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Spagna, il congedo di paternità diventa come il congedo di maternità

Rivoluzione in Spagna: il consiglio dei Ministri spagnolo ha appena approvato un decreto legge che va ad equiparare di fatto il congedo di paternità al congedo di maternità.

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In sostanza il permesso di paternità viene ampliato in maniera progressiva fino a 16 settimane, sei delle quali diventano obbligatorie: viene previsto inoltro il 100% dello stipendio, per poterlo equiparare di fatto al congedo di maternità e favorire in questo modo la corresponsabilità genitoriale. L’annuncio dell’introduzione della norma è arrivata dalla vicepremier e ministra all’uguaglianza, Carmen Calvo, nel corso della conferenza stampa successiva alla riunione del governo.

Diritti delle donne e maternità

Congedo di maternità, come cambia con la manovra

Cambia il congedo di maternità nella nuova manovra grazie a un emendamento della Lega dedicato alle politiche delle famiglia approvato dalla commissione Bilancio della Camera. 

Che cosa cambia in sostanza? In pratica sparisce l’obbligo di astensione obbligatoria che attualmente è pari a uno o due mesi prima della nascita del bambino. 

Diritti delle donne e maternità

L’emendamento prevede invece che le donne in attesa possono continuare a lavorare fino al nono mese di gravidanza. 

Diritti delle donne e maternità

Diritti delle donne e maternità

La donna ha il grande dono di poter regalare la vita, ma non sempre tale sua unicità le viene riconosciuta e tutelata. E’ stata spesso e continua ad essere discriminata, specie per ciò che concerne l’ambiente lavorativo, all’interno del quale è frequentemente vittima di ingiustizie. Ecco perchè la donna che aspetta un bambino così come la neo mamma deve essere a conoscenza dei propri diritti, che le garantiscono così la possibilità di farli valere. Il periodo della maternità, nello specifico, viene trattato dal codice civile nella parte dedicata ai rapporti di lavoro subordinato. Dallo stato di gravidanza derivano però non solo diritti, ma anche doveri, in capo alla donna.

Diritti delle donne e maternità

family manager

Mamme in difficoltà sul lavoro? Ora c’è il family manager

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È molto dura per una donna fare i conti tutti i giorni con il lavoro, soprattutto in Italia, la casa e i figli. Anni di lotte sociali, di femminismo e di battaglie per la parità dei sessi non hanno portato a un alleggerimento della fatica, ma anzi a un sovraccarico ulteriore. Per fortuna, molti padri sono collaborativi e cercano di essere d’aiuto come possono. Ora si sta diffondendo una nuova figura: si chiama family manager.

Mamme lavoratrici, dal 2013 arriva il bonus per asilo e baby sitter

In Italia una donna su quattro lascia il proprio lavoro dopo la nascita del primo figlio. Una tendenza abbastanza preoccupante che ci allontana dall’Europa e fa crescere a dismisura la disoccupazione femminile. Il governo Monti sembre deciso ad invertirla e ha preso proprio in questi giorni un provvedimento in tal senso: dal 2013 infatti le neo-mamme lavoratrici potranno usufruire di un bonus per il pagamento di asilo e baby sitter.

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Voucher baby sitter erogati dall’Inps per le mamme lavoratrici

Gestire la maternità non è una cosa semplice, soprattutto per le mamme lavoratrici. Rientrare in ufficio per conservare il proprio posto di lavoro ha davvero tanti ostacoli da superare: la spesa di un nido o di una baby sitter, i permessi speciali per stare a casa quando il piccolo non sta bene o riuscire a utilizzare le ore di allattamento (senza che l’azienda le voglia per forza pagare).

Nonni in aspettativa e sgravi fiscali, per aiutare le mamme lavoratrici

Dura la vita delle mamme che lavorano, sempre in equilibrio tra casa, famiglia e ufficio. Ancora più dura la vita delle mamme senza nonni, magari perché i genitori hanno una loro professione. Come si fa a rinunciare a un impiego, a qualsiasi età, in tempo di crisi? Come si fa a stare a casa ad accudire i nipoti se la pensione risulta essere lontana? Tutte domande che il governo Monti si sta facendo.

