Il consiglio dei pediatri è quello di dare da mangiare ai nostri figli ciò che mangiamo noi. È vero però che c’è una fase dello svezzamento in cui è bene fare particolare attenzione ed è preferibile non considerare il bambino un piccolo adulto. Ecco quindi che tutti i genitori si avvicinano al tanto discusso baby food. È sicuro? La risposta è sì, almeno al 90%.
alimentazione del neonato
La dieta dei Primi Mille giorni, l’ultimo libro del dottor Gianfranco Trapani
Si intitola La dieta dei primi mille giorni ed è l’ultimo libro del dottor Gianfranco Trapani, pediatra, scrittore, ed esperto in nutrizione. Risponde al suo obiettivo, come medico, di salvaguardare la salute e la sicurezza dei più piccoli in totale collaborazione con le loro famiglie facendo leva sulle diverse possibilità fornite anche dalla medicina integrata. Oggi parliamo della sua ultima “fatica” letteraria, La dieta dei primi mille giorni che, contrariamnete a quanto si possa pensare non è un manuale né una lettura riservata agli esperti del settore.
Neonata alimentata con latte di mandorla si ammala di scorbuto
Sarebbe stata nutrita, fin dai primi mesi di vita, con il latte di mandorla e questo le sarebbe costato ammalarsi di di scorbuto, malattia di antiche origini dovuta alla carenza di vitamina C la quale è indispensabile al nostro organismo non solo per mantenersi in salute, ma nello specifico perchè alla base della formazione del collagene e del mantenimento dell’integrità del tessuto connettivo, osseo e dei denti, nonchè per il ruolo fondamentale nella guarigione delle ferite e delle ustioni e nell’assorbimento del ferro.
Autosvezzamento, cos’è e come funziona
Per autosvezzamento si intende, volendo dare una definizione generica ma chiara, il naturale passaggio nell’alimentazione del neonato, dal solo latte ai cibi solidi che verranno integrati con nessuna fretta ed in maniera graduale in base alle esigenze ed ai tempi dello stesso. Si tratta dunque dell’alimentazione complementare a richiesta, che è quella che va ad affiancarsi lentamente all’assunzione del solo latte, nell’assoluto rispetto delle tempistiche del bambino.
La dieta del bambino è già poco equilibrata nel primo anno di vita
Far mangiare i bambini è sempre una bella impresa. Il secondo ostacolo è strutturare una dieta sana e corretta, affinché i piccoli possano crescere sani e forti. Molti genitori, pensando di fare bene, commettono invece un sacco di errori. Come correggersi? Prima cosa è importante dare ascolto al pediatra, che fin dai primi giorni di vita dovrebbe fornire tutte le indicazioni alimentari e poi, una volta terminato lo svezzamento, farsi guidare da quelli che solo i principi alla base della dieta mediterranea.
Gli alimenti per adulti non sono adatti nella prima infanzia
Che cosa dare da mangiare al proprio bambino? Quante volte facendo la spesa vi siete chiesti che cosa sia meglio per il bimbo. Più di una volta abbiamo detto che in tempo di crisi, la tendenza generale è quella di mangiare male, acquistando prodotti in offerta, spesso molto calorici e privi di sostanze nutritive. Durante il Congresso nazionale della SIP, i medici hanno ricordato di pensare al bambino, anche a tavola, come tale e non come un piccolo adulto.
Cibi bio per bambini, costano di più e non sono migliori
La domanda è secca: cibi biologici per i bambini, si o no? Negli ultimi anni la tendenza verso gli alimenti biologici è aumentata esponenzialmente tanto da veder comparire sugli scaffali dei supermercati un numero sempre maggiore di confezioni di cibi bio, per bambini e non. D’altronde costituiscono un valido aiuto, soprattutto per le madri che lavorano e che di fronte al rifiuto di acquistare cibi di dubbia provenienza e ricchi di pesticidi e l’impossibilità di preparare tutti i giorni il pranzo o la cena per via dei ritmi frenetici, cedono a quelli bio già confezionati.
I bambini iniziano ad amare la frutta già nel pancione
Una delle domande più frequenti che in molti si pongono è perchè i bambini non amino la frutta. Non è inusuale assistere a capricci interminabili davanti ad una pera o una mela. Ciò è un vero peccato perchè la frutta costituisce uno degli alimenti più sani ed indispensabili per la nostra salute. Consumare regolarmente la frutta fa si che il nostro organismo mantenga il giusto apporto di vitamine, fibre e sali minerali. Ed allora c’è un modo per far si che anche i bambini riescano ad apprezzarla senza troppi sforzi? Probabilmente si e lo afferma un recente studio.
