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Svizzera, proposto il maxi congedo maternità di 38 settimane

Questa la proposta di legge della Commissione Federale per le Questioni Famigliari della Svizzera che rilancia la proposta di 14 settimane per la madre, 8 per il padre e le restanti 16 da suddividere tra la neo-mamma e il neo-papà, in base alle proprie esigenze. C’è da dire che attualmente in Svizzera non esiste un congedo paternità.

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Intanto la proposta punta soprattutto a favorire uno stile e una qualità di vita più soddisfacente piuttosto che aumentare gli stipendi secondo gli svizzeri. 

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Papà baby sitter, raddoppiati i congedi

Dimenticate i tempi in cui erano solo ed esclusivamente le mamme ad occuparsi dei bambini: è boom di papà babysitter che chiedono il congedo parentale per poter accudire i neonati (ma si fa riferimento anche alle nascite, alle adozioni o agli affidamenti) occupandosi di loro dopo la maternità obbligatoria della madre.

Il congedo di paternitò chiaramente è alternativo al congedo di maternità della madre e è fruibile dal padre lavoratore dipendente anche adottivo e affidatario, entro e non oltre il quinto mese di vita del figlio.

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Congedo parentale, cresce il numero dei papà che lo richiede

Lo rivelano i numeri di una recente ricerca dell’Aldai, l’Associazione lombarda dirigenti aziende industriali: da un confronto tra i dati del 2008 e quelli del 2013 la quota dei padri che hanno scelto, dopo la conclusione del periodo di maternità obbligatoria della mamma, il congedo parentale sarebbe passato dal 7 al 12%. Nello specifico sono stati 33 mila i padri che nel 2013 hanno deciso di sospendere la propria attività lavorativa per dedicarsi alla cura dei propri bimbi.

Papà neonato

Conciliare lavoro e famiglia, firmata l’intesa tra governo e parti sociali

Conciliare lavoro e famiglia attraverso la modulazione degli orari di lavoro. Per raggiungere questo obiettivo è stata firmata, appena ieri, un’intesa fra il ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, e la parti sociali. Proprio queste ultime hanno il compito di valutare le migliori prassi adottate da alcune aziende in merito al trattamento riservato alle mamme lavoratrici, per far si che diventino regole introdotte nella contrattazione collettiva e vengano applicate da tutti i datori di lavoro.

Nello specifico, le misure che potrebbero essere introdotte riguardano la possibilità di usufruire part time del congedo parentale, portandolo da sei mesi a un anno, l’incentivazione del telelavoro, la creazione di banche ore, la possibilità di usufruire di un orario di lavoro flessibile in caso di infermità del coniuge o di un parente di secondo grado. In più, le misure potrebbero riguardare l’impegno, da parte del datore di lavoro, di affidare alla neo mamma le mansioni che ricopriva prima del congedo di maternità o altre ad esse equivalenti.

Congedo parentale, in Inghilterra la coppia sceglie chi sta a casa

Si è sempre pensato che la maternità fosse una cosa solo femminile, per fortuna il ruolo del papà è stato rivalutato, anche se in Italia non c’è ancora una grande apertura in questo senso. Una notizia, direi rivoluzionaria, arriva dal Regno Unito che ha deciso di intraprendere una strada davvero nuova: le famiglie potranno scegliere chi, in casa, dovrà prendere il congedo: potranno assentarsi dal lavoro per un massimo di dieci mesi o mamma o papà indifferentemente.

Ecco che il ruolo dei padri diventa davvero paritario, perché potranno non solo stare accanto alla loro donna nel primo periodo dopo il parto, ma anche ottenere l’estensione del permesso nel caso in cui la mamma opti per il rientro in ufficio. Che ne pensate, care mamme? È questo un primo passo verso la parità dei diritti, anche in ufficio, ambiente in cui la donna è ancora penalizzata.

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Congedo di paternità obbligatorio, buone notizie per i papà

42-15262330Congedo di paternità obbligatorio, sogno o son desta? Forse i neo papà italiani non dovranno più usufruire dei loro giorni di ferie per andare ad accudire il nuovo pargoletto e la sua mamma. E’ di oggi la notizia che è al vaglio della Camera una nuova legge che permetterebbe ai papà di partecipare al momento della nascita del proprio figlio senza affanni e senza dover inventare balle galattiche al proprio datore di lavoro.

Come negli altri paesi europei il neo-genitore avrebbe il diritto-dovere di astenersi dal lavoro per la nascita del bambino, nella pratica il disegno di legge prevede che il papà debba astenersi dal lavoro per i quattro giorni successivi alla nascita senza andare a perdere nulla su ciò che guadagna in busta paga. A differenza di ciò che prevede il Congedo parentale, in questo caso l’obbligatorietà dell’astenersi dal lavoro in qualche modo equipara il papà alla mamma che deve stare in maternità per cinque mesi a cavallo della data del parto.