Gentili amiche, come sapete l’articolo da me postato qualche tempo fa, dal titolo La poppata notturna, come eliminarla, ha suscitato un vespaio di polemiche. Una nostra lettrice, Alessandra Bortolotti, mamma e psicologa, ha inviato dietro nostra richiesta il contributo che vedete di seguito, nel quale discute punto per punto le affermazioni ritenute inesatte contenute proprio in quell’articolo.
Naturalmente lo pubblichiamo di buon grado. Buona lettura!
Innanzi tutto, non è affatto obbligatorio eliminare le poppate notturne. Certo si può cercare di farlo, ma la maggior parte dei bambini non accetta di buon grado questo cambiamento, perciò è molto probabile che tutto finisca con molto stress per tutti, grandi e piccini. Si pensa spesso che eliminare la/le poppate notturne voglia dire dormire di più ma la corrispondenza fra questi due eventi non è assolutamente scontata. I bambini si svegliano la notte in quanto i loro ritmi di sonno sono qualitativamente diversi da quelli degli adulti a causa dell’immaturità delle loro cellule nervose. Fino all’età di circa tre anni i tracciati elettroencefalografici di un bambino che dorme rivelano fasi REM (quelle in cui si sogna) e NON REM che riflettono un’acquisizione graduale della capacità di dormire tutta la notte. I risvegli notturni dei bambini sono generalmente fisiologici o derivanti da infinite motivazioni contingenti (dentizione, malattie in corso, vaccinazioni, scorretta alimentazione ecc.) e non devono per forza colpa dell’allattamento.
Ma veniamo in dettaglio alle vostre affermazioni: