Vantaggi dell’allattamento al seno e del latte artificiale

Allattamento al seno o latte artificiale?

Questo è veramente uno dei principali dilemmi su cui le scienze pediatriche si dividono e combattono a colpi di risultati di ricerche, casi clinici ed erudite argomentazioni.

Sono centinaia infatti i dati a favore del latte materno, così come quelli sull’artificiale.

Proviamo questa volta, affrontando il tema dell’allattamento naturale o artificiale, ad abbracciare un punto di vista più pragmatico.

Fare la mamma è un lavoro e i papà hanno diritto ai permessi durante l’allattamento

 

Fare la mamma e occuparsi della propria casa è un lavoro. Per anni le donne lavoratrici e soprattutto gli uomini hanno identificato il mestiere delle casalinghe come un non lavoro. Una visione, questa, molto retrograda e superficiale di quello che è uno dei cardini delle famiglie. Occuparsi del focolare, non significa solamente fare i mestieri e cucinare, ma organizzare la vita di più persone e consentire loro di occuparsi esclusivamente della loro attività.

MomFeed: il braccio meccanico che allatta

L’allattamento, sia esso naturale o artificiale, è uno dei momenti più intimi e speciali nella vita di mamma e bambino. Durante la poppata, infatti, si rafforza il legame genitore-figlio: si crea intimità, complicità, ci si osserva a vicenda e ci si conosce. Oggi, però, a causa della vita frenetica e dei mille impegni, molte mamme scelgono di rinunciare al piacere di allattare il proprio bambino, delegando questo piacere a qualcun altro e, notizia di pochi giorni fa, anche ad appositi robot.

Sembra fantascientifico ma è la realtà.

Spremere il seno favorisce l’allattamento più del tiralatte

Secondo una ricerca pubblicata su Archives of Disease in Childood, la spremitura manuale del seno è il metodo più indicato per stimolare il bambino a succhiare, nel caso in cui ci siano difficoltà nelle prime fasi dell’allattamento.

Lo studio ha preso in esame un campione di 68 coppie madre bambino nelle quali il neonato, durante le prime 12-36 ore di vita, aveva difficoltà a nutrirsi al seno. Le mamme sono state suddivise in due gruppi: le madri del primo sono state incoraggiate a spremere manualmente il seno per aumentare la produzione di latte per 15 minuti, quelle del secondo ad utilizzare, allo stesso scopo, il tiralatte per lo stesso lasso di tempo.

Ragadi al seno: prevenzione e cura


Ragadi al seno. Cosa sono, rimedi, come curarle. Ne abbiamo già parlato ma è bene rispolverare l’argomento con maggiore attenzione agli indizi che ci permettono di capire se la suzione è corretta oppure si è a rischio ragadi. Come si è gia detto, è importante che il bambino sia attaccato al seno in maniera corretta.

Prematuri, il latte della mamma è povero di antiossidanti

Il latte delle mamme è l’alimento più importante per i primi mesi del bambino, perché ricco di tutte quelle sostanze nutritive fondamentali per la sua crescita. Non è così per piccoli nati pretermine. Purtroppo il latte di queste mamme non contiene quantità sufficienti di Q10, un antiossidante utile al trasporto di elettroni.

La salute dei bambini nati prematuri è già molto fragile, il fatto di non poter contare anche sul latte materno rende tutto più complicato. A sostenere questa tesi è uno studio condotto dall’ Università di Granada e l’ospedale universitario di San Cecilio (Spagna), durante cui sono state coinvolte 30 mamme durante l’allattamento, di cui la metà con bambini nati prima del termine.

Baby pit-stop, ora anche in aeroporto

Care mamme, buone notizie per noi. Finalmente i Baby pit-stop, quelle aree attrezzate per l’allattamento che sono state realizzate in alcune farmacie, bar e supermercati, ora arrivano anche negli aeroporti. Questo è davvero un segno di civiltà e garantisce alle signore con i bebè di poter avere un attimo di privacy, in un ambiente confortevole e pulito, per dare la pappa ai loro bimbi.

Il servizio parte da Linate, per adesso l’unico aeroporto, ma presto sarà allestito anche a Malpensa, con ben quattro aree per i piccoli. Lì potete trovare davvero una situazione di comfort: con poltrone ergonomiche apposite per l’allattamento, tavolini e fasciatoio.

Allattamento e poppata notturna, la replica di una nostra lettrice

Gentili amiche, come sapete l’articolo da me postato qualche tempo fa, dal titolo La poppata notturna, come eliminarla, ha suscitato un vespaio di polemiche. Una nostra lettrice, Alessandra Bortolotti, mamma e psicologa, ha inviato dietro nostra richiesta il contributo che vedete di seguito, nel quale discute punto per punto le affermazioni ritenute inesatte contenute proprio in quell’articolo.

Naturalmente lo pubblichiamo di buon grado. Buona lettura!

Innanzi tutto, non è affatto obbligatorio eliminare le poppate notturne. Certo si può cercare di farlo, ma la maggior parte dei bambini non accetta di buon grado questo cambiamento, perciò è molto probabile che tutto finisca con molto stress per tutti, grandi e piccini. Si pensa spesso che eliminare la/le poppate notturne voglia dire dormire di più ma la corrispondenza fra questi due eventi non è assolutamente scontata. I bambini si svegliano la notte in quanto i loro ritmi di sonno sono qualitativamente diversi da quelli degli adulti a causa dell’immaturità delle loro cellule nervose. Fino all’età di circa tre anni i tracciati elettroencefalografici di un bambino che dorme rivelano fasi REM (quelle in cui si sogna) e NON REM che riflettono un’acquisizione graduale della capacità di dormire tutta la notte. I risvegli notturni dei bambini sono generalmente fisiologici o derivanti da infinite motivazioni contingenti (dentizione, malattie in corso, vaccinazioni, scorretta alimentazione ecc.) e non devono per forza colpa dell’allattamento.

