Sopravvivere ai capricci del proprio bambino è davvero difficile. Non siete delle mamme degeneri o delle cattive mamme se vi sentite vinte e impotenti davanti a certe sceneggiate. È umano, soprattutto quando al stanchezza e tale da farti mancare le forze. Si chiamano i terribili due anni, per alcuni bimbi iniziano prima per altri arrivano dopo, e sono caratterizzati da crisi di rabbia, di pianto, strilli per manifestare dissenso o semplicemente per far capire che ci sono e vogliono la nostra attenzione.
bambini capricciosi
Come gestire i capricci e gli strilli dei bambini
Tra le tappe dello sviluppo c’è anche quella chiamata “capricci e strilli”. Molte mamme sanno già bene di che cosa si sta parlando e avranno alzato gli occhi al cielo per rassegnazione. Mediamente questa fase inizia intorno ai 2 anni e poi si evolve fino al termine dell’adolescenza. Possono esserci molti tipi di capricci e le cause possono essere differenti.
Quali sono le cause dei capricci dei bambini?
Quante lacrime e quante urla per i piccoli di casa, che per farsi capire fanno i capricci. Ci sono genitori che esasperati dal modo di comunicare dei loro bambini si tappano letteralmente le orecchie e genitori che non riescono a gestire il pianto e concedono ai bimbi di tutto e di più. Ma come mai i bambini fanno i capricci? Hanno provato a rispondere gli esperti di Uppa, la rivista Un pediatra per amico.
I bambini molto piccoli non sanno condividere: c’è una spiegazione medica
Questo è mio! Quante volte avete sentito ripetere questa frase al vostro bambino, magari mentre sta giocando con altri piccoli della sua età. Non ne vuole sapere di condividere i suoi giocattoli, ha il timore che gli vengano portati via e dimostra un attaccamento incredibile. È tipico dei bambini e non c’è nulla di strano. Alcuni esperti hanno dimostrato che i bimbi non conoscono il concetto di condivisione.
Come gestire i capricci dei bambini?
È un bambino adorabile, ma ci sono delle volte che fa delle scene ingiustificabili. Urla e grida in luogo pubblico o pianti a dirotto perché non ottiene ciò che vuole. I capricci non sono solo queste manifestazioni plateali, a volte possono essere molto silenziose, come negare un bacio alla mamma o serrare la bocca e non voler mangiare. I nostri bambini contestano a modo loro. Ma come gestire questi comportamenti?
Terrible Two, se li conosci (non) li eviti
Se il vostro bambino duenne o giù di lì è improvvisamente diventato intrattabile, se la sua risposta a qualsiasi vostra richiesta è sempre No, se pianta grane continuamente e fa i capricci per un nonnulla, sappiate che è tutto tragicamente normale: siete entrate nell’indimenticabile fase dei terrible two, i terribili due anni.
Mamme più felici quando il bambino ha sei mesi di vita
Sapevate che noi mamme raggiungiamo l’apice della felicità quando il nostro bambino ha sei mesi di vita? A dirlo è uno studio condotto presso il Norwegian Institute of Public Health su un campione di sessantamila madri che avevano preso parte al MoBa (Norwegian Mother and Child Cohort Study), uno studio longitudinale che, a propria volta, si basava su un campione di centomila donne che avevano avuto figli nel periodo compreso fra il 1998 e il 2008.
La ricerca, coordinata dal dottor Ragnhild Bang Nes, ha analizzato il grado di soddisfazione espresso da queste donne verso la vita e verso il partner durante due fasi cruciali della loro esistenza: nel corso della gravidanza e nei primi tre anni di vita dei loro figli. Dai risultati è emerso che il periodo d’oro per le mamme si colloca a metà del primo anno di vita del bambino mentre il livello di soddisfazione decresce trascorso questo periodo. In particolare, è la soglia dei tre anni di vita che rappresenta il momento vissuto come più oscuro, soprattutto se la gravidanza è stata vissuta poco serenamente.
Bambini iperattivi: il registro italiano ADHD
Sono sempre di più i bambini nervosi. Fanno fatica a stare fermi, hanno reazioni aggressive e dormono poco. Ma come fare a capire se si tratta di un periodo passeggero, magari causato da uno stile di vita poco regolare, o hanno l’ADHD, più nota come sindrome da deficit di attenzione e iperattività. Non è facile, anche perché spesso vengono etichettati alcuni comportamenti come “malati”, quando non è così. Negli Stati Uniti, alcuni esperti sono convinti che il 20% dei 5 milioni di bimbi con la diagnosi di ADHD sia sano come un pesce. Questo è quanto è emerso da uno studio condotto su 12 mila bimbi americani e analizzato durante la settimana europea dell’ADHD, che si è appena conclusa.
Insegnare al bambino a lavarsi e vestirsi da solo
Ad una certa età il bambino dovrà pur cominciare a prendersi cura di se stesso: alcuni bambini si mostrano autonomi sin dai due-tre anni insistendo per fare da soli al momento di lavare il viso e i dentini o mettere le scarpe, altri invece ci mettono più tempo a manifestare gli stessi desideri oppure non li manifestano affatto continuando anzi a fare i capricci anche quando è la mamma a prepararli.
