Sappiamo già che le allergie sono aumento, soprattutto tra i bambini. Basti pensare che mentre un ventennio fa solo il 7 per cento di essi ne era affetto, oggi la percentuale è salita fino al 25%. Colpa dello stile vita cosiddetto occidentale, spiegano gli esperti, dell’inquinamento ambientale e delle migliori condizioni igieniche (che, paradossalmente, non sempre sono “amiche” del nostro sistema immunitario.
allergie alimentari nei bambini
Le mamme milanesi sono le più anziane ma anche le più belle
Le mamme milanesi sono le più belle d’Europa. Questo è quanto emerge dalla sesta edizione del Milan International Meeting on Pediatric Allergy tenutosi di recente nel capoluogo lombardo. Sono curate, salutiste, attive, dicono no al vizio del fumo nella stragrande maggioranza dei casi e, per di più, sono colte, seconde, in Europa solo alle Lituane.
Vantaggi dalle allergie alimentari del bambino
I bambini che presentano serie allergie alimentari sono in aumento.
Come affrontano il problema della dieta quotidiana e delle carenze nutritive? Cosa mangiano? Hanno modificato il modo di nutrirsi dell’intera famiglia?
Gli acidi grassi polinsaturi in gravidanza riducono il rischio di allergie nel bambino
Prevenire le allergie alimentare dei nostri bambini, non è semplici, anzi direi che è quasi impossibile. Non è ancora stato trovato un esame che possa identificare o prevedere eventuali reazioni nei bimbi, ciò che però sembra abbastanza evidente è il collegamento tra lo stile di vita e l’alimentazione della mamma e la salute del piccolino.
Come prevenire i rischi delle allergie nei bambini?
Prevenire i rischi delle allergie non è molto difficile, almeno quando si è consapevoli dei cibi o dei prodotti che causano reazione. Un nuovo studio irlandese, presentato al congresso dell’European Academy and Clinical Immunology, suggerisce alcuni stratagemmi per tutelare la salute dei piccoli di casa.
Bambini a rischio allergia se la mamma mangia noccioline in gravidanza?
Mangiare arachidi in gravidanza espone i piccoli al rischio di future allergie? Sembrerebbe di si, anche se i risultati dello studio che ha condotto a questa scoperta devono ancora essere confermati come afferma il suo stesso autore: Scott Sicherer, pediatra al Food Allergy Institute del Mount Sinai Hospital di New York:
I dati che ho raccolto vanno confermati, le noccioline per ora non devono essere vietate alle donne in gravidanza
In ogni caso, le conclusioni di Sicherer, pubblicate sul Journal of Allergy and Clinical Immunology, si fondano sull’osservazione di un campione di 503 bambini di età compresa fra i tre e i quindici mesi, alcuni con sospette allergie al latte e all’uovo, altri invece risultati positivi ai test allergici a questi alimenti. Condizioni, entrambe, associate comunemente allo sviluppo di un’allergia alle noccioline americane.
Allergie alimentari: attenzione alla zucca
Ricca di vitamine A,B ed E, di betacarotene e di minerali come il calcio, il sodio, il potassio, il fosforo, il magnesio, il selenio e il ferro, la zucca è un alimento prezioso che non dovrebbe mancare nell’alimentazione del bambino. Bisogna, però, fare attenzione. Pare, infatti, che la zucca potrebbe causare allergie in età pediatrica. L’allarme arriva dal meeting annuale dell’American College of Allergy, Asthma and Immunology (ACAAI) tenutosi di recente a Phoenix, negli Stati Uniti. Secondo gli esperti del settore, infatti, la zucca potrebbe diventare il fattore scatenante di alcune allergie alimentari nei bambini. Anche se la zucca generalmente non è considerata un alimento a rischio, potrebbe risultare pericoloso per alcuni bambini. Nello specifico, i ricercatori dell’ACAAI hanno riportato il caso di un bimbo di otto anni che dopo aver mangiato della zucca ha manifestato prurito agli occhi, forti starnuti, crisi d’asma ed edema alle palpebre.
