Neanche in estate le allergie vanno in vacanza, lo sanno bene i bambini colpiti da Ambrosia. Giusto in questi giorni gli esperti dell‘Ospedale Bambin Gesù di Roma precisano che si tratterebbe di una nuova allergia presente finora solo al Nord e dovuta ad una pianta erbacea originaria dall’America, arrivata per la prima volta in Italia 25 anni fa. Il polline si troverebbe già nell’aria e per terra e nel caso in cui vediate i vostri bambini strofinarsi gli occhi o soffiarsi il naso potrebbe trattarsi proprio di essa
allergie e bambini
Aumento delle allergie tra i bambini, quali sono le vere cause?
Negli ultimi quindici anni la diffusione delle allergie è aumentata vertiginosamente e attualmente il 30 per cento dei bambini soffre di una qualche forma di allergia. Ma quali sono i reali motivi alla base del fenomeno? Lo ha spiegato Maurizio De Martino, professore di pediatria all’Università di Firenze, nel corso del suo intervento al trentunesimo Congresso Annuale della Società di Infettivologia Pediatrica a Milano.
Allergie infantili, rischio ridotto con svezzamento precoce
Quello dello svezzamento è un tema delicato. Abbiamo visto diverse volte come si sconsigli l’introduzione di cibi solidi nell’alimentazione del bambino troppo precocemente, ovvero prima dei 5-6 mesi. Ciò perchè prima di allora il bebè non è ancora pronto dal punto di vista digestivo, motorio e psicologico ad accogliere cibi diversi dal latte (materno e non). Solo dopo solitamente si raccomanda l’introduzione di cibi semi-solidi come pappe, biscotti, frutta e minestrine. Oggi però arriva una novità sullo svezzamento riguardante la prevenzione delle malattie allergiche.
Allergie alimentari bambini, la campagna della Siaip fa chiarezza
Quello delle allergie alimentari in età pediatrica è un tema piuttosto controverso e in continua diffusione. In particolare in Italia ne sono colpiti più di 250 mila bambini sotto i 5-6 anni. Attorno all’argomento ruotano una serie di informazioni spesso errate. Per fare un po’ di chiarezza la Società italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica ha promosso una campagna di informazione rivolta alle famiglie illustrandone i tipi, i sintomi, le cure, e dimostrando come il rischio di allergia aumenti nel caso in cui un familiare del bambino ne sia già affetto.
Screening allergologico pediatrico gratuito al CAM di Monza
Ill 22 per cento dei bambini italiani soffre di allergie stagionali o permanenti. Le manifestazioni sintomatologiche seguono un iter preciso che gli esperti definiscono marcia allergica: mentre nel primo anno sono più frequenti le manifestazioni gastrointestinali, nella fascia di età tra uno e tranni è più diffuso l’eczema e in quella fra i tre i sette anni l’asma. Superata questa fascia di età, fa la propria comparsa la rinite.
Vantaggi dalle allergie alimentari del bambino
I bambini che presentano serie allergie alimentari sono in aumento.
Come affrontano il problema della dieta quotidiana e delle carenze nutritive? Cosa mangiano? Hanno modificato il modo di nutrirsi dell’intera famiglia?
Il latte ipoallergenico non elimina il rischio di sviluppare allergie da adulti
Bambini sempre più allergici e iniziano ad aver a che fare con questi problemi già da piccolissimi, quando sono ancora in fasce. Per prevenire il problema, spesso si sceglie la strada del latte ipoallergenico. Secondo un recente studio dell’Università di Melbourne (Australia) questa soluzione non elimina il rischio di sviluppare allergie da adulti.
Il nuoto non espone i piccoli al rischio di asma e allergie
Il nuoto non espone i bambini al rischio di asma e allergie, almeno non se praticato a livello amatoriale, una o due volte a settimana. Questo è quanto emerso da uno studio pubblicato su American Journal of Respiratory and Critical Care Medecine basato su un campione di 6000 bambini seguiti dalla nascita fino ai dieci anni di età.
Gli studiosi sono giunti alla conclusione che i bambini che frequentano la piscina non corrono maggiori rischi degli altri di sviluppare asma e allergie a causa del cloro presente nell’acqua, anzi il nuoto è associato a una migliore funzionalità polmonare e a minori sintomi respiratori in bambini asmatici. Viene così smentito il risultato di studi precedenti che avevano creato qualche allarmismo di troppo tra le mamme dei giovani nuotatori.
Il rast test per la diagnosi delle allergie
Il Rast test (Radio Allergo Sorbent Test) è un esame diagnostico per le allergie di secondo livello. Si esegue nei casi in cui si sospetta un’allergia ma il test cutaneo (prick test) non può essere eseguito o ha dato risultato negativo. Il rast test permette di cercare e dosare nel sangue le IgE (immunoglobuline) specifiche per gli allergeni da testare. Questo perché, se un bambino è allergico, sviluppa degli anticorpi specifici che è possibile rintracciare nel suo sangue.
Come si esegue
Il rast test è un esame molto rapido che consiste in un semplice prelievo di sangue. Nello specifico, il bambino viene sottoposto al prelievo di un campione di sangue con l’ausilio di una siringa o di un apposito dispositivo detto ago a farfalla (o butterfly).
Il prick test per la diagnosi delle allergie
Il prick test è l’esame diagnostico maggiormente usato nella diagnosi di allergie nei bambini di tutte le età. Consiste nell’applicare sulla pelle del bimbo qualche goccia dei diversi allergeni da testare e nel farle penetrare sottocute pungendo la pelle con un apposito strumento. Se il bambino è allergico ad una sostanza, nel giro di un quarto d’ora compare, in corrispondenza della puntura, un rigonfiamento cutaneo pruriginoso detto pomfo. Il prick test è un esame rapido, semplice, poco invasivo e del tutto indolore e per questo è adatto anche ai bambini più piccoli.
Come si esegue
Il prick test si esegue generalmente sull’avambraccio: a circa 5 cm dal polso e al massimo a 3 cm dalla fossa antecubitale. La pelle non deve essere trattata in alcun modo: disinfettanti o altri preparati potrebbero, infatti, alterare la reattività della cute e, quindi, l’esito del test.
Avere un animale in casa aiuta il sistema immunitario dei bambini
A differenza di quello che si è soliti credere, avere un animale in casa non è pericoloso per i bambini, anzi lo aiuta a sviluppare un sistema immunitario più forte, oltre, naturalmente a tutti i benefici che comporta il contatto tra animali e bambini. A sostenere il fatto che l’organismo dei bambini è aiutato dalla presenza degli animali è uno studio tedesco condotto dal Centro di ricerche nazionale per la salute ambientale di Monaco e pubblicato sull’European Respiratory Journal.
La ricerca in questione è stata condotta su circa nove mila bambini che sono stati esaminati per sei anni; dalle analisi è emerso che quelli che vivevano a contatto con un animale erano meno vulnerabili alle allergie, in quanto il loro sistema immunitario era più forte. Dalla ricerca è emerso, quindi, che la presenza dei germi e batteri alleni il sistema immunitario ad essere più forte di fronte agli allergeni, e quindi a sviluppare meno malattie.