Quello delle parolacce è un problema che, prima o poi, interessa tutti i genitori. La scuola, la tv, i bimbi più grandi, gli stessi genitori non fanno altro che influenzare i piccoli i quali, come ben sappiamo, emulano i gesti e le parole altrui. Non sempre è facile affrontare il problema nella giusta direzione: rimproverarli a volte non fa che spingerli a continuare, quasi fosse una sfida. Bambini e parolacce: come comportarsi quindi? Quali sono i giusti atteggiamenti da tenere?
cosa fare se il bambino dice le parolacce
Il bambino e la parolaccia, una storia vera
Ricordate l’ultima edizione dei mondiali di calcio? No? Be’ non le ricorderei neanche io se non fosse che mio figlio, proprio in occasione della prima partita dell’Italia, ha imparato a dire le parolacce. Anzi, una parolaccia. E non una da niente ma una di quelle proprio brutte che si dicono, sbagliando, a una persona che commette un errore grossolano.
Non vi dico la mia disperazione quando lo sentì ripeterla nello stesso istante in cui la captò e non potete immaginare il mio sconforto quando, nei giorni a seguire, cominciò a ripeterla di tanto in tanto. Il fattaccio però si ripeteva solo nell’ambito familiare (la diceva solo in presenza mia e del padre) ragion per cui decidemmo di ignorarlo sperando che la dimenticasse.
Questo fino a quando, durante una tranquilla serata insieme ad una coppia di amici, il piccolo non decise di esibirsi per il pubblico lasciandolo raggelato. Fingemmo tutti indifferenza e nessuno lo rimproverò o gli fece notare in qualche modo che non andava bene quello che aveva detto. Il principio era sempre quello: “Ha solo tre anni, ignoralo e smetterà di dirla”.
Il bambino dice le parolacce, come devono comportarsi i genitori
Capita piuttosto di frequente che i bambini in età scolare imparino a dire le parolacce; questo nonostante noi genitori non abbiamo l’abitudine di ricorrere a un tale linguaggio o stiamo comunque ben attenti a non farlo davanti ai nostri figli. E’ facile infatti che i bambini le sentano pronunciare da altri bambini, che magari hanno fratellini più grandi, o le captino per strada e alla televisione e poichè dai due anni in poi la tendenza a ripetere ogni parola ascoltata è fortissima ecco che il danno è fatto!
Alla naturale tendenza del bambino ad emulare il linguaggio altrui si aggiunge poi la reazione dell’adulto la cui attenzione in qualche modo finisce sempre per venir catturata quando il piccolo dice qualcosa che non dovrebbe; è proprio questa risposta non il significato della parolaccia stessa, che spesso il bambino anche grandicello neppure conosce, a spingerlo a ripetere ancora la parola incriminata.