Se il bambino è già in grado di vestirsi da solo, il che avviene intorno ai cinque-sei anni, ma si rifiuta di farlo, insistete perchè provi; aiutatelo lasciando che indossi abiti pratici da infilare e fategli i complimenti se riesce in fretta. Questo naturalmente non significa che dovrete sgridarlo se non è capace di fare tutto da sè, ma offritevi di aiutarlo solo se è lui a chiederlo. Se il bambino è più piccolo e siete voi a doverlo vestire ma fa i capricci, non buttattela sul ridere. Prendetelo di peso e vestitelo senza parlargli e senza ridere in modo che capisca che vestirsi non è un gioco e che bisogna collaborare.
Il rispetto in famiglia, come insegnarlo al bambino
Anche se la loro tenera età giustifica alcuni comportamenti “assillanti”, questo non significa che ai bambini debba essere permesso di interagire con gli adulti, mamma e papà per primi, nel modo che preferiscono. Alcuni atteggiamenti del bimbo vanno infatti arginati sia per evitare di “perdere il controllo” su di lui/lei, che per cominciare a trasmettergli la fondamentale nozione di “rispetto dell’altro”.
Quanto detto vale sia quando il bambino interrompe continuamente le vostre conversazioni telefoniche che quando chiede costantemente l’attenzione e la presenza della mamma. Vediamo quindi, caso per caso, qual è l’atteggiamento che è più opportuno adottare perchè il rapporto tra il bambino e la famiglia scorra il più serenamente possibile gettando, per altro, le basi per una personalità adulta più autonoma ed equilibrata.
Mi sembra però doveroso premettere che i consigli pratici che seguono, così come quelli che vi abbiamo già dato a proposito di comportamenti aggressivi e dannosi e di rispetto delle regole sociali, per essere efficaci richiedono molta fermezza sia da parte di mamma che da parte di papà; in altre parole, siate coerenti e non cedete.
Rispetto delle regole sociali, come insegnarlo al bambino
Tutti quanti noi abbiamo dovuto imparare sin da piccoli il rispetto delle regole sociali e adesso che siamo diventati genitori dobbiamo insegnare ai nostri figli il medesimo rispetto, ferme restando le opportune deroghe che la loro tenera età ci impone. Sin da piccolissimo il bambino deve però imparare che ci sono comportamenti che assolutamente non vanno attuati nè in pubblico, nè in privato come sputare, rubare, dire le bugie, prendere oggetti nei negozi o fare i capricci nei negozi o al ristorante (laddove questi coincidano con strepiti e urla).
Anche se questo può richiedere da parte nostra grande severità, è fondamentale armarsi di pazienza e fermezza e far capire molto chiaramente al bambino cosa può fare e cosa no spiegandogli chiaramente il perchè del nostro divieto.
Consigli pratici per calmare i bambini aggressivi
E’ piuttosto comune che nonostante tutti gli sforzi di mamma e papà alcuni bambini mettano in atto comportamenti aggressivi, di natura fisica o verbale verso se stessi o gli altri. Se nei primi tre anni di vita, o meglio nel corso del terzo anno, accade spesso che il piccolo davanti a un rimprovero o a un divieto urli, picchi e così via, in età scolare può capitare invece che il bambino picchi i compagni, rubi loro i giochi o li prenda in giro.
Mentre nel primo caso, il bambino piccolo che reagisce furiosamente a un rimprovero, la cosa può dipendere dalla sua fisiologica incapacità a gestire emozioni come la rabbia, incapacità cui i genitori devono “rimediare” con un atteggiamento rassicurante e contenitivo che non ricalchi assolutamente quello del bambino, nel secondo è opportuno ricorrere a veri e propri interventi educativi dando il buon esempio o spiegando che alcune cose non vanno fatte e perchè.
Evitare che il bambino si metta in pericolo, consigli pratici
Tutte noi mamme sappiamo molto bene che i nostri cuccioli, almeno sino a tre anni di età, non hanno un senso del pericolo molto spiccato; è facile infatti che mettano in atto comportamenti pericolosi e che restino vittime di piccoli incidenti domestici. Il nostro compito è quindi anche quello di vigilare attentamente perchè questo non accada senza però trasmettere loro le nostre ansie e paure per quanto motivate.
Ecco quindi una serie di consigli pratici per evitare che il bambino sfugga al nostro controllo facendosi male e per insegnarli che ci sono regole dettate da mamma e papà alle quali non si può sfuggire pena la propria salute.
Cosa fare se il bambino corre fuori di casa
Se il bambino ha già imparato ad aprire la porta di casa non vi resta altro da fare che chiuderla a chiave. Allo stesso modo, se avete uno spazio esterno ricordate di chiudere bene il cancello e permettetegli di giocare lì solo se è opportunamente recintato.
Giochi per bambini che fanno i capricci
A volte i nostri figli sembrano fare di tutto per mettere alla prova la nostra pazienza facendo i capricci, conditi con tanto di strepiti e urla, nei momenti e nei luoghi meno opportuni: in macchina, al supermercato, per strada o in casa, mentre siamo prese da faccende domestiche che proprio non possiamo rimandare. Altre volte ancora rifiutano strenuamente di mangiare, di fare il bagnetto, di lasciarsi tagliare le unghia, di farsi vestire.
Cosa possono fare una mamma e un papà quando si trovano in questa situazione e sentono che la propria ragionevolezza sta per vacillare? Quando parlare al bimbo con fermezza e spiegargli senza urlare che non possiamo cedere alle sue richieste (e chiarirgli il perchè) è del tutto inutile? Bene, in queste circostanze può esserci di aiuto il gioco. E non il gioco fatto di bambole, costruzioni, automobiline e aeroplanini, ma un tipo di gioco più semplice e antico, pensato stuzzicare l’interesse e la curiosità del nostro piccolo in qualunque luogo e in qualunque momento.