Chi ha detto che per i neonati, eccezion fatta per la mamma, sono tutti uguali? Sembra che non ci sia niente di più sbagliato e che i bambini abbiano, sin da quando sono in culla, le idee molto chiare su chi bisogna considerare un nemico e su come trattarlo. Questo almeno secondo i risultati di una ricerca condotta presso la British Columbia University e pubblicata sulla rivista Psychological Science dal titolo emblematico ed anche un po’ inquietante se vogliamo: Not Like Me = Bad: Infants Prefer Those Who Harm Dissimilar Others.
comportamenti dei neonati
I neonati si annoiano. Come intrattenerli?
Pensare che un neonato possa soffrire la noia sembra strano, ma succede. Spesso sottovalutiamo i nostri bimbi. Il fatto che siano piccoli non vuol dire che non siano in grado di avere dei gusti o degli interessi. È ovvio, tutto è misurato all’età. Secondo una ricerca dell’University of Rochester (Usa), i piccoli a 7 mesi sono capaci di elaborare le informazioni e di conseguenza manifestare una loro opinione.
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Portare a casa il proprio bambino dall’ospedale è un’emozione unica, ma fa anche un po’ paura. È lì, quel piccolo esserino perfetto che abbiamo aspettato per lunghi nove mesi, e ora? Dipende da noi per mangiare, per dormire, per stare bene. Noi così ansiose di dargli il meglio e al tempo stesso così preoccupate di non essere in grado di capire tutte le sue necessità.
Litigare davanti al neonato: gli studi confermano
Vi ricordate qualche giorno fa quando abbiamo discusso sulle percezioni emozionali dei neonati davanti ai litigi dei genitori? Crescere in un clima sereno lontano dalle tensioni e dalle urla che possono scuotere la tranquillità familiare è un pensiero da tempo assodato dalla pedagogia e avvalorata da tutta le branche della psicologia, ma finora la ricerca scientifica non si è mai applicata troppo per confermare questo concetto empirico.
Litigare davanti al neonato
I neonati non sono dei bambolotti che ridono, piangono e scherzano. Sono a tutti gli effetti delle persone, con le loro emozioni e una loro sensibilità, molto spiccata. Ecco perché oggi ci tengo a riprendere il tema di ieri, durante il quale abbiamo affrontato i classici litigi davanti i bambini. Abbiamo detto che discutere è umano, quanto normale e che, a volte, può capitare di alzare la voce anche davanti ai figli.
Non siamo delle macchine. Siamo genitori e abbiamo i nostri difetti. È inutile ricercare un modello di perfezione e sperare di arrivarci. È uno sforzo impossibile e dispendioso. È molto più costruttivo cercare di dare il meglio e seguire quelle che sono le regole di buon senso. Nel caso delle litigate, vuol dire darsi dei limiti: non urlare troppo e soprattutto non mancare di rispetto al partner. Stessa cosa vale quando ci sono dei neonati.
Pianto del neonato: ecco alcuni motivi
Per il neonato, il pianto è il mezzo per comunicare il suo stato di infelicità: sta a chi lo circonda riuscire a distinguere i vari toni del pianto: quello dovuto alla scontentezza da quello dovuto al malessere, oppure quello causato da un dolore, sintomo di un disturbo o di una malattia.
Quando verso i sei mesi il bambino ha già iniziato ad interagire con il mondo, i periodi di pianto si riducono notevolmente: si tratterrà più spesso di pianto irritato, ad esempio contro la propria incapacità fisica di seguire la curiosità, che di quello prodotto dalla stanchezza e dalla malinconia, e ancor meno quello dovuto a malesseri e malattie. In generale, i bambini smettono immediatamente di piangere non appena ricevono l’attenzione di cui hanno bisogno, cioè non appena sono presi in braccio o distratti.
In certi periodi, per evitare di doverli tenere troppo a lungo in braccio, può essere utile usare il marsupio: in questo modo il bambino si sente vicino a qualcuno che lo ama, lo sente parlare attraverso la schiena, partecipa alla sua vita osservando tutto, imparando e curiosando nel mondo, e crescendo in armonia con esso.