dell’apprendimento, in genere si scoprono a scuola o all’asilo, e nonostante siano fenomeni ancora poco conosciuti in Italia, pare che ne soffra il 4% dei bambini in età scolare. È da precisare subito che il bambino che soffre di questi disturbi non ha un deficit delle capacità intellettive: è un bambino con un’emotività e un’intelligenza normali, solo con un diverso tipo di funzionamento delle competenze cognitive.
Se una volta le cause della dislessia venivano attribuite a problemi psicologici, oggi si pensa che questo disturbo sia causato da un’alterazione neurobiologica che provocherebbe il mancato funzionamento di alcune zone del cervello coinvolte nel processo della lettura. Secondo alcune ricerche, la dislessia sarebbe di origine congenita, e a testimonianza di questa tesi c’è il fatto che colpisce prevalentemente i maschi, è preceduta da problemi di linguaggio e, a volte, è ereditaria.