Il corpo della donna, durante la gravidanza, ha un secondo inquilino. Dobbiamo immaginare questo tipo di situazione: un unico spazio, lo stesso cibo, lo stesso stile di vita, ma anche lo stesso tempo per riposare e per fare movimento. Non è quindi sbagliato dire, la stessa aria. Perché ci focalizziamo su questo dettaglio? Secondo un recente studio l’esposizione a determinati fattori ambientali, già nel pancione, possono essere determinanti per scatenare le allergie.
bambini allergici
Allergie alimentari, il rischio è doppio nei bambini di città
Il rischio di insorgenza di allergie a crostacei, noccioline e arachidi è doppio nei bambini che vivono in città. Questo è quanto emerge da uno studio i cui risultati sono stati pubblicati su Clinical Pediatrics. La ricerca ha coinvolto un campione piuttosto ampio: 40mila bambini e ragazzi statunitensi sotto i diciotto anni di età.
Allergie alimentari: ne soffre l’8% dei bambini
Le allergie alimentari sono un problema sempre più grave per i piccoli di casa. Sono, infatti, 6-8%, i bambini tra i 12/14 anni, a soffrire di un’allergia, nei primi tre anni di vita. Il lato positivo è che l’intolleranza tende a decrescere con il passare del tempo, tanto che l’80% dei bimbi allergico al latte vaccino, riesce a tollerare questo alimento superato il quinto anno di vita. Potrebbe però esserci una terapia molto efficace: la desensibilizzazione orale, ovvero la graduale somministrazione dell’alimento proibito.
Allergie alimentari nel bambino, conoscerle, prevenirle
Durante il primo anno di vita il bambino è più esposto al rischio di sviluppare allergie. In questa fase le forme allergiche più diffuse sono quelle di tipo alimentare, ed è per questo motivo che alcuni cibi vanno aggiunti alla dieta del piccolo in un momento successivo, su indicazione del pediatra, tanto più se il bambino è predisposto (se esiste cioè una familiarità per questo tipo di disturbo, come vedremo meglio più avanti). Occorre quindi molta cautela, anche in considerazione del fatto che le allergie alimentari insorte nella primissima infanzia aprono tipicamente la strada ad altre allergie come quella per i pollini o il pelo di animale.
I primi sintomi di allergia nel bambino sono rappresentati da orticaria e arrossamenti, in un secondo momento da problemi intestinali come diarrea o stipsi e successivamente da disturbi respiratori quali rinite, tosse e asma. Sarà il pediatra, con i dovuti accertamenti clinici, a stabilire se il bambino è allergico o meno e decidere la terapia adatta, di solito rappresentata dall’eliminzione dalla dieta quotidiana dell’alimento “incriminato” e di tutto ciò che lo contiene.