Secondo uno studio giapponese i bambini affetti da dermatite atopica corrono maggiori rischi di sviluppare asma, rinite allergica ed altre allergie nel corso della vita. L’indagine è stata condotta su un campione di oltre tremila studenti dei quali è stata raccolta la “storia” allergica e indagata la presenza di dermatite atopica durante la prima infanzia.
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Bambini: nel 2020, il 50% dei piccoli soffrirà di rinite allergica
Le allergie sono uno dei problemi maggiori delle nuove generazioni, che combattono contro le intolleranze alimentari e i raffreddori. Il naso cola quasi tutto l’anno, gli occhi lacrimano e, chi sta messo peggio, deve anche fare i conti con l’asma. Dall’Università di Pavia arrivano dei dati abbastanza preoccupanti: il 30 per cento dei piccoli fino a 14 anni soffre di rinite allergica, contro il 15 per cento di 10 anni fa.
Gli acidi grassi polinsaturi in gravidanza riducono il rischio di allergie nel bambino
Prevenire le allergie alimentare dei nostri bambini, non è semplici, anzi direi che è quasi impossibile. Non è ancora stato trovato un esame che possa identificare o prevedere eventuali reazioni nei bimbi, ciò che però sembra abbastanza evidente è il collegamento tra lo stile di vita e l’alimentazione della mamma e la salute del piccolino.
Bambini alle cure termali contro i malanni invernali
Le cure termali sono indicate per i bambini che soffrono di frequenti infezioni alle vie respiratorie e che necessitano di rinforzare le difese immunitarie in vista della stagione fredda. L’acqua termale è dunque l’alleato estivo (periodo che coincide con la chiusura delle scuole e le ferie dei genitori) utile per prevenire i malanni che colpiscono i bambini, soprattutto per quelli soggetti a rischio che per di più abitano in città molto inquinate.
Prima di tutto però è importante rilevare il disturbo che affligge il bambino e individuare l’azione specifica delle diverse acque. Ecco qualche indicazione:
Il rast test per la diagnosi delle allergie
Il Rast test (Radio Allergo Sorbent Test) è un esame diagnostico per le allergie di secondo livello. Si esegue nei casi in cui si sospetta un’allergia ma il test cutaneo (prick test) non può essere eseguito o ha dato risultato negativo. Il rast test permette di cercare e dosare nel sangue le IgE (immunoglobuline) specifiche per gli allergeni da testare. Questo perché, se un bambino è allergico, sviluppa degli anticorpi specifici che è possibile rintracciare nel suo sangue.
Come si esegue
Il rast test è un esame molto rapido che consiste in un semplice prelievo di sangue. Nello specifico, il bambino viene sottoposto al prelievo di un campione di sangue con l’ausilio di una siringa o di un apposito dispositivo detto ago a farfalla (o butterfly).
Il prick test per la diagnosi delle allergie
Il prick test è l’esame diagnostico maggiormente usato nella diagnosi di allergie nei bambini di tutte le età. Consiste nell’applicare sulla pelle del bimbo qualche goccia dei diversi allergeni da testare e nel farle penetrare sottocute pungendo la pelle con un apposito strumento. Se il bambino è allergico ad una sostanza, nel giro di un quarto d’ora compare, in corrispondenza della puntura, un rigonfiamento cutaneo pruriginoso detto pomfo. Il prick test è un esame rapido, semplice, poco invasivo e del tutto indolore e per questo è adatto anche ai bambini più piccoli.
Come si esegue
Il prick test si esegue generalmente sull’avambraccio: a circa 5 cm dal polso e al massimo a 3 cm dalla fossa antecubitale. La pelle non deve essere trattata in alcun modo: disinfettanti o altri preparati potrebbero, infatti, alterare la reattività della cute e, quindi, l’esito del test.
Bambini e animali domestici possono vivere insieme?
Gli uomini amano vivere in compagnia di animali domestici. Per capire se questa sia o meno una buona abitudine, quando a casa con noi sta crescendo un neonato o un bambino piccolo, è bene fare chiarezza su opinioni e notizie contrastanti che circolano in merito.
Si è spesso affermato che la presenza di un animale domestico rappresenti uno stimolo importante per la crescita affettiva e psicologica di un bambino.
Bambine a rischio allergie se usano troppo make up
Le bambine vogliono imitare la mamma. Quante volte avete sentito le vostre piccoline chiedervi di mettersi le vostre scarpe o magari di provare il rossetto. Le fa sentire grandi, femminili e soprattutto più simili a voi. Sono diverse però le signore che iniziano un po’ troppo presto a fare certe concessioni alla bambine, forse anche sul modello educativo di alcune baby-vip e di centri benessere nati proprio per coccolare le piccole donne di casa. Pensiamo a Suri Cruise, figlia di Tom Cruise e Kate Holmes, che già un paio di anni fa era stata fotografata in tacchi e con una trousse piena di cosmetici.