Concepimento, a primavera più rischi per il bambino
La primavera, come confermano le statistiche, è da sempre il periodo più fertile dell’anno. Molte donne, infatti, per scelta o per caso, concepiscono un figlio proprio in primavera tanto che nei mesi primaverili si registra un picco delle gravidanze. Recenti studi scientifici, però, hanno lanciato l’allarme su eventuali rischi per la salute del feto concepito in primavera. Uno studio finlandese pubblicato sul Journal of Epidemiology and Community Health, sostiene, infatti, che il primo trimestre della gravidanza non dovrebbe, preferibilmente, coincidere con i mesi primaverili. Questo perchè, secondo lo studio, il bambino verrebbe esposto maggiormente al rischio di sviluppare allergie alimentari.
Nello specifico, i ricercatori finlandesi hanno monitorato circa 6.000 bambini, nati in Finlandia tra il 2001 e il 2006. Su mille di questi bambini, tra il primo e il quarto anno di età, gli scienziati hanno effettuato un test per valutare la sensibilizzazione a determinati allergeni alimentari.
Allergie alimentari: ne soffre l’8% dei bambini
Le allergie alimentari sono un problema sempre più grave per i piccoli di casa. Sono, infatti, 6-8%, i bambini tra i 12/14 anni, a soffrire di un’allergia, nei primi tre anni di vita. Il lato positivo è che l’intolleranza tende a decrescere con il passare del tempo, tanto che l’80% dei bimbi allergico al latte vaccino, riesce a tollerare questo alimento superato il quinto anno di vita. Potrebbe però esserci una terapia molto efficace: la desensibilizzazione orale, ovvero la graduale somministrazione dell’alimento proibito.
Bambini nati nei mesi invernali a rischio allergie alimentari
Secondo uno studio condotto dall’equipe di Milo Vassallo del Massachusetts General Hospital di Boston il mese in cui un bambino nasce può predisporre a determinate malattie; così ad esempio i bambini che nascono nei mesi invernali e autunnali possono avere maggiori rischi di soffrire di allergie alimentari rispetto ai bambini nati in estate oppure in primavera.
Questo, sempre secondo i ricercatori dipende dalla luminosità della stagione; i mesi freddi, poiché sono meno luminosi vengono associati ad una minore esposizione ai raggi UV-B e quindi a meno vitamina D (che verrebbe prodotta esponendosi al sole). Per arrivare a questi risultati gli esperi hanno esaminato oltre 1000 pazienti allergici ai cibi, prendendo in esame tutti gli accessi al pronto soccorso per questa reazione allergica avvenuti tra il 2001 e il 2006.
Allergie alimentari nel bambino, conoscerle, prevenirle
Durante il primo anno di vita il bambino è più esposto al rischio di sviluppare allergie. In questa fase le forme allergiche più diffuse sono quelle di tipo alimentare, ed è per questo motivo che alcuni cibi vanno aggiunti alla dieta del piccolo in un momento successivo, su indicazione del pediatra, tanto più se il bambino è predisposto (se esiste cioè una familiarità per questo tipo di disturbo, come vedremo meglio più avanti). Occorre quindi molta cautela, anche in considerazione del fatto che le allergie alimentari insorte nella primissima infanzia aprono tipicamente la strada ad altre allergie come quella per i pollini o il pelo di animale.
I primi sintomi di allergia nel bambino sono rappresentati da orticaria e arrossamenti, in un secondo momento da problemi intestinali come diarrea o stipsi e successivamente da disturbi respiratori quali rinite, tosse e asma. Sarà il pediatra, con i dovuti accertamenti clinici, a stabilire se il bambino è allergico o meno e decidere la terapia adatta, di solito rappresentata dall’eliminzione dalla dieta quotidiana dell’alimento “incriminato” e di tutto ciò che lo contiene.