L’ottavo mese di gravidanza, cosa aspettarsi?

Finalmente l’ottavo mese di gravidanza, che per molte donne significa stare a casa dal lavoro e godersi la maternità. Non tutte le donne si mettono sul divano nell’attesa del parto, alcune, infatti, scelgono volontariamente di continuare a lavorare fino al nono per poi recuperare questo periodo una volta nato il bimbo. Può essere un’ottima soluzione, ma ovviamente la mamma non deve avere alcun tipo di disturbo e l’impiego deve essere comodo, vicino a casa e non troppo faticoso.

Novità sul congedo di paternità

Durante la legislatura precedente, a marzo di due anni fa, il governo e le parti sociali si sono riunite con lo scopo di conciliare lavoro e famiglia e di meglio regolare la genitorialità attraverso una modulazione degli orari di lavoro. L’intesa prevedeva la possibilità del congedo di maternità part time estendibile ad un anno, l’incentivazione del telelavoro, l’istituzione di banche dati e maggiore flessibilità negli orari di lavoro da parte delle aziende e dei datori.

Misure d’obbligo. Specie se si considera che, giustamente, si guarda con interesse agli incentivi alle assunzioni di donne e mamme.

In questi giorni si è riaperto il dibattito non solo sui diritti e il congedo di maternità, ma anche su quello di paternità.

Maternità, in Germania solo il 14% delle donne con un figlio torna al lavoro

Di storie di donne che perdono il lavoro per aver deciso di mettere al mondo un figlio è pieno il mondo, ma quella che vi racconto oggi fa decisamente più scalpore, perché parliamo di un personaggio pubblico, molto conosciuto in Germania. Lei è Andrea Nahles, segretario generale della Spd, il partito socialdemocratico e ha deciso di riprendere il suo incarico dopo 13 settimane dalla nascita della sua bambina.

Diminuiscono le nascite, ma crescono i congedi parentali. Cosa succede?

Si fanno sempre meno bambini e questa purtroppo è una certezza. Così come non si cade in errore sostenendo che l’Italia sta diventando un paese di vecchi, con tutto rispetto per i nonni. Ciò che però stupisce è l’aumento dei congedi parentali.  I lavoratori decidono di stare a casa ad assistere, giustamente, i loro bambini.

Diritti di maternità nei casi di adozione e disabilità del bambino

In diverse occasioni, Tuttomamma si è occupata dei diritti delle madri lavoratrici e di come esse possono esercitarli secondo la legislazione italiana.

A questo proposito si sono esplorate le regole in materia di congedo di maternità obbligatoria e maternità anticipata, cercando di aiutare le mamme, con informazioni e consigli, a gestire il lavoro durante la gravidanza.

E’ riconosciuto a più livelli il fatto che non è sempre semplice per le mamme fare la scelte giuste in queste situazioni e il relativo problema della regolamentazione e della tutela del lavoro è ancora un tema caldo per ciò che riguarda le pari opportunità.

Conciliare lavoro e famiglia, firmata l’intesa tra governo e parti sociali

Conciliare lavoro e famiglia attraverso la modulazione degli orari di lavoro. Per raggiungere questo obiettivo è stata firmata, appena ieri, un’intesa fra il ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, e la parti sociali. Proprio queste ultime hanno il compito di valutare le migliori prassi adottate da alcune aziende in merito al trattamento riservato alle mamme lavoratrici, per far si che diventino regole introdotte nella contrattazione collettiva e vengano applicate da tutti i datori di lavoro.

Nello specifico, le misure che potrebbero essere introdotte riguardano la possibilità di usufruire part time del congedo parentale, portandolo da sei mesi a un anno, l’incentivazione del telelavoro, la creazione di banche ore, la possibilità di usufruire di un orario di lavoro flessibile in caso di infermità del coniuge o di un parente di secondo grado. In più, le misure potrebbero riguardare l’impegno, da parte del datore di lavoro, di affidare alla neo mamma le mansioni che ricopriva prima del congedo di maternità o altre ad esse equivalenti.