Ma veniamo in dettaglio alle vostre affermazioni:

Allattamento in gravidanza

Una donna può scoprire di aspettare un bambino quando sta ancora allattando il precedente. In questi casi, il consiglio che si riceve dalla maggioranza dei medici è quello di smettere l’allattamento. Tuttavia, se la gravidanza è fisiologica (sana) non ci sono dimostrazioni scientifiche su danni al feto durante l’allattamento. Al contrario, in presenza di disturbi come dolori al ventre, minacce d’aborto, perdita di peso e precedenti parti prematuri, può essere opportuno interrompere l’allattamento.

Molte donne si chiedono se le contrazioni uterine che si verificano durante l’allattamento possono rappresentare un pericolo per il feto o incrementare il rischio di un parto prematuro. In realtà le contrazioni da allattamento non sono più “pericolose” di quelle derivanti dai rapporti sessuali per cui, se la gravidanza è regolare, non c’è motivo di interrompere l’allattamento.

Allergie alimentari: ne soffre l’8% dei bambini

Le allergie alimentari sono un problema sempre più grave per i piccoli di casa. Sono, infatti, 6-8%, i bambini tra i 12/14 anni, a soffrire di un’allergia, nei primi tre anni di vita.  Il lato positivo è che l’intolleranza tende a decrescere con il passare del tempo, tanto che l’80% dei bimbi allergico al latte vaccino, riesce a tollerare questo alimento superato il quinto anno di vita. Potrebbe però esserci una terapia molto efficace: la desensibilizzazione orale, ovvero la graduale somministrazione dell’alimento proibito.

La prolattina

La prolattina è un ormone secreto dall’ipofisi, una ghiandola situata alla base del cervello; esso regola la maturazione della ghiandola mammaria in tre momenti della vita della donna: la pubertà, la gravidanza e l’allattamento. Mentre durante la fase puberale concorre, insieme agli estrogeni, allo sviluppo del seno, in gravidanza e allattamento la prolattina, svolge il fondamentale ruolo di stimolare la produzione di latte da parte degli acini ghiandolari della mammella.

Più precisamente, se è vero che i livelli di prolattina aumentano durante la gravidanza, è solo dopo il parto che essa induce la produzione di latte materno ed è la stessa suzione della mammella materna da parte del bambino a far aumentare la secrezione di prolattina e di conseguenza la lattogenesi. Durante questa fase il ciclo mestruale risulta soppresso, dando luogo a quel fenomeno noto come amenorrea lattazionale; la prolattina indurrebbe quindi uno sorta di infertilità temporanea inibendo la secrezione del GnRH, come dimostrato da alcuni studi.

L’attività fisica durante l’allattamento

allattamento-sport

Praticare attività sportiva durante il periodo dell’allattamento non compromette le qualità del latte materno e gli ottimi benefici per il neonato. A dimostrarlo sono numerose ricerche scientifiche che rassicurano tutte quelle neo-mamme che vogliono ritornare in forma dopo il parto senza rinunciare al piacere di allattare al seno il proprio bambino. Uno studio della University of North Carolina di Greensboro, ha mostrato, ad esempio, come l’attività fisica sia positiva per la qualità del latte materno. Un pò di movimento, infatti, favorirebbe la produzione degli acidi grassi polinsaturi (LC-PUFA) nel latte materno. Nello specifico, aumenterebbe la produzione degli acidi alpha-linolenico e linoleico, essenziali per il corretto nutrimento del bambino. Secondo i ricercatori americani, per ottenere questi benefici è sufficiente praticare attività fisica per mezz’ora tre giorni alla settimana.

maternità figli

Esiste un modo giusto per essere mamma?

mamma-e-figlioMentre pensavo a quale argomento proporvi in questa calda giornata di giugno,mi è venuto in mente che oggi avrei voluto aprire un piccolo dibattito con voi. Cosa significa essere madri? Esiste un modo migliore per esserlo? Ci sono buone madri e madri cattive? Questa riflessione nella mia testa si è maturata nel corso di questi splendidi mesi trascorsi nella redazione di Tuttomamma ed anche rispetto a ciò che ho letto e discusso con voi sulla nostra fan page di Facebook.

L’uso dei farmaci durante l’allattamento

farmaci durante allattamento

Come avevamo già spiegato a proposito dell’utilizzo dei farmaci in gravidanza, anche durante l’allattamento è necessario limitare il più possibile l’uso dei medicinali, perché passano nel latte e quindi, attraverso la suzione, al bambino. Se proprio non è possibile, cercate di limitarne il più possibile l’uso e consultate sempre il vostro medico prima di assumerli e non superate le dose che vi indicherà. Di rado i principi attivi dei farmaci sono così alti da essere dannosi per il neonato, ma visto che comunque una parte arriva al latte, è meglio essere prudenti.

Anche nel caso in cui il medico prescriva una medicina che non presenta controindicazioni per il piccolo è meglio prenderla almeno 30 minuti dopo la poppata e far passare 3 ore prima di allattare di nuovo. La quantità di principio attivo del farmaco che arriva nel latte dipende da diversi fattori, come la dose, la via di somministrazione, la durata attiva del medicinale nel sangue della mamma e il rapporto che si crea tra la quantità presente nel latte e quella nel sangue della madre; inoltre anche lo stato di salute del bambino è importante: ad esempio, i neonati pre-terimine hanno il fegato e i reni più delicati.

Infine, è importante sapere se quel farmaco è stato approvato per l’uso nella popolazione pediatrica: se la riposta è affermativa, la presenza del medicinale del latte non comporta rischi per il bambino.