Troppo sale nell’alimentazione dei bambini, attenzione a latte e cereali
Tutti sappiamo quanto il sale sia un alimento fondamentale nella nostra alimentazione. Costituito da cloruro di sodio, il sale consumato comunemente in cucina è quello marino. Nella nostra dieta giornaliera però il sale ingerito è solo per un terzo quello che uniamo personalmente alle pietanze, la restante parte è naturalmente contenuta nei cibi che consumiamo. A questo proposito, da uno studio pubblicato sull’European Journal of Clinical Nutrition, è emerso che ben 3 bambini su 4 assumerebbero giornalmente una quantità di sodio maggiore rispetto a quella consigliata, ovvero 400mg al giorno entro il primo anno di età.
La guida del bambino da 0 a 12 mesi: il quinto mese
Il piccolo ha compiuto il quinto mese ed è sempre più bello e divertente. Sono più numerosi i momenti in cui sta sveglio, dorme con più regolarità e soprattutto interagisce. Insomma, è un vero e proprio spasso. Certo continua a essere un impegno interpretare tutte le sue esigenze, ma con la nostra guida del bambino sarà sicuramente un po’ più semplice.
Come prevenire il classico mal di pancia estivo dei bambini
Capita spesso di avere mal di pancia in estate. Purtroppo il clima caldo e i repentini sbalzi di temperatura non aiutano. Oggi cerchiamo di capire come aiutare i bambini e soprattutto come prevenire questo fastidioso disturbo. Prima di tutto ci concentreremo su quelli che sono malanni passeggeri (di solito durano al massimo un paio di giorni) e non hanno una causa virale. Vorrei inoltre precisare un altro punto: non è il caldo il colpevole, ma lo stile di vita che si assume o magari le scelte alimentari che si fanno in questo periodo.
Svezzamento: due ricette
Tutte le mamme lo sanno: lo svezzamento è una fase tanto importante quanto delicata nella vita di tutti i bambini. Il momento della pappa, infatti, può trasformarsi in un vero e proprio incubo con i bambini che, stufi delle solite pappe, fanno i capricci e non ne vogliono sapere di mangiare. Per rendere più semplice l’ora della pappa, è importante che le mamme propongano ai loro pargoli pappine sempre diverse, gustose e nutrienti.
Proprio per questo e per aiutare la fantasia delle mamme, oggi, vogliamo proporvi due ricette facili da preparare ed in grado di stuzzicare l’appetito dei bambini nelle prime fasi dello svezzamento.
I cibi da evitare nel primo anno di vita del bambino
Quando comincia lo svezzamento, i neogenitori sono invitati da più parti alla prudenza. Questo avviene perchè alcuni alimenti potrebbero non essere tollerati dal piccolo e, data la loro natura, esporlo al rischio di sviluppare allergie. Si tratta di cibi che vanno quindi introdotti nell’alimentazione del bambino in maniera graduale e solo a partire da una certa età, quando questo avrà sviluppato in maniera adeguata tutte le sue difese. E’ il caso del pomodoro, del tuorlo d’uovo, di fragole, kiwi e delle spremute di agrumi che non devono essere somministrati al bambino prima dell’ottavo-nono mese di vita.
Durante il primo anno di vita è bene anche evitare di aggiungere il sale alla pappa e al brodo vegetale. Il sale aggiunto a quello già contenuto negli alimenti favorisce infatti l’instaurarsi dell’abitudine ai gusti troppo forti condizionando inevitabilmente le preferenze del piccolo già in tenera età. Un bambino abituato a mangiare salato sin dalla tenera infanzia manterrà anche da adulto questa predilezione con l’inevitabile rischio di sviluppare patologie cardiovascolari.
Crosta lattea, le dolci cure della mamma sono il rimedio migliore
La cosiddetta crosta lattea è un problema molto diffuso fra i lattanti tanto che ben 2 bambini su tre ne sono affetti sin dai primi giorni di vita. Al contrario di quanto suggerito dal nome, la crosta lattea (che in realtà non è altro che dermatite seborroica) non ha nulla a che vedere con l’alimentazione del neonato, nè con la somministrazione di latte materno, piuttosto si tratta, come nel caso dell’acne neonatale, di un’eccessiva produzione di sebo dovuta presumibilmente agli estrogeni materni.
Il disturbo si risolve in genere entro il 6°-7° mese di vita, ma in casi rari può perdurare fino al terzo anno di età e si manifesta soprattutto sul cuoio capelluto con una desquamazione di colore bianco-giallognolo. Tuttavia può estendersi anche a viso e collo e presentarsi su inguine e ascelle.