Si torna a parlare del metodo stamina, che riassumendo brevemente costituisce un discusso trattamento medico basato sulla conversione di cellule staminali mesenchimali (le stesse che stanno alla base della generazione di tessuti ossei e adiposi) in neuroni, ideato dal dottor Davide Vannoni. E torniamo a parlarne a seguito di una conferenza stampa organizzata dai genitori di alcun piccoli pazienti, affetti da malattie neurodegenerative e soggetti a tale cura, che nella giornata di ieri, a Roma, hanno promosso il metodo stamina sottolineandone i miglioramenti apportati alla salute dei propri figli.
cellule staminali
Cellule staminali da cordone ombelicale, fondamentali nella cura di molte malattie
Le cellule staminali rappresentano un argomento “caldo” in questo periodo e, tra le mille polemiche, su chi le difende a spada tratta e chi ne rende complesso l’utilizzo, fanno ormai parte del linguaggio comune. Ancora di più quelle da cordone ombelicale, ma sappiamo tutti di cosa si tratta veramente? Rappresentano, in pratica, i mattoni del nostro corpo con capacità davvero sorprendenti. Sono cellule che possono replicarsi e, quindi, riparare i tessuti danneggiati, regalando una aspettativa di vita e di salute decisamente migliore a chi è gravemente malato. Sono fondamentali nel caso di tumori del sangue, per patologie neurologiche e per quelle che riguardano il sistema immunitario.
Cellule staminali, via libera per Sofia e Federico
Buone notizie per Sofia e Federico, i bimbi in attesa di poter usufruire del trattamento a base di cellule staminali, unica attuale speranza per le loro malattie. Tutti conoscerete ormai la storia della piccola Sofia, la bambina di tre anni e mezzo di Firenze affetta da leucodistrofia metacromatica il cui caso è stato trattato anche dalla trasmissione televisiva Le Iene. La malattia, neurodegenerativa per la quale non sono acora conosciute delle cure ha attualmente una sola speranza, un trattamento a base di staminali del metodo Stamina. Tale trattamento, ideato dal professore Davide Vannoni, è ancora vietato in Italia. Ricorderete come dopo una prima seduta, l’intervento del tribunale di Firenze aveva negato il proseguimento delle cure.
Gioele e le cellule staminali, il servizio delle Iene che deve farci riflettere
Quando mi è stato proposto di scrivere un articolo sul caso di Gioele ho accettato subito non pensando minimamente a quello che, da madre, avrei potuto provare guardando le immagini del servizio de Le Iene. Consultando la mia fonte ho intuito subito che affrontare l’argomento non sarebbe stato facile ma non ho potuto sottrarmi alla visione del filmato e vi confesso che accingendomi a scrivere il pezzo davvero non sapevo da dove cominciare e forse ancora non lo so.
Cellule staminali cordonali: Cryo-Save raggiunge il traguardo dei 200mila campioni
Cryo-Save, la più grande banca di cellule staminali cordonali ha raggiunto il prestigioso traguardo dei 200 mila campioni conservati. Sicuramente un risultato eccezionale determinato dagli sforzi che Cryo-Save ha cmpiuto per sensibilizzare sia la comunità scientifica che quella del grande pubblico sul tema della conservazione delle cellule staminali. Tutti i campioni conservati possono essere considerati una fonte di cellule staminali in grado di offrire l’opportunità di trattare malattie incurabili, almeno per gli attuali progressi della scienza.
Associazione genitori per lo studio e la conservazione delle cellule staminali amniotiche, intervista al presidente Andrea Messuti
La medicina rigenerativa sta compiendo numerosi passi avanti soprattutto per quello che riguarda la ricerca sulle cellule staminali. Il futuro della medicina rigenerativa in questo campo sembrano essere le cellule staminali amniotiche, contenute, cioè, nel liquido amniotico.
Qualche tempo fa abbiamo parlato della nascita dell’Associazione genitori per lo studio e la conservazione delle cellule staminali amniotiche. Oggi, per saperne un po’ di più sull’Associazione e sulle cellule staminali amniotiche, lasciamo la parola all’avvocato Andrea Messuti, presidente dell’Associazione Onlus, che ha risposto alle nostre domande.