È ovvio che il gioco diverte grandi e piccini, ma può essere rischioso. Le malattie cutanee allergiche sono in aumento a un tasso preoccupante tra i bambine a causa dell’uso indiscriminato di prodotti di make-up. A causa di lozioni, creme idratanti, deodoranti e trucchi che spesso contengono allergeni come profumi o conservanti, la frequenza con cui i piccoli manifestano disturbi come la dermatite da contatto è raddoppiata negli ultimi anni.
Pavimenti PVC: rischio asma e allergie nei bambini
Tutti i genitori lo sanno: l’arredamento della cameretta dei propri bambini e di tutti gli ambienti che frequentano è molto importante sia per il loro benessere che per la loro salute. L’ultimo allarme a tal proposito riguarda i rischi dei pavimenti in PVC.
I pavimenti in PVC sono, al giorno d’oggi, molto diffusi e sono realizzati da rotoli o piastre rivestiti di materiale plastificato, resistente ed elastico. Sono impiegati anche per le pavimentazioni delle scuole e delle palestre in quanto antiscivolo e facili da pulire grazie a strette giunture dove lo sporco non riesce ad annidarsi. Una recente ricerca svedese ha dimostrato che questi pavimenti sarebbero dannosi per la salute dei bambini e che, in particolare, aumenterebbero il rischio di sviluppare asma ed allergie. Nello specifico, lo studio condotto dal dal dottor Fredrik Carlstedt del Centro ricerca cure primarie di Karlstad, in Svezia e presentato per la prima volta in occasione del congresso dell’ERS (Società Europea di Medicina Respiratoria), dimostrerebbe che i bambini che entrano in contatto con i pavimenti in PVC assorbirebbero i cosiddetti flatati tossici.
Il laringospasmo, cos’è e come affrontarlo
Ci sono alcune cose che è bene che ogni mamma sappia, una di queste è cosa è il laringospasmo e come si può affrontare una crisi da esso provocata.
Ma cos’è il laringospasmo?
una condizione patologica delle vie aeree superiori, dovuta alla contrazione spasmodica dei muscoli della laringe per cause come infezioni, infiammazioni o allergie, che provoca una contrazione delle corde vocali e quindi una ostruzione del flusso aereo con la conseguente sensazione di soffocamento.
Esistono bambini predisposti al laringospasmo?
Alcuni bambini sono particolarmente predisposti a sviluppare il laringospasmo e sono quelli che tendono a soffrire di reazioni allergiche ma anche quelli che soffrono di reflusso gastroesofageo, in questi basta un semplice virus a volte per far gonfiare la laringe impedendo all’aria di passare in modo adeguato.
Allergie alimentari nel bambino, conoscerle, prevenirle
Durante il primo anno di vita il bambino è più esposto al rischio di sviluppare allergie. In questa fase le forme allergiche più diffuse sono quelle di tipo alimentare, ed è per questo motivo che alcuni cibi vanno aggiunti alla dieta del piccolo in un momento successivo, su indicazione del pediatra, tanto più se il bambino è predisposto (se esiste cioè una familiarità per questo tipo di disturbo, come vedremo meglio più avanti). Occorre quindi molta cautela, anche in considerazione del fatto che le allergie alimentari insorte nella primissima infanzia aprono tipicamente la strada ad altre allergie come quella per i pollini o il pelo di animale.
I primi sintomi di allergia nel bambino sono rappresentati da orticaria e arrossamenti, in un secondo momento da problemi intestinali come diarrea o stipsi e successivamente da disturbi respiratori quali rinite, tosse e asma. Sarà il pediatra, con i dovuti accertamenti clinici, a stabilire se il bambino è allergico o meno e decidere la terapia adatta, di solito rappresentata dall’eliminzione dalla dieta quotidiana dell’alimento “incriminato” e di tutto ciò che lo contiene.
L’alimentazione del bambino
Partiamo dal presupposto che ogni bambino ha tempi diversi ed è fondamentale rispettarli. In linea generale l’inizio dello svezzamento può variare dai 4 ai 6 mesi. Ascoltate sempre il parere del pediatra che potrà dirvi dopo avere visitato il bambino qual è il momento migliore per iniziare a somministrare a vostro figlio i primi cibi solidi.
Secondo le direttive del Ministero della Salute:
Lo svezzamento può iniziare dal 6° mese di vita compiuto del bambino, quando è ormai sicuramente pronto da ogni punto di vista: psichico, motorio, digestivo. Potrà allora accettare il cucchiaino e gestire la deglutizione di cibi densi.