Il gruppo sanguigno condiziona il concepimento

Numerosi studi hanno confermato che la fertilità femminile dopo i 30 anni crolla quasi del 50%. Un ostacolo davvero grande per tutte quelle donne che attendono, prima di cercare un bambino, di stabilizzare la loro vita professionale e lavorativa. Ora, una ricerca americana, ha trovato un nuovo legame che potrebbe in parte essere d’aiuto a programmare la gravidanza.  Secondo le analisi condotte dall’Albert Einstein College of Medecine di New York su 560 donne, sotto i 35 anni sottoposte a trattamenti per migliorare la fertilità, le signore che hanno gruppo sanguigno zero possono avere difficoltà di concepimento.

Non è una regola fissa, non fatevi prendere dal panico. Conosco tante donne 0 che hanno avuto splendidi bebè, semplicemente, in alcuni casi, può esserci  una relazione tra fecondità e gruppo sanguigno: di base il campanello d’allarme può manifestarsi con un numero inferiore e di più bassa qualità di ovuli.

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Famiglia numerosa, chi può permettersela?

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Nei vostri sogni di ragazza c’è sempre stata una famiglia numerosa? E quando siete diventate donne il vostro sogno è diventato realtà o, fatti i conti con la vita, avete dovuto ridimensionarlo? Capita infatti che il desiderio di avere molti figli non possa essere realizzato perchè la vita pone, almeno a noi comuni mortali, degli ostacoli che non lo permettono e che non hanno nulla a che vedere con eventuali problemi di infertilità della coppia.

Se un tempo infatti erano gli strati più svantaggiati della popolazione a mettere il mondo un maggior numero di figli (e non certo perchè li cercassero) oggi sembra che la tendenza si sia invertita e che avere una famiglia numerosa sia sempre più spesso prerogativa dei ceti sociali più abbienti. In altre parole, sembrerebbe che a fare tanti figli sia solo chi può permettersi di mantenerli e non solo economicamente.

Tecniche di procreazione assistita, la FIVET

fivet

Cos’è la FIVET

Con l’acronimo FIVET (Fertilizzazione In Vitro con Embryo Transfer) si definisce una tecnica di procreazione assistita che consiste nella fecondazione in vitro dell’ovulo e nel successivo trasferimento dell’embrione così ottenuto nell’utero materno. Le probabilità di ottenere una gravidanza con questo metodo sono pari al 18%, anche in presenza di malformazioni dell’apparato genitale femminile. La FIVET viene applicata sempre più spesso in caso di infertilità maschile associata all’inseminazione artificiale con sperma di donatore, procedura che nel nostro paese è però vietata dalla legge 40/2004 che regolamenta le procedure di fecondazione medicalmente assistita.

In quali casi è indicata la FIVET

Il ricorso alla fecondazione assistita in vitro è indicato nei seguenti casi:

  • Infertilità riconducibile a fattore tubarico (alterazioni o ostruzioni delle tube di Falloppio);
  • Endometriosi;
  • Infertilità maschile;
  • Infertilità idiopatica (quando è impossibile cioè stabilire le cause dell’infertilità).

Se il figlio tarda ad arrivare anche l’uomo si stressa

infertilità e stressQuando una coppia non riesce ad avere un bambino l’aspirante mamma può sentirsi molto stressata, soprattutto se non si conosce la causa del fallimento di ogni tentativo di concepire. Come sappiamo bene in questi casi molte donne arrivano addirittura a sentire svilita la propria femminilità con conseguenze devastanti sulla propria autostima.

Tuttavia, se un tempo era solo la donna a risentire sul piano psichico della condizione di infertilità, oggi sembra che le cose siano cambiate e che vissuti di ansia e frustrazione riguardino sempre più spesso anche gli uomini che non riescono ad avere un bambino dalla propria compagna.

Se fino a qualche decennio fa infatti si riteneva che i figli fossero un affare di donne, oggi, con l’avvento del concetto di genitorialità, è la coppia che si pone al centro dell’atto di procreazione ed anche l’uomo si sente maggiormente coinvolto a prescindere dall’origine dei problemi di fertilità.

La sindrome dell’ovaio policistico

ovaio policistico

Alla base di problemi di infertilità vi può essere talvolta la sindrome dell’ovaio policistico, una condizione piuttosto frequente ma della quale le donne che ne sono affette spesso non sono neppure consapevoli.

Cos’è la sindrome dell’ovaio policistico?

La sindrome dell’ovaio policistico (o policistosi ovarica) è una patologia molto diffusa fra le donne infertili e fra quelle che hanno problemi di ovulazione, anche se circa il 25% di coloro che ne sono affette non presentano alcuna sintomatologia e godono di ottima salute. Si tratta di un disturbo che interessa le ovaie, le quali si presentano ingrossate con al loro interno numerose cisti, mentre all’esterno sono punteggiate da numerosi piccoli follicoli.

Quali sono le cause della sindrome dell’ovaio policistico?

La sindrome dell’ovaio policistico è causata da squilibri ormonali che impediscono il rilascio di ovuli oppure impediscono a questi di giungere a completa maturazione, rimanendo, per così dire, inesplosi. Da qui non solo la mancata ovulazione ma anche l’accumulo di queste uova degenerate che vanno a formare le cisti.

Favorire la fertilità femminile, si può?

aumentare la fertilità

Personalmente sono sempre stata scettica verso che ritiene che esistano metodi “casalinghi” per favorire la fertilità femminile e agevolare l’arrivo del tanto atteso bebè, ma in questo caso è un po’ diverso; oggi infatti intendo parlarvi di una ricerca condotta da un nutrizionista della Harvard School of Public Health di Boston e pubblicata qualche tempo fa sulla rivista Obstetrics e Gynecology, della quale ho avuto notizia leggendo una rivista specializzata.

Secondo il dottor Jorge Chavarro infatti esistono alcune abitudini alimentari e di vita in grado di aumentare la fertilità; queste sono state individuate dallo stesso ricercatore attraverso uno studio condotto su un campione di quasi 18mila donne prive di patologie specifiche legate o meno all’apparato riproduttivo. In altre parole, in assenza di problemi di salute specifici, secondo Chavarro, basterebbe adottare alcuni piccoli accorgimenti per ottenere più facilmente una gravidanza. Vediamo di cosa si tratta:

Ovuli e spermatozoi dalle cellule staminali, una possibile nuova cura per l’infertilità

ovulo-spermatozoiOvociti e spermatozoi ottenuti dalle cellule staminali embrionali. I ricercatori della Stanford University School of Medicine (Usa) hanno scoperto, grazie a uno studio che farà discutere, come creare una scorta di cellule germinali umane, cioè i precursori di ovociti e spermatozoi, a partire proprio dalle staminali embrionali. Renee Reijo Pera che ha condotto la ricerca spiega

Dal 10 al 15% delle coppie è infertile e circa la metà di questi casi è dovuta a un’incapacità di produrre ovociti o sperma. Riuscire a ricostruire le tappe della formazione delle cellule germinali, e individuare i geni coinvolti in questo meccanismo, potrebbe aprire la strada alla comprensione di molti casi di sterilità e aiutarci a capire cosa va storto in queste persone. Finora avevamo studiato solo i topi per comprendere i passaggi necessari alla differenziazione delle cellule germinali umane. Ma non è lo stesso. Questa è la prima prova che si possono creare in laboratorio cellule germinali umane funzionanti.