La depressione post partum, così come quella che sorge durante la gravidanza, è una delle esperienze più brutte che una donna possa fare. Lo so bene perchè sono passata attraverso entrambe: allo stato di enorme tristezza e prostrazione che caratterizzò quasi tutta la mia gravidanza infatti non tardò infatti a seguire, dopo qualche tempo, il cosidetto baby blues. Ricordo come se fosse ieri i momenti di enorme vuoto in cui io stessa non sapevo spiegarmi perchè quello che avrebbe dovuto essere uno dei momenti più belli della mia esistenza, l’attesa e, quindi, la nascita di mio figlio, si fosse trasformato in una delle esperienze più dure di tutta la mia vita.
Sinceramente non confidai a nessuno lo stato in cui mi trovavo anche perchè le lacrime che a volte non riuscivo a trattenere venivano equivocate (come se io non fossi felice di stringere finalmente fra le braccia mio figlio!!!!) o sottovalutate con uno “Stai su!” tra l’incoraggiamento e il rimprovero. Un’esperienza difficilissima dalla quale sono uscita molto lentamente, a fatica, con l’aiuto inconsapevole del mio bimbo; un’esperienza che molte, troppe di noi vivono ogni giorno. Leggendo il Corriere infatti, apprendo che nel nostro paese sono 90milla le neomamme che cadono nel tunnel delle depressione post parto e che solo nel 50% dei casi si giunge a una diagnosi e, di conseguenza, ad una terapia.