Cellule staminali da liquido amniotico, nasce Associazione Onlus
Raccogliere fondi per finanziare la ricerca scientifica e progetti per lo studio e l’applicazione di cellule staminali da liquido amniotico. E’ questo l’obiettivo dell’Associazione genitori per lo studio e la conservazione delle cellule staminali amniotiche. Dotate di un’ampia capacità di differenziamento e di un’ottima versatilità di applicazione, le cellule staminali prelevate da liquido amniotico rappresentano un’importante conquista in ambito medico ed in particolare il quello della medicina rigenerativa.
L’Associazione genitori per lo studio e la conservazione delle cellule staminali amniotiche, come spiega il presidente Andrea Messuti,
non ha scopo di lucro e promuove, con finalità di solidarietà umana e sociale, lo sviluppo delle ricerche sull’uso terapeutico delle cellule staminali, con particolare riguardo alle cellule amniotiche umane. Ecco perché sosteniamo la cultura di conservare le cellule staminali presenti nel liquido amniotico per uso autologo, affinché ogni nuovo nato possa contare sulla disponibilità delle proprie cellule staminali per gli usi terapeutici attuali e futuri, incentivando anche la donazione ad uso eterologo.
Liquido amniotico: rene artificiciale da cellule staminali totipotenti
Da anni la medicina si sta battendo per risolvere il problema etico delle cellule staminali totipotenti, ovvero di quelle cellule capaci di specializzarsi in cellule di diverso tipo e in grado di rigenerare o formare organi compatibili grazie a interventi di ingegneria genetica. Fino alla scoperta avvenuta nel 2007 da parte dei ricercatori dell’Università Harvard e dell’Istituto di Medicina dell’Università di Wake Forest si pensava che le cellule staminali totipotenti fossero presenti solo nell’embrione e questo creava una serie di problemi etici che dividono tutt’ora la comunità scientifica e la ferma opposizione delle autorità religiose.
La scoperta di cellule staminali amniotiche sembra aver aperto nuove possibilità di cui non si conoscono ancora le potenzialità. Ma intanto i passi avanti sono tangibili e l’Università di Edimburgo ne fornisce le prove: in laboratorio è stato creato il primo rene artificiale utilizzando staminali prelevate da liquido amniotico umano. E’ un risultato epocale, anche se ancora sperimentale.
Bambina di sei mesi reagisce bene alla cura con le staminali
Una bimba di sei mesi, affetta da atrofia muscolare spinale, ha risposto in modo positivo a una terapia con le cellule staminali. La vicenda si è svolta all’Ospedale Burlo Garofalo di Trieste e rappresenta il primo caso di terapia con staminali intratecali in Italia e il primo sull’atrofia muscolare il Europa.
L’atrofia muscolare spinale (SMA1) è una malattia neurodegenerativa ereditaria che colpisce un bambino ogni 10mila nati nel mondo. Causa la morte delle cellule del midollo spinale impedendo in tal modo che gli “ordini del cervello” giungano ai muscoli attraverso i nervi periferici.
Per questo motivo i piccoli giungono progressivamente alla paralisi completa, all’impossibilità di deglutire e alla morte a cusa del blocco dei muscoli respiratori. L’aspettativa di vita di questi bimbi è molto bassa, il nutrimento artificiale e la respirazione assisistita sono inevitabili già dopo pochi mesi di vita.
Cellule staminali dal liquido amniotico
Le cellule staminali sono delle cellule non differenziate capaci, cioè, di trasformarsi in cellule specializzate in grado di costituire ad esempio, sangue, ossa e tutti gli organi. Le cellule staminali, inoltre, possono autoriprodursi e possono essere utilizzate per sostituire cellule specializzate perse per varie ragioni. Le cellule staminali sono presenti in quantità elevate nel sangue del cordone ombelicale e in quello placentare.
