Lungi dal volersi proporre come terapia, i campus estivi Aita si pongono come unico scopo quello di favorire l’integrazione tra bambini affetti da autismo e coetanei che non lo sono attraverso la pratica dello sport. Come afferma Luigi Mazzone, neuropsichiatra infantile dell’Ospedale Bambin Gesù, il quale è a capo del progetto, si è potuto constatare come i suddetti campus costituiscano un valido aiuto sia nei confronti del nucleo familiare di appartenenza dei ragazzi che per quanto riguarda il miglioramento del loro umore nello specifico.
bambini autistici
Bambini autistici, nasce una App che aiuta a comunicare con loro
L’autismo è un disturbo molto complesso, per certi versi misterioso, che solitamente comporta una percezione diversa da parte dei soggetti colpiti nei confronti del mondo circostante. Ecco perché quando si parla di autismo non lo si suole definire una malattia, piuttosto un disturbo delle attività psico-mentali che si esplicano nei rapporti interpersonali, nella comunicazione con il mondo esterno e nel comportamento.
Autismo, nuovo test lo rivela con una precisione del 94%
Potrebbe arrivare presto un nuovo test in grado di diagnosticare l’autismo o, più esattamente i disturbi dello spettro autistico, con una precisione molto elevata pari al 94 per cento. L’elaborazione di questo strumento diagnostico si deve a un team di neuroscienziati canadesi i quali si sono avvalsi di un esame neurologico, la magnetoecefalografia, che misura i campi magnetici generati dall’attività elettriche delle cellule che compongono il cervello, i neuroni.
Autismo, in Italia troppi bambini lasciati senza cure
L’autismo è un disturbo di tipo comportamentale causato da un disordine organico dello sviluppo: la causa dell’autismo a tutt’oggi non è nota, e questa malattia è tanto oscura quanto, purtroppo, diffusa. Si stima infatti che in Italia un bambino su 100 sia autistico: in totale, ci sono nel nostro Paese oltre 500 mila ragazzini intrappolati in questa gabbia invisibile che rende loro difficoltoso, quando non impossibile, comunicare con gli altri, relazionarsi con il mondo esterno, esprimere sentimenti.
Autismo: i primi segnali nel pianto dei neonati
Il pianto è il principale strumento con cui il neonato comunica con il mondo esterno. Con i vagiti, il lattante manifesta i propri bisogni e cerca di attirare su di se le attenzioni dei genitori e delle persone che gli stanno intorno. Dal pianto dei neonati, quindi, una mamma può capire, ad esempio, quando il bambino ha fame, ha sonno, quando deve essere cambiato o quando ha dei fastidi. I vagiti, oltre ad esprimere le esigenze del piccolo, sono in grado di trasmettere tutta un’altra serie di informazioni che non sempre possono essere colte dai genitori come, ad esempio, i segni premonitori dell’autismo. Una ricerca scientifica dell’Università del Kansas, negli Stati Uniti, ha evidenziato, infatti, come i primi sintomi dell’autismo possono essere riscontarti già nei primi vagiti emessi dal neonato. Secondo lo studio, condotto dal professore Stephen Warren, ascoltando nei primi mesi di vita il pianto e la voce del neonato attraverso un particolare esame dei suoni, è possibile capire se il bambino svilupperà la malattia. In questo modo, si potrà intervenire tempestivamente con una speciale terapia.
Una giusta dieta può aiutare i bambini autistici
Una dieta che escluda gli alimenti che contengono glutine e caseina sarebbe utile per aiutare i bambini affetti da autismo; a sostenerlo è uno studio condotto dai ricercatori Università del Sunderland, in Inghilterra, e pubblicato sulla rivista scientifica Nutritional Neuroscience.
Per giungere alla conclusione che i bambini autistici che seguono una particolare dieta vedrebbero migliorato il comportamento, i ricercatori hanno esaminato 72 bambini di età compresa tra i 4 e i 12 anni affetti da autismo; i bambini sono stati divisi in due gruppi: il primo ha seguito una dieta a base di alimenti senza glutine e senza caseina, il secondo, invece, una dieta normale. Dopo i primo otto e dodici mesi sono stati effettuati i test di controllo riguardanti il comportamento, l’iperattività, il livello di sviluppo e la disattenzione.