Anemia in gravidanza, i consigli per curare il problema

L’anemia in gravidanza coinvolge circa il 40 percento delle donne. In 1 caso su 2 si tratta di anemia da carenza di ferro, una delle condizioni più comuni durante i 9 mesi di dolce attesa. In questo periodo l’organismo va incontro ad alcune modificazioni fisiologiche per i bisogni del feto e molto spesso il corpo della donna non ha riserve per tutti.

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carenza di ferro gravidanza peso neonato

Assumere ferro in gravidanza aumenta il peso del nascituro

carenza di ferro gravidanza peso neonato

La carenza di ferro è molto diffusa nella popolazione generale e rappresenta la prima causa di anemia in gravidanza, disturbo del quale, nel 2011, hanno sofferto ben 32 milioni di future mamme. Per questo motivo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) raccomanda alle donne che aspettano un bambino l’assunzione di almeno 60 mg di ferro al giorno e gli integratori a base di ferro sono spesso prescitti di routine dai medici alle loro pazienti incinte. L’integrazione di ferro però non ha solo l’effetto di proteggere la donna dall’anemia durante l’attesa di un figlio ma incide positivamente anche sul peso di questo.

L’anemia dopo il parto

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Sapevate che anche le donne che non hanno sofferto di anemia durante la gravidanza potrebbero diventare lievemente anemiche subito dopo il parto? Si tratta di un disturbo definito sideropenia post-partum che in realtà è molto comune fra le neo mamme e fa la propria comparsa nel periodo definito puerperio; a causa del sangue perso durante il parto e con le lochiazioni infatti è possibile che si verifichi una carenza di ferro le cui riserve materne sono già state messe duramente alla prova nei mesi precedenti a causa dell’elevato fabbisogno di questo minerale da parte del feto.

In caso di anemia post parto quindi anche le donne che in precedenza non avevano avuto questo tipo di problema potrebbero accusare i tipici sintomi dell’anemia quali sensazione di debolezza e affaticamento, pallore, capogiri, dolori al petto, irritabilità, accelerazione del battito cardiaco subito dopo uno sforzo anche lieve, mani e piedi freddi ed avere di conseguenza difficoltà nella cura del piccolo e della casa.

Il ferro in gravidanza

ferro in gravidanza

La carenza di ferro in gravidanza è uno stato piuttosto comune, soprattutto durante il secondo e il terzo trimestre, perché il feto ne richiede in grandi quantità; secondo gli esperti, l’apporto ideale di ferro durante la gestazione sarebbe di 30 mg, ma può accadere che l’organismo della mamma si trovi impoverito di questo minerale, soprattutto se soffriva di anemia anche prima della gravidanza o se segue una dieta poco bilanciata.

Comunque state tranquille: il problema può essere risolto seguendo un’alimentazione ricca di ferro, e all’occorrenza assumendo degli integratori a base di questo minerale, in caso di assenza di altre patologie, infatti, un calo dei livelli dell’emoglobina è assolutamente normale e non ha controindicazioni per il bambino, ma solo per la mamma che si sentirà un po’ più debole, stanca ed irritabile.

Anemia in gravidanza: fondamentale anche la vitamina B6

gravidanza e vitamina B6

Abbiamo già parlato dell’importanza di una corretta alimentazione nel periodo della gravidanza sia per la salute della futura mamma che di quella del neonato. A questo proposito vi parlo di una recente scoperta che ha messo in luce come dietro il pericolo dell’anemia in gravidanza possa esserci non solamente una carenza di ferro ma anche una mancanza/carenza di vitamina B6. A questo risultato sono giunti i ricercatori del Dipartimento di Perinatologia del National Center for Child Health and Development di Tokyo che hanno scoperto che

le donne incinte che non rispondevano adeguatamente alla cura dell’anemia con il ferro mostravano una carenza di vitamina B6

L’anemia in gravidanza

anemia in gravidanza

L’anemia, cioè la carenza di ferro nell’organismo, è un disturbo molto frequente in gravidanza: secondo alcune ricerche ben l’80% delle donne incinte ne soffre. Durante il periodo della gestazione la donna ha bisogno di una maggiore quantità di ferro, e una sua carenza può comportare dei rischi anche per il feto.

Per verificare se la donna è carente di ferro, è necessario l’esame della sideremia, il quale può verificare la presenza di un’anemia usando come parametri i valori di emoglobina inferiori ai 10 mg/dl, anche se è soprattutto la ferritina a determinare l’esito dell’esame, in quanto indica la valenza della presenza di ferro nell’organismo. In linea di massima, l’anemia può essere la conseguenza di una dieta sbagliata, di una precedente gravidanza, o dovuta alla normale perdita di ferro con il sangue delle mestruazioni, e si scatena nel momento in cui le cellule del corpo accusano la mancanza di ossigeno, indebolendo, così, tutto l’organismo.

Durante la gravidanza c’è una richiesta supplementare di ferro dovuta alla crescita del bambino e, se c’è anemia o se le riserve sono troppo basse, la crescita cerebrale del nascituro potrebbe essere più lenta, oppure, secondo una ricerca presentata di recente negli Stati Uniti, minare il rapporto affettivo con la madre, che si tradurrebbe in freddezza e in distanza nei confronti della genitrice durante la crescita.