Recentemente, si è scoperto che anche il liquido amniotico che circonda il feto durante la gravidanza è ricco di cellule staminali. Si tratta di cellule staminali molto simili biologicamente a quelle ricavate dal cordone ombelicale, sono cosiddette multi potenti e sono tra le cellule staminali più giovani e qualitative. Le cellule staminali amniotiche possono essere ricavate dal campione residuo prelevato per l’amniocentesi.
Cordone ombelicale, reciderlo pochi secondi dopo può prevenire alcune malattie
Tutte noi sappiamo quanto sia importante il cordone ombelicale nella crescita del feto, lo è anche dopo perché contiene come abbiamo detto più volte le famose cellule staminali, cellule preziose per la loro versatilità. La notizia di oggi riguarda proprio il cordone ed il fatto che questo forse viene reciso troppo presto durante l’ultima fase del parto, il legame che c’è tra madre e figlio andrebbe mantenuto più a lungo perché ciò aiuterebbe il piccolo ad essere tutelato rispetto ad alcune malattie.
Grazie alla donazione del cordone ombelicale, da Sidney arriva a Pavia la speranza per Andrea
Donazione del cordone ombelicale per uso eterologo oppure conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale per uso autologo?
Qualche tempo fa vi ho proposto un articolo sul tema della conservazione del cordone ombelicale ma oggi voglio riportarvi una notizia che mi ha emozionato e che può chiarire alcuni aspetti della possibilità di donare il cordone ombelicale. In pratica un aiuto per le domande che si pongono in molti:
A cosa serve la donazione del cordone ombelicale? In quale modo le cellule staminali del sangue placentare possono aiutare le persone ammalate?
Questa storia parla di Andrea un bimbo di 14 mesi venuto al mondo in un paese del Piemonte, questo bimbo fino a ai primi quattro mesi di vita è stato un neonato come tanti, allattato al seno, tranquillo e beato. Ma ad un certo punto quando gli anticorpi materni ricevuti con il latte hanno cominciato a mancare, Andrea ha cominciato ad avere febbri continue che hanno portato i suoi genitori a cercare di approfondire questa situazione.
Conservazione del cordone ombelicale: poca informazione
All’interno di questo articolo sono stati illustrati gli step da compiere per chi desidera conservare le cellule staminali del cordone ombelicale. Ora vogliamo invece parlarvi della situazione italiana che non è affatto al passo con i tempi.
Parliamo ad esempio della Sardegna che è una delle 8 regioni italiane a non avere una banca del sangue cordonale. Le neomamme quindi al momento del parto sono costrette a cestinare il cordone oppure a rivolgersi ad una banca estera privata (ricordiamo infatti che in Italia non si può conservare il sangue cordonale a scopo privato). In questo secondo caso la mamma dovrà sborsare circa 2000 euro più altre spese.
Passiamo ad esaminare la regione Sicilia. Regione dove la banca del cordone di Sciacca era riuscita a raccogliere 15000 unità di sangue cordonale in tre anni di attività. Questo fino ad uno stop imposto da una vicenda giudiziaria. La raccolta è poi ripresa nel luglio del 2008; putroppo però ci sono numerosi ospedali che addirittura ignorano che ci sia stata questa riapertura. La domanda è: “Come è possibile?“.
La conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale
Cosa sono le cellule staminali del cordone ombelicale?
La conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale è ormai una realtà diffusa anche nel nostro paese. Le cellule staminali sono cellule presenti in quasi tutti i tessuti dell’organismo umano, alla nascita sono presenti in grandi quantità nel sangue del cordone ombelicale del bambino e nel sangue placentare. Sono cellule non differenziate, in grado cioè di replicarsi per un periodo indefinito e trasformarsi in cellule specializzate o differenziate, quelle che andranno a costituire i diversi organi ed apparati del corpo umano (sangue, ossa,cuore e tutti gli altri organi).
Le cellule staminali sono le uniche in grado di autoriprodursi. Attraverso un processo di differenziazione, queste cellule vengono impiegate per sostituire le cellule specializzate perdute in seguito a traumi, malattie o invecchiamento.